Le tensioni sul prezzo del minerale di ferro sono rientrate?
Nei primi mesi del 2019 il prezzo del minerale di ferro ha registrato aumenti prossimi al 30%
Pubblicato da Claudia Ranocchia. .
Ferrosi Congiuntura
Nei mesi recenti il prezzo del minerale di ferro ha subito un forte aumento. In questo articolo
se ne analizza la dinamica, prendendo in esame prima il prezzo finanziario e poi quello doganale.
Il grafico che segue riporta la serie del prezzo future e spot del minerale di ferro quotata al
Chicago Mercantile Exchange (CME) 1.
Dal grafico emerge che:
- il mercato del minerale di ferro è stato sempre caratterizzato da una continua backwardation: gli operatori ritengono che il prezzo spot sia alto e dunque ci si attende un riallineamento verso il basso;
- a dicembre 2018 i prezzi dello spot e del future erano relativamente allineati, segnalando un differenziale di prezzo di 2 euro, che è stato confermato anche a gennaio a seguito del primo aumento nei prezzi - entrambe hanno subito aumenti pari al +9%. Solo a febbraio la distanza tra i due prezzi si è ampliata spinta da un maggiore rialzo delle quotazioni spot, circa il 6% in più, discostandosi di 6 euro dal future.
Dinamica del prezzo
L’offerta di minerale di ferro è piuttosto concentrata. Australia e Brasile sono i principali fornitori
di minerale di ferro al mondo con quote d’export pari al 43% e 20%. Nel 2018 il valore delle esportazioni
è stato rispettivamente di circa 40 miliardi e 18 miliardi di euro. Essendo l’offerta così concentrata, ne deriva
che eventuali shock dal lato dell’offerta influenzano significativamente il prezzo: esemplificativi sono
stati questi ultimi mesi quando le quotazioni finanziarie del minerale di ferro hanno subito un forte aumento.
A gennaio c’è stato un gravissimo incidente in una miniera nel sud est del Brasile che ha fatto cadere a picco
la produzione e l’export brasiliano, causando quindi un forte rincaro dei prezzi.
Inoltre è notizia di questi giorni che l’anglo-australiana BHP Billiton, la maggiore società mineraria al mondo,
ha annunciato che ridurrà la produzione di minerale di ferro in conseguenza al forte ciclone Veronica, che sta
colpendo l’Australia in questi giorni. A seguito di questa notizia la reazione sul mercato a pronti di Chicago
è stata immediata, la quotazione spot è aumentata del 4% in un solo giorno, dopo un periodo di relativa stabilità
a marzo. Ne deriva che, data l’ulteriore riduzione dell’offerta di minerale di ferro è probabile che nei prossimi
mesi il prezzo non tornerà sui livelli di fine 20182.
Il grafico, ottenuto con la modalità di confronto del tool di PricePedia, riporta la serie del prezzo in euro per tonnellata del minerale di ferro quotato al CME e il prezzo doganale delle importazioni UE. Nel grafico è evidente:
- la forte relazione tra le serie, confermata da un indice di correlazione pari a 0.83;
- la serie del prezzo doganale si muove con un certo ritardo (circa 1 o 2 periodi) rispetto alla serie finanziaria.
Questo ritardo nel meccanismo di assorbimento dal prezzo doganale a quello finanziario è stato evidente in questi recenti mesi. Da gennaio le quotazioni spot sono aumentate del 30%, passando da 60 a 78 euro per tonnellata. Questo incremento si è trasmesso nei prezzi doganali con due periodi di ritardo: a marzo i prezzi doganali delle UE sono stimati essere aumnetati del 12%.
(1) La quotazione di Chicago fa riferimento al prezzo CFR del minerale di ferro cinese.
(2) Il future del minerale di ferro al Dalian Commodity Exchange
con scadenza a maggio chiuderà a 85 euro per tonnellata, circa 14 euro in più rispetto al valore di febbraio.