Un anno di stabilità per i prezzi medi annui dei coloranti

Analisi grafica della dinamica dei coloranti nel nuovo millennio

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Chimici Organici Congiuntura

In un articolo intitolato “Un 2018 caratterizzato da livelli di prezzo record per i pigmenti” si è discusso circa i livelli record dei pigmenti raggiunti lo scorso anno. Anche per la maggior parte dei prezzi medi annui dei coloranti il 2018 si è rilevato un anno positivo caratterizzato da relativa stabilità e variazioni minime.

I coloranti sono definiti come sostanze generalmente organiche che si presentano allo stato puro come polveri solubili nel mezzo disperdente, a differenza dei pigmenti che invece sono insolubili. Conferiscono un colore permanente ad un determinato corpo e il loro impiego spazia dall’industria alimentare a quella tessile.

I coloranti possono essere naturali o artificiali e solitamente vengono distinti in:

  • di origine animale e vegetale, per le tinture e l’uso alimentare;
  • dispersi, sono stati creati per fibre artificiali di cellulosa, per poliammidi e soprattutto per poliesteri;
  • al tino, sono anch’essi usati per le fibre cellulosiche, hanno caratteristiche di elevata resistenza soprattutto alla luce;
  • acidi, per colorare le fibre tessile, soprattutto lana e seta;
  • basici, per colorare le fibre sintetiche, specialmente acrilici;
  • diretti, sono utilizzati per le fibre cellulosiche naturali quindi largamente impiegati nell’industria dell’abbigliamento anche se meno resistenti ai lavaggi rispetto ai coloranti reattivi;
  • reattivi, anche questi usati per le fibre cellulosiche, permettono l’ottenimento di moltissime tonalità di colori e sono usati per toni brillanti difficilmente ottenibili con i coloranti diretti;
  • pigmentari, costituiti da pigmenti organici, usati per la stampa dei tessuti, per la colorazione di fibre tessili artificiali di materie plastiche, per la preparazione di inchiostri ecc. Sono insolubili in acqua o insolubilizzati sotto forma di lacche.

Grafico 1: La dinamica del prezzo dei coloranti di origine vegetale e animale

La dinamica del prezzo dei coloranti di origine vegetale e animale

I coloranti di origine vegetale e animale hanno livello di prezzo decisamente differente, mentre il primo nel nuovo millennio ha avuto un prezzo medio annuo massimo di quasi 13000 euro per tonnellata nel 2011, il secondo ha raggiunto addirittura una media di 55600 euro nello stesso periodo. Sia per i coloranti di origine animale che per quelli di origine vegetale, lo scorso anno si sono avuti prezzi medi inferiori rispetto al 2017: per i primi il prezzo del 2018 si è attestato intorno ai 30500 euro, - 5% rispetto ai 32000 euro del 2017; per i secondi la riduzione di valore è stata maggiore e pari a circa - 8% (da 12800 a 11800 euro).

Grafico 2: La dinamica del prezzo dei coloranti reattivi e pigmentari

La dinamica del prezzo dei coloranti reattivi e pigmentari

Sia i coloranti reattivi che quelli pigmentari si trovano in una fase di ripresa dopo il recente trend negativo tra il 2015 e la fine del 2017. Lo scorso anno i coloranti reattivi hanno recuperato raggiungendo i 7500 euro per tonnellata rispetto ai 6900 euro dell’anno precedente (+ 9%). Anche i pigmentari sono cresciuti nel 2018 anche se di poco rispetto al 2017: la variazione tendenziale del + 1,5% gli ha permesso di raggiungere i 6800 euro. Si segnala una certa somiglianza tra le due dinamiche, anche se per quasi 10 anni (tra il 2004 e il 2013) c’è stata una certa distanza tra i loro livelli, quello dei reattivi era infatti più basso di circa 1000 euro per tonnellata (6900 euro per i pigmentari contro i 5800 euro dei reattivi).

Grafico 3: La dinamica del prezzo dei coloranti al tino e dispersi

La dinamica del prezzo dei coloranti al tino e dispersi

I coloranti al tino e dispersi hanno aperto il nuovo millennio partendo da livelli molto lontani, infatti il prezzo medio del primo nel 2000 era quasi doppio rispetto al secondo (11800 euro per quelli al tino e 5800 per i dispersi). I coloranti a dispersione hanno recuperato rispetto a quelli al tino grazie ad un trend positivo originatosi nel 2006 e ancora in corso, caratterizzato da pochi rallentamenti e crescite importanti tra il 2009-10 e il 2014-15. Lo scorso anno è stato un anno di stabilità per i coloranti dispersi avendo fatto registrare variazioni minime rispetto al 2017 (- 0,2%) mentre il prezzo annuo medio dei coloranti al tino è diminuito, passando da 11900 a 11300 euro (- 5%).

Grafico 4: La dinamica del prezzo dei coloranti acidi, basici e diretti

La dinamica del prezzo dei coloranti acidi, basici e diretti

I coloranti acidi sono partiti con un livello di prezzo maggiore rispetto a quelli basici e diretti, con un prezzo medio annuo di 7800 euro circa contro i 5800 euro dei basici e i quasi 5700 dei diretti. Tutti e tre i prezzi sono stati interessati da un trend decrescente tra il 2000 e il 2012. I diretti hanno perso valore con più intensità rispetto ai basici, i loro livelli conservano infatti un differenziale originatosi nel 2004. Dopo il 2012, i coloranti diretti hanno aumentato il loro valore tra il 2013-14 ma subito dopo hanno continuato a decrescere raggiungendo un prezzo medio annuo di 3300 euro (- 42% rispetto al 2000). Tra il 2013 e oggi sia i coloranti acidi che basici hanno recuperato rispetto al 2000, e nel caso dei basici hanno registrato il record con un picco di 6800 euro nel 2016 e un prezzo medio di 6150 euro. Lo scorso anno il prezzo medio annuale è stato comunque superiore rispetto al 2016 sfiorando i 6300 euro (stabile rispetto al 2017). Sempre nello stesso periodo i coloranti acidi hanno raggiunto i 7000 euro con una variazione del + 1,5% rispetto all’anno precedente e una riduzione del - 10% rispetto al 2000.