Il prezzo del mais sul mercato europeo e statunitense
Confronto tra futures e rilevazioni doganali delle esportazioni USA ed importazioni Ue
Pubblicato da Matteo Cavallo. .
Tassi di Cambio Alimentari Determinanti dei prezziIl mais è uno dei cereali più consumati e quindi scambiati a livello mondiale. E' principalmente impiegato nella produzione di biocombustibili e mangimi destinati alla zootecnica (circa il 50%).
I prezzi dei beni di produzione agricola sono influenzati da molti fattori e questo rende la loro contrattazione estremamente complessa. A determinare il prezzo del mais, considerato dagli esperti molto volatile, sono essenzialmente 3 fattori:
- condizioni produttive: la quantità e la qualità del raccolto è fortemente influenzata dal clima e da eventuali catastrofi naturali (prolungata siccità, forti temporali, ecc.). La scarsità di mais può imporre la riduzione delle scorte e dunque incidere sull'offerta;
- condizioni di mercato: la domanda mondiale è in crescita e in modo relativamente costante, lasciando alle variazioni dell'offerta il ruolo di causa principale degli squilibri di mercato;
- posizioni finanziarie: sul mercato dei futures di Chicago (il più importante al mondo per le commodities alimentari) il prezzo è determinato sicuramente dalla condizioni di domanda e offerta reale di mais, ma anche da fattori di natura più finanziaria legati alle aspettative sull'evoluzione futura dell'economia.
Considerando il ruolo degli USA di primo produttore mondiale, in questo articolo verranno confrontati i prezzi a cui gli Stati Uniti esportano mais (rilevati dalle dichiarazioni doganali) con quelli dei contratti futures scambiati a Chicago. Questi prezzi saranno quindi confrontati con il prezzo in euro delle importazioni UE, ponendo l'attenzione sugli effetti dovuti alle modificazioni del tasso di cambio.
Il prezzo del mais sul mercato USA
Nonostante la Cina sia il primo consumatore mondiale, le sorti del prezzo internazionale del mais vengono decise sul mercato statunitense. In particolare, come risulta dal grafico che segue, il prezzo a cui gli USA esportano mais riflette quello dei futures quotati al Chicago Mercantile Exchange (CME group).
Per il confronto è stato considerato il Continuous Contract a un mese (ContContr in Fig. 1), detto anche contratto front month, che è quello di riferimento per i futures con scadenza entro un mese. La dinamica che ne risulta permette una doppia considerazione. Nonostante gli andamenti siano coincidenti, i prezzi doganali si muovono con un piccolo lag, il che indica che questi seguono i prezzi futures, ai quali si "aggiustano" in brevissimo tempo. Allo stesso tempo i prezzi doganali sembrano avere una minore volatilità rispetto a quelli del future, pur cogliendo tutte le fasi del rally.
Dall'analisi del grafico sono evidenti le forti modificazioni che hanno caratterizzato il prezzo del mais nel corso di questo decennio. Prendendo in esame il prezzo delle esportazioni USA, esso ha registrato valori superiori ai 300 dollari alla tonnellata nei primi due anni di questo decennio per poi crollare nell'arco di un anno a meno di 200 doll/ton. A questo crollo è seguito un trend di leggero calo, che ha portato i prezzi agli attuali 170 doll/ton.
Il prezzo del mais sul mercato Ue
Di seguito è riportato il grafico dell'andamento del prezzo in euro del mais, rilevato tramite le dichiarazioni doganali delle imprese UE.
Il confronto con il grafico del prezzo delle esportazioni in dollari consente di evidenziare come la dinamica sia la medesima, anche se si realizza con un piccolo ritardo. Questo ritardo assume, naturalmente, dimensioni maggiori se si considera il Continuous Contract.
Il prezzo in euro delle importazioni di mais dell'UE si è caratterizzato per un prezzo medio di 230 euro per tonnellata nei primi due anni di questo decennio, per poi crollare sotto i 180 euro/tonn nel corso del 2013, e quindi stabilizzarsi su una media di 170 euro/tonn negli ultimi 3 anni.
Il ruolo del tasso di cambio
L'interscambio di mais tra le due sponde dell'Atlantico è molto limitato, inferiore ai 200 milioni di dollari, su un totale di commercio mondiale che raggiunge i 30 miliardi di dollari. Come abbiamo visto però i prezzi delle importazioni UE tendono a seguire i prezzi delle esportazioni degli USA.
Se di considera la dinamica del tasso di cambio del dollaro verso l'euro, di seguito riportata, non sembrano, invece, emergere particolari effetti, almeno nel breve periodo, del cambio sui prezzi del mais. In particolare non sembra avere avuto effetti il forte deprezzamento accusato dall'euro tra la primavera del 2014 e quella del 2015, quando il tasso di cambio passò da 1.36 dollari per euro a valori inferiori a 1.1.
Gli effetti sono, invece, evidenti se si considera la relazione di lungo periodo. A fronte della modificazione dei prezzo dei mais in dollari da 300 a 185 tra il primo biennio e la parte centrale di questo decennio, il prezzo del mais in euro è passato da 230 a 170, in linea con la modificazione avvenuta nel cambio d 1.3 a 1.1.
Conclusioni
Nel breve periodo il prezzo in euro del mais delle importazioni UE sembra riflettere, anche se con qualche mese di ritardo, le quotazioni in dollari del mercato di Chicago. Nel lungo periodo, il prezzo del mais in euro si aggiusta anche alle modificazioni del cambio euro dollaro.
Se così è, a fronte di quotazioni sul mercato di Chicago relativamente stabili, il recente apprezzamento dell'euro da valori inferiori a 1.1 a valori prossimi a 1.2 potrebbe spingere il prezzo del mais delle importazioni UE sotto la soglia dei 150 euro/tonn.