L'ombra della speculazione sul mercato del cacao?

Analisi della dinamica del prezzo, della domanda e della concentrazione dell'offerta sul mercato del cacao

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Alimentari Congiuntura

Con l’inizio del nuovo anno solare il prezzo del cacao in grani ha fatto registrare una ripresa decisa, sfiorando i 2200 euro per tonnellata.

L’inversione di rotta è giunta dopo due anni di crollo del prezzo, nonostante nello stesso periodo il commercio mondiale di cacao sia cresciuto a ritmo costante. Anche l’offerta, piuttosto concentrata, sembra non aver registrato shock particolari.

In questo articolo verrà analizzata la dinamica dei prezzi e la sua evoluzione negli ultimi decenni. Successivamente verrà descritto brevemente il commercio mondiale del cacao in grani, con particolare attenzione alle quote di mercato e all’evoluzione delle quantità scambiate.
Ciò servirà a sostenere che il prezzo internazionale del cacao, almeno negli ultimi anni, non è stato determinato dai fondamentali di domanda-offerta ma da operazioni speculative da parte degli hedge found.

La dinamica del prezzo

Di seguito l’andamento del prezzo mensile del cacao in grani a partire dal 2000.

L'andamento del prezzo mensile spot del cacao in grani

Osservando la dinamica di medio-lungo periodo, il prezzo del cacao sembra avere una certa ciclicità. A partire dal 2000 è infatti possibile distinguere 3 cicli della durata di circa 5-6 anni:

  • 2001-2006, con un punto di massimo intorno ai livelli attuali, raggiunto nei primi mesi del 2003;
  • 2007-2013, con un massimo nel febbraio 2011 intorno ai 2500 euro;
  • 2013-2018, con un prezzo record di poco superiore ai 3000 euro negli ultimi mesi del 2015.

Focalizzando l’attenzione sui punti di minimo dei cicli emerge il trend positivo che ha interessato il cacao nel periodo considerato. Le fasi conclusive di ogni ciclo, pur giungendo al termine di un crollo più o meno intenso, riposizionavano il prezzo su un livello superiore rispetto a quello delle fasi iniziali del ciclo.

Sulla dinamica di breve periodo degli ultimi due anni si segnala una caduta di fortissima intensità che ha fatto perdere al cacao quasi la metà del suo valore: è passato da valori superiori a 3000 euro a circa 1600 nel gennaio del 2018 per poi recuperare velocemente nei mesi successivi raggiungendo i 2200 euro.

Il commercio mondiale di cacao in grani

L’aumento della domanda

Nel seguente grafico interattivo sono riportate le serie che rappresentano l’evoluzione annuale degli scambi di cacao in grani: una serie rappresenta le quantità scambiate (milioni di tonnellate) a livello mondiale mentre l’altra l’equivalente scambio in miliardi di dollari.


Dal grafico emerge che la domanda mondiale di cacao è continuata a crescere dall’inizio del nuovo millennio. Ponendo l’attenzione sugli ultimi due anni, si può notare come tra il 2016 e il 2017 le quantità di cacao scambiate nel mondo sono continuate a crescere, mentre il crollo del prezzo ha determinato un calo nella dinamica dei valori in euro scambiati.

La concentrazione dell’offerta

Scomponendo i flussi mondiali di cacao in grani, è possibile riscontrare un’offerta piuttosto concentrata. Di seguito le quote di mercato del 2017 dei principali esportatori.


La Costa d’Avorio si impone come maggior produttore mondiale di cacao in grani: più di un terzo del cacao scambiato nel mondo proviene da questo paese. Per via delle condizioni climatiche necessarie a questa coltura, la maggior parte delle “farm” ha sede in paesi in via di sviluppo. Il Belgio, pur essendo un paese produttore, vanta una quota del 7,3% dell’export mondiale come risultato della tradizione che ha sviluppato intorno all’industria cioccolatiera.

Conclusione

Una domanda in costante crescita e un’offerta concentrata che non ha subito variazioni importanti (o shock climatici), dovrebbero garantire una crescita anche dei prezzi o per lo meno una stabilizzazione. Perché questi invece si stanno riprendendo solo negli ultimi mesi dopo un crollo del 30% durato due anni? Se la dinamica dei prezzi si slega dagli equilibri di mercato allora una tesi plausibile potrebbe essere quella della speculazione sul mercato dei futures ad opera degli hedge found.

Tale tesi è supportata anche da diversi “addetti ai lavori” che riconoscono nei mercati di nicchia, come quello del cacao e del caffè, la possibilità di guadagni controllati. Lo ha riportato il Finacial Times in un articolo intitolato “Computers drive trading in coffee and cocoa markets” dello scorso 12 maggio, in cui diversi esperti denunciano la determinazione dei prezzi su questi mercati da parte di algoritmi piuttosto che dal paradigma domanda-offerta.