Nuovo scenario IMF: il rallentamento del 2019
Il rallentamento della crescita globale ha già interessato nel corso del 2018 i prezzi delle commodities
Pubblicato da Matteo Cavallo. .
Previsioni CongiunturaPochi giorni fa è stato pubblicato il nuovo scenario “World Economic Outlook” (WEO) dell’International Monetary Fund (IMF) intitolato “A Weakening Global Expansion”, in cui si certifica il rallentamento in atto dell’economia mondiale.
Nel report sono state riviste al ribasso le stime di ottobre scorso. La crescita mondiale del 2019 era stata prevista nella scorsa pubblicazione al 3,7%, mentre l’ultima stima si attesta su valori più contenuti e pari al 3,5% per il 2019 e al 3,6% per il 2020. Le motivazioni vanno ricercate nelle evoluzioni dello scenario politico internazionale:
- la contrazione della domanda dovuta alla guerra dei dazi tra gli USA e la Cina;
- le questioni interne all’Europa, come la riduzione in Italia della domanda interna dovuta alla debolezza finanziaria, l’introduzione in Germania delle nuove normative sulle emissioni e, recentemente, il mancato accordo tra l’UE e il Regno Unito;
- la contrazione dell'economia turca, che si è rivelata più importante del previsto;
- la lieve decrescita cinese rivolta ad una maggiore attenzione verso l’impatto ambientale delle politiche industriali.
Di seguito un grafico a barre mostra le variazioni annuali del PIL mondiale a parità di potere d'acquisto, con i valori aggiornati dall’IMF nel report di questo gennaio.
Analizzando l'evoluzione della crescita del PIL si può evidenziare un aspetto: nel 2018 il tasso si è ridotto dello 0,1% rispetto all’anno precedente per tutti i motivi di cui sopra, ma nonostante questo la crescita rimane su un livello decisamente maggiore e lontano da quello che aveva caratterizzato il 2016 (3,2%), momento in cui i prezzi medi annui delle commodities hanno subito un crollo, come mostra il grafico dell’Indice Totale dei prezzi da cui sono stati esclusi gli energetici (Indice No Energetici) presente su PricePedia.
Grafico 2: Indice No Energetici |
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Il rallentamento in atto ha avuto ripercussioni importanti sui prezzi delle commodities, a partire dalla seconda metà del 2018, momento in cui è di fatto iniziata la “guerra dei dazi”. Tra i comparti merceologici più colpiti, oltre agli energetici, quello dei metalli non ferrosi, che già da luglio avevano dato inizio ad una flessione (Indice Non Ferrosi). L’IMF stima che i metalli (ferrosi e non) nel 2019 ridurranno il loro prezzo medio in dollari del -7,4% (riduzione più ampia rispetto a quella stimata ad ottobre). L'IMF ha rivisto ulteriormente verso il basso anche l'indice dei prezzi dei materiali agricoli che nella pubblicazione di ottobre era stimato in riduzione del -1,8% nel 2019.
Nel report dell’IMF si fa riferimento alla eccessiva volatilità degli energetici e in particolare del petrolio, la cui dinamica è stata trainata da diversi fenomeni: l’eccesso dell’offerta, le tensioni tra USA e Iran e infine l’aspettativa di contrazione della domanda mondiale. Le ultime stime dell’IMF prevedono infatti una riduzione media annua del prezzo in dollari del petrolio pari a -14,1% per il 2019 e -0,4 per il 2020. Sempre secondo l’IMF, quest’anno le commodities ridurranno in media il loro valore del -2,7% per poi crescere l’anno prossimo del +1,2%.
Sul versante prezzi, il 2019 si prospetta come un anno di lieve flessione secondo le stime dell’IMF. La situazione dovrebbe stabilizzarsi nel corso del 2020: tutte le stime, dal PIL ai prezzi, segnalano l’attenuarsi degli effetti negativi prodotti dalla riduzione della domanda e dalla guerra commerciale.