Continuano i rally di breve del prezzo del petrolio
A inizio settimana i prezzi crescono a fronte della decisione Opec di mantenere i tagli alla produzione, per poi calare per la decisione della Fed di non aumentare i tassi.
Pubblicato da Claudia Ranocchia. .
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La settimana scorsa si è conclusa con un “mini rally” dei prezzi del petrolio dopo aver raggiunto
i massimi del 2019. Le quotazioni del Brent e del WTI hanno toccato mercoledì rispettivamente i 69$/bbl e 60, per
poi perdere oltre 1 dollaro nei due giorni successivi.
Alla base degli aumenti della settimana passata c’è l'annullamento del vertice dell’OPEC + di aprile,
voluto da Arabia Saudita e Russia. Date le ultime notizie, i tagli alla produzione rimarranno in vigore fino
giugno - il 25 e 26 giugno a Vienna si terrà il prossimo vertice OPEC -, per tanto ci si aspetta che i prezzi
del petrolio continueranno a crescere fino a metà anno.
La caduta dei prezzi di giovedì e venerdi riflette, invece, le aspettative negative che si nutrono nei confronti
del ciclo economico. Mercoledì la Federal Reserve System, infatti, ha deciso di lasciare invariati i tassi d'interesse,
poiché l'inflazione è rimasta piatta e l'economia globale rallenta. Venerdì mattina è, inoltre, uscita la prestima sul PMI
dell'area Euro, in diminuzione e, soprattutto, significativamente inferiore a 50 (47.6).
I tagli dell’ OPEC e le modificazioni delle aspettative sul ciclo economico sembrano aver avuto, per ora, effetti di breve periodo e solo parzialmente di lungo periodo. I grafici che seguono riportano le quotazioni giornaliere del Brent e del WTI da febbraio 2019.
Prezzo giornaliero del petrolio sui mercati finanziari
Dai grafici emerge che le tensioni sui due mercati sono di breve periodo, riflettendosi quindi
sul prezzo spot, e solo in parte si stanno riflettendo nel lungo periodo, ovvero nei prezzi future.
Rispetto a febbraio 2019, le quotazioni mensili spot di marzo del Brent e del WTI sono aumentate del 2% e del 5%,
segnalando quindi un’intensità maggiore nella crescita dei prezzi del WTI. Questa intensità nelle variazioni si sta
riflettendo in modi diversi sulle quotazioni dei due mercati.
Il WTI è tornato ad essere in backwardation, dopo mesi che si trovava in contango. Come emerge dai grafici,
il differenziale tra il prezzo spot e future si è sempre più assottigliato fintanto che giovedì scorso il prezzo spot ha
superato quello future, a causa delle tensioni che stanno interessando le quotazioni a breve scadenza.
Il petrolio europeo si trova in backwardation e il differenziale tra il prezzo spot e future si sta allargando,
poiché agli aumenti del prezzo spot non sono seguiti aumenti del future.
In questa settimana la differenza tra i due mercati si è ampliata. Sul mercato del WTI il differenziale tra la quotazione spot e future è inferiore a 1$, mentre continua a crescere la “forchetta” sul mercato del Brent, in cui il prezzo spot ha superato di 4$ quello a scadenza.