Segnali di ripresa del prezzo del petrolio?

Dopo settimane di ribassi il prezzo del petrolio torna a crescere

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Da inizio anno le aspettative di riduzione della domanda da un lato e i tagli alla produzione attuati dall’OPEC hanno fatto oscillare il prezzo del petrolio all'interno del range di 60 e 72 dollari per il Brent e di 52 e 64 per il WTI. Complessivmente, tuttavia, il prezzo del petrolio ha registrato quest'anno un aumento complessivo del +20%. Questo aumento sembra però aver subito un lieve rallentamento nel mese di maggio, stabilizzandosi su 71 e 62 dollari al barile.
Alla base di questa frenata ci sono delle tensioni commerciali. In primis la guerra dei dazi tra USA-Cina e più recentemente le minacce di Trump, ora ritirate, di voler estendere i dazi all’import messicano.
La reattività dei mercati alle news sulla guerra commerciale si è intensificata nella giornata di giovedì scorso 6 giugno, quando l’amministrazione americana e quella messicana hanno fatto trapelare un certo ottimismo sulla possibilità di trovare un accordo. A questa notizia, le quotazioni del Brent e del WTI hanno reagito facendo registrare aumenti prossimi al +2% nell’arco di un solo giorno.
Le tensioni tra Messico e USA, per ora, sembrano essersi appianate, grazie all’accordo sull’immigrazione clandestina, scongiurando la minaccia commerciale.

Alla luce di questi eventi, durante la settimana passata le quotazioni del Brent e del WTI hanno perso nei primi giorni circa un dollaro, recuperando nella giornata di giovedì e chiudendo la settimana rispettivamente a 63 e 54 dollari al barile.

Prezzo giornaliero del petrolio sui mercati finanziari
Prezzo giornaliero del petrolio Brent  

A sostenere la ripresa del prezzo del petrolio c’è anche l’annuncio del ministro dell’energia saudita Al Fahil di volere rinnovare i tagli alla produzione anche per la seconda parte del 2019: “Non penso sarà necessario tagliare di più, se c’è bisogno di tornare un po’ indietro dipende da cosa succede in Iran, Venezuela e altri Paesi” (fonte IlSole24Ore).
Ad oggi non si conoscono i dettagli di questo secondo ciclo di riduzioni, l’ufficialità arriverà probabilmente nel corso del vertice di Vienna del 25 giugno. In concomitanza del summit scadrà il primo ciclo di tagli OPEC che prevedeva la riduzione di 1.2 milioni di barili giornalieri. In realtà, in questi primi mesi del 2019, l’OPEC ha ridotto di -1.3 milioni di barili al giorno, per fatti di forza maggiore (Venezuela e Iran) e per scelte volontarie (Arabia Saudita, Emirati Arabi e Kuwait: la prima -0.6 e -0.1 ciascuno gli altri due, fonte EIA).