Continua la fase di flessione del prezzo dell’olio d’oliva

Da metà 2017 il prezzo dell’olio d’oliva è in diminuzione

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Nei mesi recenti gli olivicoltori spagnoli si sono riuniti nelle piazze per protestare contro un prezzo troppo basso dell’olio d’oliva. Da metà 2017 infatti il prezzo dell’olio d’oliva sta attraversando una forte fase ribassista che sembra essere ancora in atto.
Il grafico che segue riporta il prezzo doganale in euro delle importazioni UE dell’olio d’oliva non vergine, vergine ed extravergine (EVO).

Andamento del prezzo in euro dell'olio non vergine, vergine ed EVO
Andamento del prezzo dell'olio

Dal grafico emerge chiaramente che le serie hanno la stessa dinamica, confermata da un’elevata correlazione. La tabella che segue riporta gli indici di correlazione:

EVO Vergine Non Vergine
EVO 1 0.86 0.94
Vergine 0.86 1 0.88
Non Vergine 0.94 0.88 1

Da metà 2014 al 2017 il prezzo dell’olio (non vergine) ha subito un periodo di forte crescita, raddoppiando il suo prezzo medio annuo da 2400 a circa 4000 euro alla tonnellata. Durante questa fase rialzista il prezzo dell’olio ha toccato il massimo storico ad agosto 2017 superando i 4000, 4200 e 4250 euro alla tonnellata rispettivamente per non vergine, vergine ed EVO, spinto da una raccolta non abbondante. La stagione 2016/2017 ha registrato un -23% rispetto a quella precedente (fonte International Olive Council). Dopo questo periodo, con la raccolta abbondante della stagione 2017/18, è iniziata una fase di flessione, che sembra essere ancora in atto e che sta portando il prezzo dell’olio sui livelli del 2015.

Inoltre dal grafico emerge una determinata gerarchia, che rispecchia la qualità dell’olio1: il prezzo dell’olio non vergine si trova sempre su un livello inferiore rispetto a quello vergine ed EVO, in media di 400 euro inferiore. Per quanto riguarda l’olio EVO e quello vergine, nonostante il primo risulti di una qualità superiore2 il prezzo non ha sempre riflesso questa gerarchia: tra la fine del 2017 e la metà del 2018 il prezzo del vergine è stato superiore rispetto a quello EVO di circa 100 euro in più. Questo è un risultato puramente statistico. I codici doganali con cui è classificato l’olio comprendono sia l’olio sfuso che quello imbottigliato. E’ sufficiente quindi che la quota di olio EVO commercializzato in bottiglia sia minore di quella dell’olio vergine che, per un effetto statistico, il prezzo del primo può risultare inferiore al secondo. Ad di là, tuttavia, di questi effetti statistici la dinamica dei prezzi dell’olio è evidente e consente di leggere con chiarezza le condizioni di domanda e offerta che caratterizzano questo mercato.


(1) L’olio EVO e quello vergine sono estratti da una prima spremitura delle olive, con processi solo meccanici. L’olio d’oliva non vergine deriva da spremiture successive, utilizzando anche processi chimici.
(2) La maggiore qualità di un olio rispetto ad un altro è definita dal tipo di spremitura utilizzato e dall’acidità. L’olio per essere extravergine deve avere un’acidità, espressa in acido oleico, massima di 0.8 grammi per ogni 100 grammi,mentre il limite per essere olio vergine è di 2 grammi.