Il prezzo del petrolio è tornato a scendere

Nella settimana passata il prezzo del petrolio ha perso circa 4 dollari al barile

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Nella settimana scorsa il prezzo del petrolio ha subito un significativo ribasso. La quotazione del Brent ha chiuso la settimana a 62.5 dollari al barile (-6% rispetto a due settimane fa, -4 dollari), il WTI a 56 dollari al barile (-8% rispetto a due settimane fa, -5 dollari) e l’Oman/Dubai a 61 dollari al barile (-6% rispetto a due settimane fa, - 4 dollari).

Andamento petrolio

Il clima di un apparente dialogo tra USA e Iran ha fatto sì che le tensioni sul prezzo del petrolio si “ammordissero”. Martedì 16 luglio dopo che Trump ha annunciato dei progressi nelle trattative con l’Iran e che non è in cerca di un cambio di regime, si è registrata una prima importante riduzione pari al -3%. Trump non è entrato nel merito dei punti trattati durante l’incontro; Mike Pompeo ha detto che l’Iran sembrava pronto a negoziare sulla questione del programma di riarmo (fonte Reuters).
A poche ore di distanza Trump è passato da “great progress had been made” a “trouble, nothing but trouble”. Giovedì 18 luglio nello stretto di Hormuz gli USA hanno abbattuto un drone iraniano, Trump ha giustificato l’azione definendolo un atto di autodifesa, poiché il drone si trovava ad una distanza troppo ravvicinata, per cui minacciosa (fonte NY times). L’Iran però non testimonia la perdita di nessun drone “we have no information about losing a drone” ha detto Mohammad Javad Zarif, ministro degli affari esteri iraniano (fonte Reuters). Le tensioni tra i due paesi sembrano tutt’altro che appianate. Inoltre l’amministrazione americana ha mandato truppe addizionali in Arabia Saudita, come sostegno e protezione contro eventuali aggressioni da parte dell’Iran.

Il lieve rialzo al quale si è assistito venerdì 20 giugno è stato a causato da ulteriori tensioni nel golfo di Hormuz. Venerdì l’Iran ha sequestrato una nave nello stretto, di proprietà della Stena Bulk. Le guardie rivoluzionarie iraniane hanno dichiarato che la nave è entrata nello stretto dalla direzione sbagliata, violando le norme di sicurezza marittime con il rischio di attentare ad altre imbarcazioni (fonte Bloomberg).

Un approfondimento rispetto alla settimana scorsa

Nell’articolo della settimana scorsa si è segnalato che secondo le previsioni EIA la produzione di petrolio USA è destinata ad aumentare nei prossimi anni. Bloomberg riporta un’ intervista di Suh Sokwon amministratore delegato del SK Innovation1 “We are on the threshold of a new era where American producers will rush to Asia to find customers". Perchè questo avvenga ci vorrà però del tempo. La Corea del Sud è molto importante nella filiera del petrolio, in quanto è tra i mercati più grandi e più avanzati nella sua raffinazione (fonte Energy Information Administration). La Corea del Sud è il quinto importatore di petrolio al mondo, nel 2017 ha importato un valore pari a 58 miliardi di dollari e si serve principalmente dal Medio Oriente (fonte Exportplanning).
L’entrata sul mercato coreano da parte degli USA sembra ancora lontana, l’Arabia Saudita è infatti stabilmente il primo esportatore di greggio in Corea del Sud. Nel 2018 la quota d’importazione è stata pari al 48%, gli USA hanno una quota solo dell’ 1% anche se in forte crescita da alcuni anni.


(1) Compagnia di raffinazione coreana