Il prezzo del petrolio debole anche se crescono i noli delle petroliere
Dopo l’esplosione su una petroliera iraniana, il prezzo del petrolio torna sui livelli medi mensili. Le sanzioni USA alla COSCO riducono l'offerta di noli
Pubblicato da Claudia Ranocchia. .
Energetici Petrolio Analisi settimanale PetrolioLa settimana scorsa il prezzo del petrolio si è fermato su livelli leggermente inferiori rispetto a due settimane fa: i lenti progressi nelle trattative USA e Cina e le aspettative positive per l’attesa stipula, poi mancata, di un accordo tra UK e UE per Brexit non sono riuscite a sostenere il prezzo del petrolio. Venerdì 18 ottobre il Brent ha chiuso a 59.42 dollari al barile (-1.1 dollari, rispetto al venerdì precedente), il WTI a 53.8 (-0.9) e l’Oman/Dubai a 58.9 (-0.7).
Grafico 1: Andamento prezzo del petrolio |
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L’effetto dell’ennesimo attacco nel bacino mediorientale (riguardante una petroliera iraniana nel Mar Rosso) sul prezzo del petrolio è stato temporaneo: la settimana passata le quotazioni del petrolio sono tornate sui livelli medi di ottobre.
Il rallentamento della domanda globale sta esercitando pressione sul livello del prezzo del petrolio, rallentamento che è stato ulteriormente confermato dalla pubblicazione della stima sulla crescita globale del Fondo Monetario Internazionale (IMF). Per il 2019 l'IMF segnala una crescita di appena il 3%, circa 0.3 punti inferiore rispetto alla scorsa stima di aprile.
Inoltre Reuters segnala che il mercato del petrolio è fortemente scosso in seguito alla pubblicazione dei dati sul PIL del più grande importatore di petrolio al mondo, la Cina. La stima registra un rallentamento del PIL nel terzo trimestre 2019 in conseguenza alla guerra commerciale e una debole domanda interna. “The (China) GDP print has weighed on short-term sentiment and we have seen regional stock markets and oil contracts edge lower because of that” ha riportato Jeffrey Halley, senior market analyst alla Asia Pacific at brokerage OANDA.
In un articolo delle settimana scorsa de Il Sole24Ore inoltre viene riportato che alcuni raffinatori asiatici, tra cui la cinese Sinopec, stanno riducendo gli approvvigionamenti e questo potrebbe avere ulteriori effetti ribassisti sulle quotazioni del petrolio.
Se da un lato il prezzo del petrolio si mantiene debole, dall’altro il costo dei noli delle petroliere VLCC (vary large crude cargo) sta aumentando rapidamente: a ottobre il nolo è arrivato a costare 300 000 dollari giornalieri.
L’aumento è dovuto ad una riduzione dell'offerta di noli, in conseguenza alle sanzioni USA a due controllate della compagnia di stato cinese COSCO, il più grande armatore al mondo. Nella lista nera sono finite alcune cargo della compagnia ma non si sa esattamente quali, per cui si preferisce non trasportare greggio con tutte le società di trasporto facenti capo alla COSCO.