Gli indici StudiaBo a ottobre segnalano prezzi decisamente inferiori rispetto ad un anno fa

Rallentano tutti tranne Alimentari, Chimica per l’Industria e Ferrosi; i Preziosi hanno cambiato livello

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Il mese di ottobre è stato caratterizzato da livelli di prezzi in euro delle commodity decisamente inferiori rispetto ad un anno fa. A confermarlo è soprattutto l’Indice totale, elaborato da StudiaBo, che sintetizza l’andamento delle diverse merceologie: ha fatto registrare infatti una variazione tendenziale del -14%. Anche l’Indice totale che esclude i prodotti energetici (Indice No Energetici), pur avendo una variabilità decisamente più contenuta, segnala livelli inferiori, con una variazione del -2,9% rispetto a ottobre 2018.

Grafico 1: Confronto Indice totale commodities e No Energetici (Ottobre 2019)

Confronto Indice totale commodities e No Energetici (Ottobre 2019)

Grafico 2: Ottobre 2019, variazioni % in euro rispetto a Ottobre 2018

Fonte: PricePedia

Analizzando le variazioni tendenziali delle singole merceologie si evince come a rallentare siano state la maggior parte delle merceologie, ad eccezione di Alimentari, Chimica per l’Industria e Ferrosi, che restano sugli stessi livelli dello scorso anno. Discorso a parte per i Preziosi, che hanno cambiato livello da quando è iniziata questa lunga fase di incertezza che coincide con l’attuazione del protezionismo statunitense. Il valore di beni rifugio, come oro e argento, è cresciuto di quasi il +40% in 12 mesi, mostrando le preoccupazioni dei grandi operatori economici. Gli Energetici, che un anno fa si trovavano al culmine di un trend crescente di medio periodo, sono quelli che hanno subito perdite di valore maggiore (-23,4%). La flessione degli Energetici ha trainato anche altre industrie dipendenti da essi, come Chimici Organici (-14,5%), Plastiche (-8,8%) e Chimici Inorganici (-7,5%). I Non Ferrosi, che risultano tra le commodity più sensibili al ciclo economico, grazie a svariati shock negativi dell’offerta, sono riusciti a sostenere i prezzi, attenuando gli effetti del rallentamento della domanda globale, perdendo solo il 5% rispetto a ottobre 2018.

Ottobre si prospettava come un mese colmo di cambiamenti, erano previsti degli appuntamenti importanti per l’agenda politica ed economica internazionale. In particolare si è assistito al tanto agognato accordo sulla Brexit e un primo accordo per la risoluzione della guerra commerciale USA-Cina. Questi due eventi avrebbero potuto risollevare i mercati internazionali delle commodity, invertendo la rotta che vede i prezzi rallentare da svariati mesi. Se ad oggi non si riscontrano riprese generalizzate potrebbe anche solo trattarsi di un ritardo nella rilevazione dei prezzi. I produttori, logorati dal rallentamento in corso, trovano nei tagli dell’offerta l’unica misura di contrasto alla caduta dei prezzi, e dunque si auspicano una imminente ripresa della domanda mondiale.