Continua l'effetto corona virus sul prezzo del petrolio

Il timore per il rallentamento della domanda cinese spinge il prezzo del petrolio sui minimi di ottobre

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Analisi settimanale Petrolio

Le preoccupazioni per l'impatto economico del coronavirus hanno scosso i mercati globali, contribuendo a far scendere il prezzo del greggio sui minimi da ottobre 2019. La settimana scorsa le quotazioni perdono circa 3 dollari rispetto a due settimane fa, il Brent chiude a 58 dollari al barile, il WTI a 51.6 e l’Oman/Dubai a 55.2.

Grafico 1: Andamento prezzo del petrolio
Andamento prezzo del petrolio

La domanda di petrolio cinese è crollata di 3 milioni di barili al giorno, circa il 20% del fabbisogno totale, identificandosi come la riduzione più drastica dalla crisi finanziaria (fonte ISPI). Questa dinamica si è verificata in conseguenza dell’arresto delle attività economiche cinesi dovute all’esplosione del corona virus. Per cercare di placare il contagio, la Cina sta adottando delle misure restrittive:

  • in quasi 20 città cinesi, tra cui Wuhan, è stato impedito di viaggiare nel tentativo di frenare la diffusione del virus durante il capodanno lunare, tradizionalmente la stagione dei viaggi più trafficata della Cina;
  • divieto di utilizzare mezzi pubblici e stare in luoghi di aggregazione;
  • il governo ha chiesto una maggiore produzione di ortaggi in seguito allo scoppio del virus. Il ministero cinese dell'agricoltura ha sollecitato un aumento della produzione di ortaggi per garantire forniture abbondanti e prezzi stabili in seguito allo scoppio del coronavirus;
  • divieto di vendita di animali vivi;
  • nella città di Wuhan è stato costruito un ospedale in dieci giorni.

Inoltre 46 compagnie aree hanno bloccato i voli da e per la Cina.

Al di là di tutte le misure sanitarie preventive prese dal governo cinese, l’andamento futuro del ciclo economico dipende da quando la ricerca scientifica cinese riuscirà a trovare un rimedio contro l'esplosione del virus. Per ora si è riuscito a isolare il virus per studiarlo, altri paesi come l’Australia e l’Italia sono riusciti altrettanto.
Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo monetario internazionale, afferma: "l’epidemia probabilmente rallenterà la crescita economica mondiale nel breve periodo, quanto al lungo periodo, è ancora troppo presto per dirlo”.

Di fronte al timore del rallentamento della domanda di petrolio cinese, primo importatore di greggio al mondo, e di un prezzo del petrolio inferiore di 55 dollari, l’OPEC cerca di prendere delle contromisure.
L'Arabia Saudita ha aperto i colloqui con gli alleati per un possibile anticipo della riunione di marzo a febbraio. L'Iran nega il suo appoggio per questa mossa, complice la drastica situazione che sta vivendo. La riunione di marzo è una riunione di monitoraggio rispetto alle soluzioni adottate a dicembre. A fine 2019 l'OPEC+ ha ridotto l'offerta di petrolio per sostenere i prezzi, accettando di tagliare la produzione di 1.7 milioni di barili al giorno fino alla fine di marzo. E’ probabile che il cartello estenda gli attuali tagli alla produzione almeno fino a giugno, con la possibilità di riduzioni più forti data la situazione cinese.