A marzo si concretizza l’impatto del virus sugli indici StudiaBo

La situazione di emergenza affossa gli Energetici a favore degli Alimentari

.

Energetici Ferrosi Preziosi Fibre Tessili Indicatori Congiunturali covid19lab Alimentari Chimici Organici Plastiche ed Elastomeri Legno e Carta Chimica: Specialty Chimici Inorganici Non Ferrosi Petrolio Congiuntura

Marzo 2020 verrà ricordato come un momento storico: l’emergenza sanitaria ha messo in moto misure straordinarie che hanno condotto al blocco delle attività considerate “non necessarie” o “non strategiche”, portando dunque alla contrazione della domanda e dei consumi. In questo contesto, il monitoraggio degli indici StudiaBo può fornire delle infromazioni utili a comprendere lo stato di salute dei mercati internazionali.
I prezzi non hanno reagito tutti allo stesso modo, come sintetizzato dall’andamento degli indici totali in euro. L’indice totale che esclude gli Energetici (indice No Energetici) ha infatti una riduzione congiunturale e tendenziale piuttosto contenuta mentre invece l’indice totale registra una perdita superiore al -10% rispetto a febbraio e sfiora il -20% rispetto a un anno fa.

Grafico 1: Confronto Indice totale commodities e No Energetici (Marzo 2020)

Confronto Indice totale commodities e No Energetici (Marzo 2020)

Il differenziale tra i due andamenti è chiaramente da imputare al crollo degli Energetici. Il mancato crollo degli altri comparti merceologici potrebbe riguardare due fattori: il primo riguarda la maggiore flessibilità e capacità di alcuni comparti di contrarre o espandere la produzione e quindi l’offerta sui mercati internazionali. A tal proposito, la produzione di greggio risulta rigida perché perno centrale di alcune economie, per gli alti costi di dismissione e per il suo valore strategico. In questa direzione si inserisce anche la recente guerra dei prezzi tra Arabia Saudita e Russia di cui si è parlato in un precedente articolo. Il secondo fattore riguarda la straordinarietà dell’emergenza: in situazioni di emergenza umanitaria acquistano molto più valore i bisogni primari, dunque sui mercati si considerano primari i beni legati alla salute e alla nutrizione. Ciò ha provocato uno stimolo della domanda sostenendo i prezzi di queste categorie di merci.

Grafico 2: Confronto quotazione petrolio, grano, mais e soia

Confronto quotazione petrolio, grano, mais e soia

Operando un focus sul petrolio (brent) e confrontandolo con le principali quotazioni finanziarie spot in dollari dei prodotti alimentari, ovvero grano, soia e mais, emerge la differenza di dinamica assunta negli ultimi 2 mesi. Mentre le quotazioni degli alimentari hanno subito una lieve flessione a febbraio per poi stabilizzarsi senza scossoni a marzo, il petrolio ha assistito alla depressione del prezzo, raggiungendo livelli minimi, ben al di sotto della soglia dei 50 $/barile e prossimi ai 35.
Segnaliamo inoltre che il prezzo finanziario giornaliero del grano (CME) è cresciuto molto nella seconda metà di marzo, acquistando circa 14 punti rispetto al minimo registrato a metà mese, mentre quello del barile ha toccato livelli minimi da inizio millennio, come descritto nel precedente articolo.

Grafico 3: Confronto IPI e PMI

Confronto IPI e PMI

Altri indicatori congiunturali come l’Indice di Produzione Industriale (IPI), elaborato da StudiaBo, e il PMI mondiale(Purchasing Managers Index) segnalano la situazione di difficoltà economica con un forte crollo: le loro variazioni tendenziali sono pari rispettivamente a -11 e -5%. Il PMI sembra aver anticipato di un mese la caduta che invece si è realizzata a marzo nell’IPI. Il PMI, infatti, a febbraio ha perso 3 punti scendendo sotto la soglia dei 50 punti. A marzo sembra invece in ripresa, attestandosi sui 48 punti, per via della ripresa del PMI cinese. Soprattutto per l’IPI movimenti di questa intensità sono assai rari e indicano shock eccezionali.

Grafico 4: Marzo 2020, variazioni % in euro rispetto a Marzo 2019

Fonte: PricePedia

Il grafico delle variazioni tendenziali conferma il momento di fortissima pressione vissuto dagli Energetici, che perdono più del 30% del loro valore rispetto ad un anno fa. Anche i Chimici Inorganici e le Fibre Tessili subiscono importanti perdite, superiori al -10%. Tra circa il -8 e il -5% le variazioni delle altre merceologie ad eccezione degli Alimentari (+4%) e dei Preziosi (+29%). Questi ultimi, nonostante la lieve flessione congiunturale (-5%) restano comunque su livelli molto alti reduci da un crescita innescata dalla guerra dei dazi e durata diversi mesi.

Sintetizzando la situazione sui mercati internazionali è possibile affermate che, in momenti come questi, gli Alimentari valgono più del petrolio, soprattutto in termini politico-strategici. E' probaile un calo nel prossimo mese delle merceologie che usano il petrolio come feedstock.