A marzo in difficoltà la quotazione del rame spot

In Cile tagli alla produzione per un duplice contrasto: al virus e al crollo della domanda

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LME Non Ferrosi Determinanti dei prezzi

A marzo il rame spot mensile in dollari quotato al London Metal Exchange segnala una perdita superiore ai 7 punti percentuali, dopo aver già incassato un'altra variazione negativa del -6% nel mese di febbraio. Da inizio anno infatti, la riduzione della domanda internazionale dovuta alla pandemia ha ridotto il prezzo del rame di circa 800 dollari per tonnellata, passando dai 6040 di gennaio ai 5260 dollari per tonnellata (-13%) di marzo.

Quotazione Rame spot (LME)

Quotazione Rame spot (LME)

L’unico modo che hanno i produttori per contrastare la caduta del prezzo, a fronte di un crollo della domanda, è la riduzione dell’offerta. Contemporaneamente alla depressione del prezzo, nella seconda metà di marzo si sono moltiplicati i contagi in Cile – il primo produttore mondiale di rame -, come è possibile vedere dalla curva esponenziale del grafico prodotto dal portale covid19lab.info.

Covid19lab.info: Cile

Covid19lab.info: World Map

La curva dei casi confermati mostra l’escalation che ha portato, nelle ultime due settimane, a passare da 750 casi a quasi 5120 (+580%). Così già dallo scorso lunedì alcune compagnie cilene, come la Antofagasta hanno sospeso le attività e i contratti in essere con le compagnie coinvolte nel progetto “Pelambres Expansion”. Il blocco dovrebbe durare circa 120 giorni. Come riporta Reuters (“Exclusive: Chilean copper miners 'considering production cuts' - industry association”), già la scorsa settimana alcuni produttori avevano annunciato che avrebbero chiuso le miniere per contrastare la diffusione del virus. La produzione avrebbe comunque avuto qualche riduzione a causa dei prezzi. Infatti, la stessa Sonami (Sociedad Nacional de Minería), rappresentante delle piccole e medie inprese che operano in questa industria, ha affermato che compagnie di medie dimensioni sono state duramente colpite dall'indebolimento dei prezzi globali del rame e hanno iniziato temporaneamente a chiudere le operazioni.

In un periodo di crisi sistemica riescono ad attutire al meglio l’impatto economie diversificate e composte da un tessuto impreditoriale flessibile. Quello delle commodity non è sicuramente un’industria versatile per via degli alti costi d’entrata, della tipologia degli impianti, delle concessioni e per la mole di personale che impiega. Se si considera che alcune economie hanno posto per anni al centro alcune risorse minerarie - come è il petrolio per Venezuela, Nigeria e i paesi del golfo, oppure il cacao per la Costa d’avorio, o il rame per il Cile -, è facile comprendere come risultino le più fragili ed esposte alla caduta della domanda di quel bene. Il rame ha ed avrà un ruolo chiave nell’industria moderna perché impiegato in quasi tutti i componenti elettronici. A questo punto ci si chiede se le imprese cilene avranno la forza economica di superare questo momento e di riprendere a produrre non appena riprenderà la domanda.