Il petrolio non risponde all’accordo dei principali produttori
Arabia Saudita e Russia pongono fine alla guerra al prezzo ma il greggio delude
Pubblicato da Claudia Ranocchia. .
Energetici Analisi settimanale Petrolio
La guerra al prezzo tra Arabia Saudita e Russia è giunta al termine con un accordo sancito definitivamente il giorno di Pasqua. L’accordo prevede un taglio alla produzione pari a 9.7 milioni di barili al giorno per maggio e giugno da parte dell’OPEC Plus. Da giugno i tagli scenderanno a 6 milioni di barili al giorno e da gennaio 2021 a 4 milioni. Si tratta della riduzione più ampia mai effettuata nella storia.
L’accordo era già pronto la settimana scorsa ma si aspettava il via libera del Messico, che inizialmente si è dimostrato contrario. In questa fase della trattativa essenziale è stato il ruolo di mediazione degli Stati Uniti.
Come hanno reagito le quotazioni del petrolio?
Ad oggi la quotazione spot del greggio si trova sugli stessi livelli di giovedì 10 aprile – venerdì non è stata rilevata la quotazione del petrolio in occorrenza delle festività pasquali - . Il grafico che segue riporta le quotazioni del greggio fino a lunedì 13 aprile.
Andamento prezzo del petrolio |
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Sembra che l'accordo non abbia fatto riprendere il prezzo, lunedì 13 aprile le quotazioni del petrolio sono rimaste relativamente stabili rispetto alla chiusura di giovedì scorso. Il Brent si è attestato intorno ai 31.7 dollari al barile, guadagnando +0.25 dollari rispetto alla chiusura di giovedì, il WTI ai 22.4 dollari al barile, perdendo -0.35 dollari e l'Oman/Dubai a 24.7, in rialzo di +1.25 dollari.
Se la quotazione spot non ha mostrato segni di fiducia nei confronti del recente accordo, il future registra un lieve aumento. Questo potrebbe essere il segnale che nel lungo periodo la riduzione della produzione potrebbe sostenere il prezzo.
Nel breve periodo, invece, questa non reazione delle quotazioni all'accordo è segnale del fatto che attualmente la domanda è il principale driver che governa la dinamica del prezzo.
Inoltre a guidare le aspettative c'è la lieve ripresa dei contagi in Cina, dopo l'allentamento di alcune misure stringenti, e la situazione economica negli USA.
Per quanto riguarda la scorsa settimana, dopo il rimbalzo registrato due settimane fa, le quotazioni sono tornate a perdere dollari, mantendosi comunque sopra i livelli di minimo di qualche settimana fa. Nella media settimanale il Brent si attesta intorno ai 34 dollari al barile e il WTI intorno a 24.
Il nuovo scenario dell'EIA per il 2020
La settimana scorsa l'Energy Information Administration ha pubblicato il nuovo scenario per il 2020. L'istituto prevede un prezzo medio atteso per il Brent e il WTI rispettivamente di 33 e 29.3 dollari al barile, segnalando una variazione negativa rispetto al 2019 di -31 e -28 dollari al barile. Per il secondo trimestre 2020 il prezzo è atteso su livelli inferiori alla media annua per poi riprendersi nella seconda parte dell'anno.
Il consumo e la produzione per il 2020 si prevedono essere rispettivamente intorno 95.5 milioni barili al giorno, in riduzione rispetto al 2019 del 5.2%, e 99.4 milioni barile al giorno, -1.2% rispetto al periodo precedente (1).
(1) La previsione è stata pubblicata prima dell'accordo dell'OPEC+.