La settimana più nera per il prezzo del petrolio
Valori negativi e livelli di minimo storico travolgono il prezzo del petrolio
Pubblicato da Claudia Ranocchia. .
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Dopo l’affondo di lunedì 20 aprile, il prezzo del barile recupera qualche dollaro e rimane relativamente stabile sui livelli di minimo storico che ormai lo caratterizzano da marzo.
Le recenti manovre economiche a sostegno dell’Unione Europea non hanno risollevato il prezzo del petrolio rispetto a due settimane fa. Venerdì 24 aprile il Brent, benchmark europeo, si è attestato intorno a 21.5 dollari al barile perdendo circa -6.6 dollari. Perde anche il WTI, circa -1.6 dollari, chiudendo a 16.9 dollari al barile che recupera però dal valore negativo di inizio settimana. Infine anche l’Oman/Dubai chiude in negativo di -4.5 dollari fermandosi sui 23.1 dollari al barile.
Andamento prezzo del petrolio |
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Come già raccontato la settimana scorsa, lunedì 20 aprile il prezzo del WTI ha registrato, per la prima volta nella storia, un valore negativo pari -37.6 dollari al barile.
La capienza massima del magazzino di stoccaggio di Cushing (Oklahoma), punto di consegna del WTI, ha portato ad una caduta del prezzo così forte da far scendere i prezzi in territorio negativo. Quello che è successo, come riporta l’EIA, è dovuto al fatto che diversi operatori non potevano più prendere in consegna fisica entro la scadenza prestabilita, ovvero il 21 aprile per quanto riguarda il contratto di maggio, e sono pertanto ricorsi alla vendita dei loro contratti a termine a prezzi negativi, ovvero pagando una controparte per prendere possesso dei contratti.
Inoltre quello che preoccupa, come riportato in un articolo de IlSole24ore, è l’impossibilità per alcuni operatori finanziari di assumere posizioni lunghe, la vendita infatti è l’unica operazione consentita.
La possibilità di sola vendita è una strategia attuata dai broker per proteggere i loro clienti dopo che il WTI ha toccato valori negativi, per questi operatori non è possibile scommettere sull’andamento futuro del petrolio. L’articolo sottolinea inoltre che “la fuga di massa dei compratori è un fattore che potrebbe facilitare un nuovo affondo del petrolio a prezzi negativi.”
Prezzi negativi, dovuti a mancanza di liquidità ed eccesso di offerta, spaventano il mercato del petrolio e i suoi produttori, tanto che alcuni si stanno adoperando per adattare la produzione ad una domanda di petrolio minima.
La Russia ad esempio valuta di bruciare il petrolio per cercare di toglierlo dal mercato e l’Arabia Saudita ha dichiarato che l’OPEC è disposta ad attuare tagli aggiuntivi alla produzione, per ora non c’è nessun ulteriore impegno ufficiale.