Balzo del petrolio sostenuto dai produttori

I tagli dei paesi produttori risultano credibili per gli operatori finanziari: il prezzo del greggio recupera

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Il rally del petrolio e l’ottimismo degli operatori finanziari stanno caratterizzando il mese di giugno.
La scorsa settimana la quotazione del greggio ha recuperato quanto perso due settimane fa e ha chiuso in positivo, sfiorando i massimi storici dell’era COVID19.
Venerdì scorso tutti i benchmark del petrolio hanno segnato lo stesso recupero, pari a +3.5 dollari al barile: nello specifico il Brent ha chiuso a 42.2 dollari al barile, il WTI a 39.8 e l’Oman/Dubai a 41.7.

Andamento prezzo del petrolio
Andamento prezzo del petrolio

A sostenere il recupero del barile c’è da un lato la drastica riduzione dell’offerta attuata dall'OPEC e dagli Stati Uniti d’America, e dall’altro la lieve ripresa dei consumi.
Secondo l’International Energy Agency (IEA), a maggio l’offerta di petrolio si è ridotta di 11.8 milioni di barili al giorno. I tagli proseguiranno nel corso nell’estate: l’OPEC infatti prevede di decurtare la produzione anche il prossimo mese per un ammontare pari a 9.7 milioni di barili al giorno.
Per quanto riguarda i consumi, l’IEA sostiene che nel periodo marzo/aprile la domanda cinese abbia recuperato velocemente, e che in India a maggio sarebbe addirittura cresciuta (nonostante quest'ultima rappresenti uno dei paesi maggiormente colpiti dal virus). Su questa scia l’agenzia ha rivisto le stime dei consumi per il 2020, con una revisione al rialzo di 500 mila barili al giorno in più rispetto alla previsione di maggio.

Il sostegno dei fondamentali potrebbe quindi contribuire all’assorbimento delle scorte, che risultano ancora particolarmente elevate.
Secondo l’Energy Information Administration (EIA), le scorte di petrolio negli USA si trovano ancora su livelli prossimi ai massimi storici, anche se i dati mostrano un rallentamento nel tasso di crescita. Se le scorte di petrolio USA aumentavano ad un tasso medio settimanale dell'1% ad aprile (periodo in cui il WTI ha registrato valori negativi in conseguenza all’eccesso di scorte e dei mancanti acquirenti), attualmente il tasso di crescita è inferiore allo 0.5%. Si nota quindi una significativa riduzione, benchè l'attuale tasso di crescita delle scorte rimanga ancora ad un livello nettamente superiore a quello pre-pandemia: a gennaio, prima della diffusione del virus in Occidente, il tasso di crescita si attestava intorno allo 0.07%.

In conclusione l’ottimismo degli investitori conduce il prezzo del greggio ad un recupero, ma osservando i livelli delle scorte questo sembra procedere a lenti ritmi. Inoltre tale ripresa risulterà possibile se e solo se perdurerà il sostegno dei fondamentali, ovvero se i tagli da parte dei paesi produttori continueranno a risulare credibili e se non si verificherà una nuova ondata di contagi nella seconda parte dell’anno, che porterebbe con sè un’ulteriore brusca frenata dei consumi. Su entrambi i fattori grava una significativa dose di incertezza.