I mercati tra geopolitica e geoeconomia
Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 22 giugno 2020
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
LME Non Ferrosi Analisi settimanale LMEDINAMICA SETTIMANALE
La scorsa settimana, rispetto alla precedente (venerdì su venerdì), c’è stato un rialzo dei prezzi che ha interessato 5 metalli su 6. In evidenza il rialzo dello zinco e il ribasso dello stagno. Le quotazioni dell’indice LMEX sono salite fino a quota 2638 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è vicino alla zona ipercomprato. La chiusura settimanale è sopra le medie mobili a 10, 20 e 40 giorni (indicazione rialzista). L’indice ha recuperato oltre il 50% del valore perso a causa della pandemia.
COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE
La pandemia ha aggravato il caos preesistente nel sistema internazionale, sia a livello politico sia a livello economico.
A livello economico il disastro è globale, anche se l’impatto è diversificato nelle diverse aree geoeconomiche (Americhe, Unione Europea, Europa in generale, Asia, Africa) e anche a livello dei singoli paesi. Ciò a causa di diversi fattori, tra cui rapidità, durata e durezza nell’adozione delle misure di distanziamento sociale o lockdown.
Inoltre, la pandemia ha soffiato sul fuoco di altri fenomeni, di natura geopolitica:
- Sale la tensione tra le due Coree, dopo che la Corea del Nord ha fatto esplodere un ufficio inter coreano.
- Tensioni anche al confine tra Cina e India, dopo l’uccisione di oltre 20 militari indiani per l’annoso problema del confine fra i due stati.
- I contrasti tra Cina e Hong Kong agitano le cancellerie di mezzo mondo, in particolare della Gran Bretagna, degli USA e dell’Unione Europea, che si schierano a favore dell’ex colonia britannica.
- La crisi in Libia è sempre più un affare tra Russia e Turchia, mentre Europa e Italia sono marginalizzate.
- Israele decide di annettere alcuni territori palestinesi.
Questi fenomeni non aiutano il già critico fronte economico.
Dopo i crolli generalizzati di PIL, le ripercussioni del covid-19 sono arrivate al commercio mondiale e soprattutto agli investimenti esteri, crollati del 40% a livello mondo, con punte del 55% in Sud America, dove diversi paesi (Brasile, Messico, Argentina) hanno visto un rapido peggioramento economico. E ci sono ulteriori conseguenze:
- L’aumento della tensione tra USA e Cina, sia per le accuse americane relative alle informazioni non tempestive sul covid-19, sia per la situazione di Hong Kong.
- Tensioni tra Unione Europea e Cina sull’export di molti prodotti in acciaio e alluminio a basso costo verso l’area euro.
- La Cina rinuncia allo status di economia di mercato nei confronti dell’Unione Europea, che a sua volta si è dotata di un meccanismo antidumping, in grado di superare nei fatti la nozione di economia di mercato e proteggere le imprese europee da importazioni a basso prezzo provenienti da paesi terzi.
- Il 15 giugno, la Commissione Europea ha annunciato un tentativo senza precedenti di bloccare i sussidi erogati da Pechino agli esportatori. E questa settimana presenterà una proposta per rafforzare la tutela delle proprie aziende rispetto alle acquisizioni da parte di gruppi extra-Ue.
- Anche gli USA sono impegnati con la Cina in un’analoga disputa sullo status di economia di mercato.
- La svalutazione delle valute dei paesi più in difficoltà, come l’Iran, colpito dalla riduzione dei prezzi del petrolio e dalle minori esportazioni di greggio.
In conclusione, una riflessione sul forte rialzo del debito pubblico a livello mondiale. Questa crescita del debito porta a interrogarsi sulla sua sostenibilità sul medio-lungo termine e sulle ripercussioni sociali che si avranno già nei prossimi mesi, quando si faranno sentire gli effetti del boom della disoccupazione in tutto il mondo.
Andamento dei mercati finanziari e delle materie prime
I mercati non sembrano avere ancora metabolizzato per intero gli effetti della pandemia a livello geopolitico e geoeconomico. Al momento sono concentrati più sulla ripartenza che sugli effetti duraturi o comunque a medio-lungo termine della crisi covid-19. Nel comparto dei metalli non ferrosi, per esempio, se si guarda al recupero dei prezzi del rame, tornati a quota 5900 $/ton (non accadeva dal febbraio scorso), si nota che questi valori non rispecchiano i veri fondamentali del metallo, la cui domanda attualmente si basa essenzialmente sui consumi cinesi, oltretutto in calo.