Il precario equilibrio del mercato siderurgico
Prezzo dell’acciaio tenuto stabile da un’offerta che si aggiusta velocemente alle variazioni della domanda.
Pubblicato da Pasquale Marzano. .
Tassi di Cambio Ferrosi Determinanti dei prezzi
Nell’articolo della settimana scorsa abbiamo segnalato la relativa tenuta del prezzo dei coils laminati a caldo nel primo semestre del 2020, nonostante ad aprile si sia verificato un crollo della domanda mondiale di acciaio peggiore, in termini di variazione tendenziale, rispetto a quella che si è avuta nel minimo della crisi del 2016.
Più in generale, nel grafico seguente viene illustrato come, nella prima parte dell’anno, l’aggregato dei ferrosi abbia tenuto meglio rispetto all’indice delle commodity industriali (rispettivamente -3.4% e -7.4%).
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Se da una parte, dunque, il crollo della domanda poteva portare ad una forte riduzione dei prezzi dell’acciaio, dall’altra, diversi fattori in gioco hanno fatto si che ciò non avvenisse.
Per approfondire i fattori che sono alla base di questa dinamica in Europa è necessario allargare il campo d’analisi anche al mercato siderurgico cinese, che è il teatro di riferimento mondiale per i prezzi dell’acciaio. Questa analisi comparata ci consente di evidenziare in modo più chiaro le determinanti dei prezzi dell’acciaio sia nel mercato cinese che in quello europeo.
Mercati a confronto
La Cina è il maggiore produttore di acciaio al mondo, con una quota del 53.3% della produzione mondiale (fonte World Steel Association), quasi interamente prodotta tramite altoforno. L’impiego di rottami è quindi relativamente limitato, mentre molto elevato è l’impiego di minerali di ferro, di cui la Cina è il maggior importatore mondiale: nel 2019 l’import cinese di minerali ferrosi è stato di 1342 milioni di tonnellate (fonte ExportPanning). Per questo motivo il prezzo dell’acciaio cinese è molto più legato ai minerali, rispetto al corrispettivo europeo.
Il mercato europeo ricopre una fetta decisamente inferiore della produzione mondiale di acciaio (8.5%, fonte World Steel Association) rispetto a quella cinese.
A differenza della Cina, però, il processo produttivo avviene sia attraverso l’altoforno sia attraverso il forno elettrico, a fronte di una maggiore disponibilità di rottami in Europa.
Il legame tra minerali di ferro e rottami e tra acciaio e rottami, fa si che i prezzi si influenzino a vicenda, creando una circolarità che si ripercuote sulla determinazione del prezzo dell’acciaio e dei rottami.
Le determinanti del prezzo dell’acciaio sul mercato cinese
Attraverso un’analisi econometrica, abbiamo identificato i contributi delle principali materie prime alle variazioni di prezzo dei coils laminati a caldo, sia per la Cina che per l’Europa. I modelli sono molto buoni dal punto di vista statistico.
Nel grafico che segue sono illustrati i contributi alle variazioni del prezzo di riferimento cinese.
Dinamica del prezzo in $ dei coils a caldo in Cina e relative componenti |
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Il prezzo dell’acciaio cinese ha avuto una caduta elevata (pari al 6% mensile) nei tre mesi di febbraio, marzo e aprile, determinato sia dalla riduzione del prezzo dei minerali che, soprattutto, da quello del carbone. Il contributo più negativo, tuttavia, è dato dal crollo della domanda. Con il mese di maggio la situazione cambia radicalmente: il prezzo dell’acciaio cinese inizia ad aumentare sostenuto dagli aumenti sia del prezzo dei minerali che del prezzo del carbone. Le tensioni tra domanda e offerta forniscono un contributo positivo a maggio e neutrale a giugno.
Quello che emerge da questa analisi è un prezzo sul mercato cinese governato dalla dinamica esogena dei prezzi delle materie prime e da una interazione tra domanda e offerta che riflette prevalentemente la dinamica della domanda a cui l’offerta tende ad adeguarsi.
Le determinanti del prezzo dell’acciaio sul mercato europeo
Per quanto riguarda il prezzo di riferimento europeo, le componenti che entrano in gioco sono in parte diverse dalle determinanti del prezzo cinese.
Dinamica del prezzo in $ dei coils a caldo in Europa e relative componenti |
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Il grafico mostra come, dopo un avvio negativo a gennaio, il prezzo dei coils si muove in un intorno di zero in tutto il periodo della crisi sanitaria europea, con deboli aumenti a febbraio e marzo (dell’1% e del 3% rispettivamente) e flessioni inferiori all’1% nei mesi di aprile e maggio, quando maggiormente sono crollati gli impieghi di acciaio in Europa.
Oltre alla dinamica dei costi, due altri fattori hanno svolto un ruolo determinante nel guidare le dinamiche del prezzo dell’acciaio in questi mesi: il tasso di cambio e le tensioni tra domanda e offerta.
Per rendere confrontabili le dinamiche dei prezzi in Cina e Europa, i prezzi considerati in questa analisi sono tutti prezzi in dollari. Risulta evidente, quindi, come le modificazioni del cambio dollaro/euro abbiano effetti significativi sul prezzo in dollari dell’acciaio commercializzato in Europa: apprezzamenti del dollaro (come a febbraio ed aprile) tendono a ridurre il prezzo in dollari; deprezzamenti del dollaro (come a marzo e giugno) tendono a sostenere il prezzo in dollari.
Ma il fattore più significativo che emerge da questa scomposizione delle determinanti del prezzo dell’acciaio, nel primo semestre del 2020, è il contributo positivo all’aumento del prezzo dato dalle tensioni tra domanda e offerta nel periodo febbraio-maggio. In una fase in cui la domanda crolla vistosamente, è evidente che il sostegno ai prezzi derivi da piani di produzione delle acciaierie europee che hanno ridotto l’offerta sul mercato di pari passo con la riduzione degli impieghi. La situazione si capovolge a giugno dove, a fronte di una domanda in crescita, le interrelazioni tra domanda e offerta tendono a contenere gli aumenti di prezzo, segnalando un’offerta che si aggiusta velocemente agli aumenti di domanda.
In sintesi, in questo primo semestre il mercato europeo è stato governato anch’esso dalle dinamiche delle materie prime siderurgiche, a cui si sono aggiunte le modificazioni del cambio dollaro/euro e soprattutto politiche di offerta che sono riuscite ad aggiustare velocemente i piani di produzione alle elevate variazioni degli impieghi.
Analisi delle condizioni di redditività in Europa
Infine, per completare l’analisi, è utile costruire lo Should Cost al fine di poter confrontare la dinamica del prezzo in Europa con la dinamica dei suoi costi.
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Il grafico mostra come l’indice sintetico costruito utilizzando i prezzi dei rottami di acciaio, del carbone siderurgico e dei minerali di ferro rispecchia quasi perfettamente la dinamica del prezzo considerato, soprattutto dopo il 2014, segnalando un mercato siderurgico in cui costi e prezzi possono risultare disallineati solo per brevi periodi. Se si pone l’attenzione alle dinamiche specifiche del 2020, emergono questi fatti:
- fino a maggio lo should cost ha registrato delle diminuzioni;
- il prezzo dell’acciaio in dollari è risultato sostanzialmente stabile;
- lo Should Cost segna a giugno un primo aumento, in relazione ai primi segnali di avvio di una fase di recupero dalla profonda crisi mondiale della primavera di quest’anno;
- il prezzo dell’acciaio a giugno non ha reagito a questo aumento dei costi.
Il prezzo dell’acciaio in Europa sembra quindi aver trovato un suo punto di equilibrio. L’aumento dei costi siderurgici nei prossimi mesi non sarà tale da minare questo equilibrio. Allo stesso tempo la necessità di recuperare progressivamente i livelli di produzione pre-Covid renderà prudenti le acciaierie nelle politiche di prezzo. Nei prossimi mesi, quindi, a fronte sia di deboli aumenti dei costi siderurgici sia di impieghi di acciaio progressivamente in recupero, il prezzo dell’acciaio tenderà a rimanere sostanzialmente stabile, guidato dalla necessità delle acciaierie di recuperare dal lato dei volumi di produzione.