Il faticoso recupero estivo del prezzo del petrolio è stato vanificato
La seconda ondata di contagi inquieta i mercati e l’incertezza torna a dominare
Pubblicato da Claudia Ranocchia. .
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Per la prima volta da giugno la quotazione del petrolio è tornata sotto i 40 dollari al barile. Il taglio record adottato dall’OPECPlus è riuscito a far recuperare il prezzo del petrolio dai drastici valori su cui si attestava in primavera, ma ora i fondamentali iniziano a cedere e il petrolio reagisce negativamente.
La scorsa settimana il Brent si è fermato a 39.9 dollari al barile, il WTI a 37.3 e l’Oman/Dubai a 39.4; rispetto a due settimane fa i tre benchmark hanno perso circa 2.5 dollari.
Andamento prezzo del petrolio |
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A spiegare il recente affondo del prezzo del greggio ci sono due elementi che trovano origine nella profonda incertezza che sta segnando i mercati: calo della domanda ed eccesso di offerta.
La seconda ondata di Covid-19 in Europa e l’aumento dei contagi nel resto del mondo, specialmente nel continente americano, destano forti preoccupazioni per il recupero della domanda sui livelli prepandemici.
A far affondare ulteriormente i mercati c’è stata anche la sospensione temporanea della sperimentazione del vaccino di AstraZeneca, con la quale l’UE aveva stipulato un contratto per la diffusione a partire dalla fine del 2020.
La pressione sul prezzo ha costretto l’Arabia Saudita a tagliare i listini per il greggio in consegna in Asia ad ottobre, come riportato nell’articolo della scorsa settimana. Dopo l’Arabia Saudita, anche il Kuwait ha adottato la stessa strategia al fine di contrastare la riduzione della domanda.
Nonostante l’attuale eccesso di offerta, un ulteriore taglio della produzione non sembra essere sul tavolo nel prossimo vertice OpecPlus, previsto per il 17 settembre. Il cartello e i suoi alleati sembrano più orientati ad un comune impegno e responsabilità negli oneri precedentemente presi, piuttosto che ad una nuova decurtazione della produzione. Il rispetto delle politiche restrittive è sempre stato, infatti, uno dei temi più discussi all’interno del cartello ed in questo momento di emergenza la discussione è riemersa in modo acceso, specialmente da parte dell’Iraq. A causa di problematiche interne ed un prezzo del petrolio troppo basso che sta distruggendo le finanze irachene, il dibattito sull’ottemperanza degli tagli alla produzione è emerso di nuovo nel paese.
In sintesi, l’incertezza domina i mercati e questa situazione si traduce in un prezzo del petrolio ai minimi da tre mesi, con un valore al di sotto della soglia critica di 40 dollari al barile.