Seconda ondata e ruolo della Cina sui metalli

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 19 ottobre 2020

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

La scorsa settimana, rispetto alla precedente (venerdì su venerdì), è stato registrato un rialzo dei prezzi che ha interessato 4 metalli su 6. In evidenza il rialzo del nichel, seguito dall’alluminio primario. Le quotazioni dell’indice LMEX sono salite a quota 3045 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra ma in rialzo. La chiusura settimanale è sopra le medie mobili a 10, 20, 40 giorni (indicazione rialzista). L’indice ha recuperato tutto il valore perso a causa della pandemia e ha segnato i nuovi massimi pluriennali.

COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE

I contagi continuano a salire in tutto il mondo e fanno tremare le borse. La preoccupazione dei mercati si concentra sul tema lockdown. Attualmente esistono blocchi parziali e localizzati in Europa, America e Asia, ma il timore è che i lockdown generali, per ora esclusi come opzione dai governi, possano ripresentarsi.

Contro l’opzione lockdown severi c’è la maggiore conoscenza del problema e di come affrontarlo e controllarlo, oltre alla fiducia in una prossima disponibilità del vaccino. Questo non esclude però un’ulteriore frenata della crescita economica. In molti Paesi europei, a cominciare dalla Germania, la crescita economica sta rallentando, sebbene la discesa questa volta sarà più contenuta.

Il Fondo Monetario Internazionale, nel suo ultimo World Economic Outlook, ha migliorato leggermente le stime sia per il 2020 sia per il 2021 e ha ribadito la necessità per gli Stati di mantenere politiche economiche molto espansive, senza pensare troppo ai vincoli di bilancio e al debito pubblico. Il messaggio per le banche centrali, poi, è quello di proseguire con la politica monetaria accomodante, basata su bassi tassi di interesse e acquisto di debito pubblico. Infine, dall’FMI arriva il monito di evitare gli sprechi e prestare attenzione alla disoccupazione e alla povertà (entrambe in forte aumento).

Infatti, si stima che la pandemia abbia provocato danni economici nel mondo per oltre 11 mila miliardi di dollari nel biennio 2020-2021, che saliranno a 28 mila nei prossimi cinque anni, mentre, tra interventi statali e delle banche centrali, a oggi, sono stati stanziati “solo” 12 mila miliardi di dollari.

Ciononostante, si registrano segnali concreti di ripresa delle attività industriali, anche se con differenze significative tra Europa e Cina e tra America e Cina. La Cina è stata la prima a fare i conti con la pandemia e la prima a uscirne e a riprendere l’attività manifatturiera, che ha registrato aumenti record, per esempio nella produzione di acciaio.

Per i metalli non ferrosi, al momento, sembra si possa escludere un crollo della domanda globale, grazie anche alla crescita che si registra in Asia in generale e in Cina in particolare – secondo l’FMI, questo sarà l’unico Paese (tra i grandi) che chiuderà il 2020 col segno più: PIL a 1.9%, contro il –4.4% del PIL globale. Se si osservano domanda, produzione e importazioni nel comparto dei metalli, si nota che sono tutte in crescita. Per quanto riguarda il trend dei prezzi si può stimare uno storno dai valori attuali nelle prossime settimane, ma non un crollo simile a quello della scorsa primavera.