Euro forte o dollaro debole? E l’Asia?
Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 7 dicembre 2020
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
LME Non Ferrosi Analisi settimanale LMEDINAMICA SETTIMANALE
La scorsa settimana, rispetto alla precedente (venerdì su venerdì), ha registrato un rialzo dei prezzi che ha interessato 2 metalli su 6. In evidenza il rialzo del rame, seguito da quello dell’alluminio. Le quotazioni dell’indice LMEX sono salite a quota 3421.5 $ sui massimi annuali. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona ipercomprato, il che lascia presagire uno storno dei prezzi nel breve termine. La chiusura settimanale è ben sopra le medie mobili a 10, 20 e 40 giorni (indicazione rialzista). L’indice ha recuperato tutto il valore perso a causa della pandemia e ha segnato i nuovi massimi pluriennali.
COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE
Durante la settimana scorsa, l’euro contro il dollaro ha sfondato quota 1.21 – non accadeva dalla primavera del 2018. A una prima lettura il cross euro dollaro sembra indicare la maggiore forza della valuta europea verso quella americana che potrebbe, se ciò perdurasse nei prossimi mesi, creare qualche problema alla crescita dell’economia UE, molto dipendente dalle esportazioni verso il resto del mondo.
Per ora la BCE non si è pronunciata, come non lo ha fatto la FED. Entrambe le banche centrali sono costrette a pensare a come arginare i danni causati dalla pandemia Covid-19 e quindi a garantire una politica monetaria molto espansiva per la salvaguardia dei posti di lavoro. A detta degli esperti, la forza dell’euro in realtà è l’espressione della debolezza del dollaro, che si appresta a chiudere l’era Trump e ad aprire quella Biden. Per l’anno prossimo molti economisti stimano che l’euro possa salire ancora e raggiungere quota 1.24 contro il dollaro, tasso di cambio già toccato e superato a febbraio 2018. Forse, a quel punto, BCE e FED potrebbero intervenire.
Nel suo ultimo bollettino dei giorni scorsi, l’OCSE plaude all’arrivo dei vaccini, che disegnano un “futuro migliore”, ma avverte che i problemi causati dalla pandemia non sono ancora alle spalle e sottolinea che bisogna attendersi altri 6-9 mesi di convivenza con il virus, mesi che non saranno facili. Stando sempre a quanto contenuto nel bollettino OCSE, la crescita economica dovrebbe essere più alta nei Paesi che attueranno una campagna vaccinale efficiente e rapida e, pertanto, l’Organizzazione si augura una cooperazione globale, che permetta la distribuzione del vaccino in tutto il mondo e quindi anche nei Paesi meno sviluppati.
Economia mondiale sempre più Asia-centrica?
Secondo l’OCSE, l’Asia correrà di più rispetto alle altre macro-aree e la Cina – che ha già avviato la vaccinazione di massa – farà meglio di tutti nel 2020 e anche nel 2021. Inoltre, il monito dell’Organizzazione è chiaro: l’asse economico si sta spostando verso Oriente, ovvero verso l’Asia, specie dopo l’accordo RCEP, e il contributo alla crescita economica mondiale di USA e UE sarà inferiore al loro peso economico. Ciò avrà conseguenze pesanti su tutti i mercati delle commodity e ridisegnerà la supply chain globale.
A sostegno di quanto detto, Caixin e Markit confermano che la manifattura cinese è al top degli ultimi 10 anni, in quanto durante la pandemia ha beneficiato della forte accelerazione della domanda interna e della più alta crescita occupazionale da maggio 2011. Nello stesso tempo le imprese cinesi hanno incrementato i loro acquisti e aumentato le scorte, sia di materie prime sia di prodotti finiti.
Petrolio
La riunione dell’OPEC+ della settimana scorsa ha faticosamente chiuso i suoi lavori con annunci importanti. Il primo riguarda la produzione di greggio, che a gennaio 2021 calerà solo di 500 mila tonnellate, anziché di 1.9 milioni come previsto nella primavera scorsa.
Il secondo annuncio è che ci saranno riunioni mensili per decidere il da farsi sulla base della domanda reale di greggio, finora ridotta dalla pandemia. Secondo gli esperti, questa ipotesi aumenterà la volatilità delle quotazioni del petrolio e dei suoi derivati, come la nafta e la plastica.
Infatti, il vertice dei maggiori produttori di petrolio appare quanto mai diviso, con alcuni Paesi che mal digeriscono la posizione dominante della Russia, che sta accrescendo la sua egemonia. Inoltre, le divisioni in seno all’OPEC rispecchiano le forti divisioni in Medio Oriente, lacerato da conflitti politici e militari, sempre più instabile e, per questo, motivo di apprensione a livello globale.
Andamento dei mercati finanziari e delle materie prime
Metalli non ferrosi in rialzo, anche se il momentum rallenta.
Metalli preziosi in rialzo, a eccezione del palladio.
Prezzi del petrolio in rialzo per il WTI e in ribasso per il Brent. Gas naturale in rialzo.
Sui mercati valutari in rialzo l’euro e in ribasso il dollaro. Yuan cinese in rialzo sul dollaro e in ribasso sull’euro.