Cinquanta dollari: nuova soglia critica per il prezzo del petrolio

Nuovi rialzi sulla scia dell'ottimismo per l’inizio delle campagne di vaccinazione

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La scorsa settimana il mercato del petrolio ha chiuso in rialzo rispetto a quindici giorni fa. Le quotazioni si sono attestate su livelli record che non toccavano da marzo: il Brent ha chiuso a 49.9 dollari al barile (+0.7$), il WTI a 46.6 (+0.3$) e l’Oman/Dubai a 48.9 (+0.7$).
Se la settimana si è aperta con una leggera frenata, ed una successiva stabilizzazione sui livelli medi recenti, giovedì 10 dicembre ha avuto luogo una nuova sferzata al rialzo (+1$), a seguito della notizia dell’approvazione da parte della US Food and Drug Administration del vaccino Pfizer-Biontech; il Brent ha sfondato la soglia dei 50 dollari al barile.

Grafico 1: Andamento prezzo del petrolio
Andamento prezzo del petrolio

Fino ad ora dicembre è stato segnato da un’ondata di ottimismo, contrariamente al mese di novembre in cui il petrolio faticava a stabilizzarsi sui 40 dollari al barile. Ad oggi, invece, la nuova soglia critica per il prezzo del petrolio sembra essere nell'intorno dei 50 dollari.
Questo dinamica è sostenuta dalla speranza di una prossima uscita dalla pandemia grazie alla distribuzione del vaccino. La scorsa settimana la campagna di vaccinazione è partita nel Regno Unito, a seguito della Russia, e oggi partirà negli USA dopo l’approvazione da parte dell’istituto di competenza americano. In Europa si prospetta l’inizio della vaccinazione tra la metà e la fine di gennaio.

Insieme alle speranze del vaccino, si vede uno spiraglio di luce anche per la ripresa della domanda globale. Nonostante l’Europa sia ancora alle prese con l'epidemia da Covid-19, come dimostra il ritorno ad un regime di lockdown più severo in Germania previsto per il 16 dicembre, alcuni paesi europei come Francia e Spagna hanno invece allentato le misure, generando un rimbalzo della domanda di energetici grazie alla ripresa della mobilità (fonte dei dati sulla mobilità: Apple).
Se quindi in Occidente la ripresa è a macchia di leopardo, in Oriente - specialmente in Cina e Giappone - il consumo di energetici è molto prossimo ai livelli prepandemici; anche l’India segna un rimbalzo negli ultimi mesi (fonte: EIA). I dati ad oggi disponibili per la domanda di energetici confermano dunque uno scenario che si prospettava già da alcuni mesi: da un lato l’Oriente che recupera ad un ritmo serrato, e dall'altro l’Occidente che sconta ancora gli effetti della pandemia.