Le notizie che hanno fatto volare i prezzi delle commodity
Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 14 dicembre 2020
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
LME Non Ferrosi Analisi settimanale LMEDINAMICA SETTIMANALE
La scorsa settimana, rispetto alla precedente (venerdì su venerdì), è stato registrato un rialzo dei prezzi che ha interessato 5 metalli su 6. In evidenza il rialzo del nichel, seguito da quello dello stagno. Le quotazioni dell’indice LMEX sono salite a quota 3493.9 $ sui massimi pluriennali. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona ipercomprato: ciò lascia presagire uno storno dei prezzi nel breve termine. La chiusura settimanale è ben sopra le medie mobili a 10, 20 e 40 giorni (indicazione rialzista). L’indice ha recuperato tutto il valore perso a causa della pandemia e ha segnato i nuovi massimi pluriennali.
COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE
Molte delle news della scorsa settimana hanno influenzato decisamente l’andamento dei mercati, a cominciare da quelli delle materie prime.
Una delle notizie arriva dalla Banca Centrale Europea, che ha caricato il suo bazooka con ulteriori 500 miliardi di euro in soccorso dell’economia UE, che in questo 2020 ha visto salire in modo preoccupante il debito pubblico. In totale l’impegno della BCE sale a 1850 miliardi di euro e l’acquisto di titoli pubblici (dei singoli Paesi UE) viene prorogato fino a marzo 2022. Inoltre, se ciò non dovesse bastare, si interverrà ancora. Infatti, per la BCE, nonostante l’arrivo del vaccino, l’economia non sarà fuori dal tunnel prima della fine del 2021 e, nonostante il rimbalzo atteso, la prima parte dell’anno sarà ancora critica. In ogni caso, questa notizia, per i mercati, vuol dire liquidità abbondante e tassi di interesse a zero ancora a lungo.
Altra notizia europea è il superamento del veto di Ungheria e Polonia e quindi il via libera al bilancio 2021-2027 e, soprattutto, al mega piano di aiuti Next Generation EU, che vale 1880 miliardi di euro, di cui 750 di debiti comuni attraverso l’emissione di eurobond. Inoltre, sono state approvate le modifiche al Meccanismo europeo di stabilità (MES), che mette a disposizione altri soldi per gli Stati che vorranno richiederli. E anche queste sono buone notizie per i mercati. Cattive invece le notizie che riguardano il confronto fra Unione Europea e Regno Unito sulla Brexit. Il no deal sembra sempre più certo, con tutto quello che comporterà per il commercio tra le due aree.
Rassicurazioni ai mercati vengono poi dal fronte vaccini: alcuni Paesi hanno già avviato le proprie campagne vaccinali, e fra questi proprio il Regno Unito, la Russia e, a breve, dovrebbero avviare le vaccinazioni anche altri paesi UE ed extra-UE. In Italia si potrebbe iniziare da fine gennaio 2021. Inoltre, la Cina, che ha già avviato la vaccinazione, sta promuovendo la diffusione del proprio vaccino in altri Paesi amici (specie quelli in via di sviluppo, come Indonesia, Brasile, Marocco, Emirati Arabi).
Ultima segnalazione fra le news che hanno fatto entusiasmare i mercati è quella che arriva dagli Stati Uniti. La Corte Suprema ha dato torto a Trump sui brogli elettorali e questo significa che a gennaio Biden sarà il nuovo, indiscusso, presidente.
Tutte queste notizie, con in aggiunta il ruolo molto importante dei fondi hedge, hanno indotto una situazione di bull market per le commodity in generale e per i non ferrosi in particolare. Secondo molte società di analisi, a cominciare da Goldman Sachs, il trend rialzista è destinato a continuare a lungo, perché comunque la domanda di metalli non ferrosi è destinata a crescere a seguito della ripresa economica globale, che nel 2021 interesserà, oltre alla Cina, anche USA, Europa e Giappone. E l’offerta, ridotta a causa del Covid-19, potrebbe fare fatica ad adeguarsi in tempi brevi alla nuova domanda.
Per le terre rare (in gran parte controllate dalla Cina), oltre a quanto sopra, si aggiunge il rischio cinese di limitazioni all’export, per via di una recente legge varata dal governo di Pechino. Tra i prodotti che vi potrebbero rientrare (come niobio, titanio, tungsteno, cobalto, antimonio, terbio, praseodimio, neodimio e disprosio) molti sono impiegati in settori industriali strategici, dalle telecomunicazioni alle tecnologie rinnovabili, passando per i sistemi d’arma. Tra l’altro, Pechino potrebbe utilizzare le terre rare come “strumento di rappresaglia” nei confronti delle restrizioni americane sui chip a Huawei.
Sulla base di tutte queste considerazioni, nel 2021 il trend dei metalli non ferrosi dovrebbe essere rialzista, sia dal lato della domanda sia dal lato dei prezzi. Per il breve termine, però, occorre monitorare con attenzione il trend dei prezzi e lo stato del mercato che, per i metalli non ferrosi, vede attualmente una situazione di ipercomprato. Per questo è possibile aspettarsi uno storno dai valori attuali (molto alti e sui massimi pluriennali per rame, nichel, zinco, alluminio).
Andamento dei mercati finanziari e delle materie prime
I prezzi delle commodity si trovano sui massimi pluriennali. A oggi il vincitore assoluto 2020 è il minerale di ferro, che mostra una performance del 45%, a fronte di un mercato eternamente in surplus tra domanda e offerta, ma che da mesi soffre di interruzioni produttive nelle miniere e difficoltà logistiche nella filiera distributiva. Il maggiore consumatore è per tutti la Cina, che ha aumentato i suoi acquisti (1 miliardo di tonnellate) per aumentare le scorte.
Al secondo posto si piazza il rame, che si è avvicinato a quota 8000 $/ton – sempre grazie alla Cina, primo consumatore mondiale, che tra gennaio e novembre ha importato ben 6.2 milioni di tonnellate di rame per aumentare le sue scorte strategiche. Anche qui, oltre alla voracità cinese, hanno concorso le difficoltà dal lato della produzione per problemi legati al Covid-19 in Cile, Perù e Congo.
Tra i metalli non ferrosi ottime performance anche per alluminio, zinco e nichel.
Sugli altri mercati, in rialzo i prezzi del petrolio, che scommette su una crescita della domanda e sulla riduzione della produzione. Brent oltre i 50 $/barile.
Per i metalli preziosi, quella trascorsa, è stata una settimana di ribassi.
Per quanto riguarda, infine, i mercati valutari, euro sempre forte, sopra quota 1.21 contro il dollaro.