Gli effetti del petrolio sul prezzo delle plastiche

Analisi dei margini per i polimeri di etilene e PET

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Petrolio termoplastiche di base Determinanti dei prezzi

Nel 2020 il prezzo del petrolio è stato messo a dura prova dagli effetti che il Covid-19 ha avuto sull’economia mondiale. Il 20 aprile il prezzo giornaliero del WTI spot ha addirittura registrato dei livelli negativi, toccando i -37 dollari al barile (fonte DailyDataLab). Da allora, la ripresa dei consumi, soprattutto cinesi, unita ai tagli programmati dai produttori hanno provato a sostenere il prezzo del petrolio, ancora frenato dall’incertezza legata al diffondersi di nuove ondate di contagio.
Nelle ultime settimane, tuttavia, l’ottimismo legato alle prime somministrazioni del vaccino anti-Covid ha di fatto portato il prezzo giornaliero del WTI ai livelli di fine febbraio, prossimi ai 47 dollari (si veda l’aggiornamento settimanale).

Influenza del petrolio

Il prezzo del petrolio influenza tutta la filiera petrolchimica a valle e soprattutto le termoplastiche. Nel grafico che segue viene illustrato il confronto tra l’andamento dell’Indice plastiche ed elastomeri di PricePedia e il prezzo mensile del WTI trasformato in indice.

 Confronto dati mensili, Indici in $ (2017 = 100)

Dal grafico è possibile notare come l’indice plastiche ed elastomeri abbia avuto un crollo più forte durante la Grande Recessione (-26% nei primi undici mesi di crisi) rispetto a quello registrato durante la crisi sanitaria (-3% nello stesso arco temporale).
Dal grafico è possibile notare, inoltre, come l’indice fosse già in calo a inizio anno. Tuttavia, dopo il crollo della primavera 2020, i prezzi si sono stabilizzati.
Il legame tra petrolio e prodotti termoplastici è evidenziato nel grafico dal forte legame che unisce la dinamica dell’indice delle plastiche a quella del prezzo del petrolio, anche al netto dell’elevata volatilità che contraddistingue quest’ultimo.

Analisi econometrica

Per studiare la relazione tra prezzo del petrolio e prezzo delle plastiche è stata effettuata un’analisi econometrica, che ha permesso di determinare l’impatto che le forti oscillazioni dell’oro nero hanno sui polimeri da esso derivati. In particolare, è stata analizzata la relazione con i polimeri di etilene (HDPE ed LDPE) e con il polietilene tereftalato (PET).
I prezzi delle plastiche risultano cointegrati (si veda l’articolo), indicando che il prezzo osservato tende, nel lungo periodo, ad allinearsi al prezzo determinato dalla componente costi, rappresentata dai prezzi del petrolio e in minor misura dal gas naturale.

Ciò che risulta dall’analisi è che nel breve periodo le oscillazioni del prezzo del petrolio hanno un effetto d’impatto contenuto ma prolungato nel tempo, e tendono ad influenzare le variazioni dei prezzi delle termoplastiche anche in periodi successivi. L’effetto complessivo rimane comunque contenuto.
Inoltre, a parità di condizioni, il tempo stimato affinché il prezzo delle plastiche si allinei al prezzo di equilibrio è, in media, di circa 10 mesi. L’analisi di breve periodo sembra, dunque, spiegare perché non si osservano variazioni nei prezzi delle plastiche prossime a quelle registrate dai prezzi delle materie prime, seppure i prezzi delle due materie plastiche siano tra loro molto legati.

Attraverso il confronto tra prezzo registrato sui mercati e prezzo di equilibrio, determinato dai prezzi dei feedstock, è possibile definire un indicatore dei margini dei produttori di termoplastiche.
I grafici che seguono mostrano la dinamica di tali indicatori, costruiti come la differenza percentuale tra il prezzo effettivo e il prezzo di equilibrio.

Polimeri di etilene: differenza percentuale dal prezzo di equilibrio
HDPE
LDPE

Gli scarti dei prezzi dei polimeri di etilene rispetto al prezzo di equilibrio, si mantengono stabili intorno alla media, segnalando come, nel medio periodo, il loro prezzo sia fondamentalmente determinato dal prezzo dei feedstock.
Su questa situazione generale, una parziale eccezione è data dal 2016, quando i “margini” hanno registrato un picco “persistente” in corrispondenza con la caduta del prezzo del petrolio ai minimi storici. Un picco, anche più intenso, ma non persistente si è registrato nella primavera di quest’anno a fronte dei minimi raggiunti dal prezzo del petrolio.
Un’informazione utile ai fini di una previsione della probabile dinamica nei prossimi mesi dei prezzi dei polimeri di etilene è la presenza di margini positivi nei mesi più recenti. Questo significa che il mercato ha spazi per assorbire eventuali aumenti del prezzo del petrolio senza generare particolari tensioni sui prezzi di queste termoplastiche.

Pet: differenza percentuale dal prezzo di equilibrio
PET (no trend)
PET (trend)

Tra le determinanti del prezzo di equilibrio del PET è stato inserito anche un trend dal gennaio 2012. Questo trend è risultato negativo e statisticamente significativo. La sua presenza segnala l’esistenza di fattori che, a parità di dinamica dei prezzi del feedstock, tendono a ridurre il prezzo di equilibrio del PET. Questi fattori possono essere di due tipi. La prima tipologia riguarda fattori legati al processo tecnologico che consentono di ridurre i costi medi unitari di produzione. Il secondo tipo riguarda invece condizioni di domanda strutturalmente sfavorevoli che tendono a ridurre il prezzo di equilibrio via una riduzione strutturale dei margini. Non abbiamo informazioni specifiche per poter valutare quale dei due fattori abbia la maggior importanza. Questa valutazione non è tuttavia fondamentale, perché qualunque sia il fattore di base, il dato di fatto è che dal 2012 si è registrato una tendenza alla riduzione dei prezzi di equilibrio, portando ad una dinamica simile nei prezzi effettivi.

Nei grafici relativi al PET sono riportate le differenze percentuali dei prezzi effettivi rispetto al prezzo di equilibrio, calcolate sia al netto che al lordo del trend.
Dal punto di vista delle valutazioni sulla probabile dinamica nei prossimi mesi del prezzo del PET, la differenza che rileva è quella rispetto al prezzo di equilibrio al lordo del trend. Attualmente tale differenza è sostanziale e negativa, significativamente lontana dal valore medio. Questo porta a ritenere un probabile riaggiustamento verso l’alto del prezzo del PET, non appena le condizioni di domanda lo consentiranno.