Economie in fase di surriscaldamento e mercati in ipercomprato
Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 10 maggio 2021
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
LME Non Ferrosi Analisi settimanale LMEDINAMICA SETTIMANALE
Durante la scorsa settimana, rispetto alla precedente (venerdì su venerdì), è stato registrato un rialzo dei prezzi che ha interessato 7 metalli su 7. In evidenza il rialzo del piombo e del rame. La quotazione dell’indice LMEX è salita quota 4399.9 $ (nuovo massimo pluriennale dal 2011). L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona ipercomprato: ciò lascia presagire un possibile storno dai valori attuali. La chiusura settimanale è ben sopra le medie mobili a 10, 20 e 40 giorni (indicazione rialzista).
COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE
L’economia globale, spinta da Cina, Stati Uniti ed Europa, accelera oltre le attese e puntualmente si riaffaccia il timore di un surriscaldamento, che potrebbe portare all’inflazione. Dunque potrebbe essere opportuno rivedere la politica monetaria, alzando i tassi di interesse dove sono molto bassi, come negli Stati Uniti, in Cina e in Europa. A lanciare il monito è Janet Yellen, segretario al Tesoro USA e già presidente della FED.
La risposta indiretta dei governatori delle banche centrali non si è fatta attendere: per ora si va avanti con la politica monetaria accomodante e non si interviene né sui tassi di interesse né sul quantitative easing.
Al di là della disputa politica sul rischio di un ritorno dell’inflazione, c’è un dato di fatto: i volumi di trading sulle materie prime scambiate nelle borse merci più importanti sono in aumento. Per avere un’idea del rapporto tra metallo fisico e metallo finanziario è sufficiente osservare i volumi di rame e alluminio scambiati nel 2020 al London Metal Exchange.
Per l’alluminio sono stati scambiati 64.5 milioni di lotti, pari a 1.6 miliardi di tonnellate di alluminio. Sul mercato fisico la produzione mondiale di alluminio raffinato è di 66 milioni di tonnellate (secondo i dati della Banca Mondiale). Per il rame i lotti sono stati 34.4 milioni, pari a quasi 860 milioni di tonnellate di rame. Sul mercato fisico, la produzione mondiale di rame raffinato è di 25 milioni di tonnellate. Il rapporto tra metallo finanziario (scambiato in borsa) e metallo fisico (acquistato/venduto dalle aziende) è di 1 a 24 per l’alluminio e di 1 a 34 per il rame.
Se ai lotti scambiati all’LME si aggiungono quelli delle altre borse più importanti, come Chicago Mercantile Exchange e Shanghai Futures Exchange, il rapporto tra metallo fisico e metallo finanziario cresce ulteriormente, fino a triplicare e oltre.
Le aziende manifatturiere consumano più o meno metallo in funzione della loro domanda. Nelle borse merci, le posizioni long (acquisto) e short (vendita) aumentano o diminuiscono in funzione delle notizie relative a:
- aspettative di crescita economica
- aspettative di crescita/diminuzione della domanda e dell’offerta globale della singola commodity
- aspettative relative all’inflazione
- andamento del dollaro.
La settimana scorsa i metalli non ferrosi quotati all’LME hanno registrato i nuovi massimi pluriennali, col prezzo del rame volato oltre i 10400 $/ton, l’alluminio oltre i 2540 $/ton, il nichel oltre i 18000 $/ton. Questi rialzi sono dovuti a fenomeni speculativi: aumento della domanda di metalli, limitazioni nell’offerta, problemi nella supply chain che stanno dilatando i tempi di consegna.
Se i rincari dei prezzi di materie prime e semilavorati finiranno sui prezzi dei prodotti finali (beni di consumo), come è lecito aspettarsi e in parte sta già avvenendo, è inevitabile un contributo al rialzo del tasso di inflazione. E oltre una certa soglia (3% per USA ed Europa), ciò richiederà l’intervento delle banche centrali, per rimodulare in senso più restrittivo la politica monetaria.
In borsa l’equivalente del surriscaldamento dell’economia coincide con la situazione di ipercomprato, che stiamo riscontrando nei mercati dei metalli. Dall’ipercomprato non si esce in seguito all’intervento di un’autority, bensì per la decisione dei trader di ridurre o chiudere le posizioni long, perché il rischio finanziario è considerato troppo elevato (per via dell’aumento delle possibilità di inversione del trend da rialzista a ribassista). Per le aziende che utilizzano materie prime, il ricorso alle borse è importantissimo, perché consente di fare hedging (copertura del rischio).
Andamento dei mercati finanziari e delle materie prime
Tra i metalli non ferrosi rialzi e nuovi massimi pluriennali per alluminio, rame, piombo e stagno. In rialzo anche i prezzi dei rottami ferrosi e non. Nel comparto dell’acciaio, prezzi sui massimi pluriennali, nonostante il surplus del mercato mondiale. Tra i metalli preziosi, rialzi per tutti, tranne il palladio. Nei comparti delle plastiche, rialzi dei prezzi, soprattutto in Europa, dove si registrano molti problemi dal lato dell’offerta. Sui mercati valutari, ribasso per il dollaro e rialzo per l’euro, che guadagna terreno anche nei confronti dello yuan cinese. Tra gli energetici, in rialzo i prezzi del petrolio e quelli del gas.