Può la transizione ecologica essere il motore del prossimo superciclo?
Indicazioni dai consumi e dal prezzo del rame
Pubblicato da Pasquale Marzano. .
LME Non Ferrosi Superciclo Determinanti dei prezzi
Nei giorni scorsi il prezzo del rame ha raggiunto i 10720 dollari per tonnellata, superando il massimo storico del 14 febbraio 2011. La crescita dei prezzi dei metalli non ferrosi sembra essere alimentata anche da aspettative di un nuovo superciclo, che sarebbe generato dal passaggio da un’economia basata sull’energia fossile ad una economia “green”. L’effetto maggiore si avrebbe proprio su alcuni metalli non ferrosi (tra cui il rame), la cui domanda è destinata ad aumentare nel medio-lungo periodo.
Diventa dunque importante capire se le prospettive di lungo periodo possano giustificare gli aumenti recenti.
Il grafico che segue riporta il prezzo del rame grezzo rilevato da fonti diverse: al London Metal Exchange (LME), allo Shanghai Futures Exchange (SHFE)1 e alla dogana dei paesi UE.
Confronto prezzi mensili, $ per Ton |
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I tre prezzi quasi si sovrappongono, segnalando una uguale dinamica e al contempo livelli tra loro molto simili. Questo appare il segnale, non solo di una forte contaminazione dei tre mercati, ma anche di un ruolo molto forte svolto dalle aspettative nella loro determinazione.
In un precedente articolo abbiamo analizzato la dinamica dei consumi di materie prime durante l’ultimo superciclo che ha caratterizzato il primo decennio di questo secolo. In quel decennio, i processi di industrializzazione e urbanizzazione della Cina hanno portato ad una forte crescita nei consumi dei metalli non ferrosi. In particolare, i consumi di rame sono cresciuti del +27%, portando il prezzo al massimo storico nel 2011.
Secondo un rapporto pubblicato dall’International Energy Agency (IEA) sull’utilizzo di commodity nella transizione ecologica, nel prossimo decennio viene stimato un aumento dei consumi di rame pari al “solo” +15% e al +20% rispettivamente nello scenario “conservativo”2 e nello scenario “green”3.
Tali aumenti sono più contenuti rispetto a quanto registrato nel corso del precedente superciclo e non sembrano, almeno nella fase attuale, poter supportare una crescita altrettanto forte.
Inoltre, sempre secondo l’IEA, almeno fino al 2023, considerando le riserve attualmente in uso e i progetti in essere, si avrà un surplus di offerta di rame, rendendo il fattore delle tensioni tra domanda e offerta nel medio-breve periodo più propenso ad un rilassamento delle condizioni, come quelle attuali, di forte pressione sui prezzi.
Un ulteriore strumento che può aiutare a capire se le aspettative future sono legate agli scenari proposti è il grafico che segue, in cui vengono illustrati i dati giornalieri sul rapporto tra il prezzo spot e il prezzo future, quotati entrambi al London Metal Exchange (LME). Quando il rapporto è minore/maggiore di uno vuol dire che è in atto una fase di contango/backwardation.
Rapporto Spot/Future, dati giornalieri |
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Come si può notare dal grafico, da inizio anno il rapporto tra prezzo spot e prezzo future ha toccato dei livelli di massimo, indicando una situazione di backwardation molto forte rispetto a quanto osservato in passato. Ciò segnala, dunque, che gli operatori ritengono poco sostenibili i livelli attuali del prezzo del rame e si aspettano che il prezzo possa ritornare su livelli più contenuti nel medio periodo. In questa fase, dunque, più che a dinamiche di domanda e offerta del mercato della materia prima l’andamento del prezzo del rame sembra essere legato alle dinamiche dell’economia globale. La prospettiva di un significativo ciclo di crescita dell'economia mondiale, da un lato alimenta le aspettative di crescita dei consumi di rame e, dall'altro, genera aspettative di inflazione spingendo gli operatori finanziari ad acquisti di rame anche a scopi di copertura.
(1) Il prezzo rilevato al SHFE è stato normalizzato alle stesse condizioni contrattuali di quello quotato al LME.
(2) Lo scenario si basa sull’ipotesi che i paesi applichino quanto annunciato riguardo le misure per la decarbonizzazione e la transizione ecologica
(3) Lo scenario si basa sull’ipotesi che vengano attuate le misure degli accordi di Parigi