Minerale di ferro sui massimi storici, perché?
Nelle recenti settimane il prezzo del minerale di ferro si è attestato sui livelli di massimo storico
Pubblicato da Claudia Ranocchia. .
Ferrosi Determinanti dei prezziA partire dalla scorsa estate, dal lato dei prezzi delle materie prime, si è registrata un’intensa crescita. A guidare la dinamica da un lato è stata la ripresa della domanda globale e dall’altro la carenza di offerta. Quest'ultima si è originata a causa della sospensione delle attività industriali durante la primavera e dell’incertezza che ormai caratterizza i mercati. Tra i comparti che maggiormente hanno subito tensioni (e continuano tuttora) ci sono i Ferrosi: un esempio è il prezzo del minerale di ferro, come emerge dal grafico che segue. Nel grafico è riportato il benchmark finanziario rilevato al Chicago Mercantile Exchange (CME) e il prezzo doganale delle importazioni europee1.
Grafico 1: Andamento prezzo del minerale di ferro![]() |
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Dal grafico emerge chiaramente che le due serie di prezzo hanno la stessa dinamica, confermata anche da un’elevata correlazione statistica (0.92). Inoltre le serie si attestano circa sullo stesso livello: a maggio 2021 il prezzo medio mensile doganale europeo ammonta a 124 euro alla tonnellata (150 dollari alla tonnellata), mentre la quotazione finanziaria si attesta pari a 170 euro alla tonnellata (206 dollari alla tonnellata).
Le due serie appaiono condividere la stessa dinamica a causa dell'assenza di regionalizzazione dei mercati a favore di prezzi globalizzati e perciò allineati. I principali fornitori di minerale di ferro al mondo sono l’Australia e il Brasile, con quote d’esportazione nel 2019 rispettivamente del 50% e 16%, servendo quindi la maggior parte del mercato internazionale. I loro principali acquirenti sono Cina, Giappone e Malesia. Il colosso asiatico assorbe la maggior parte delle esportazioni mondiali con una quota pari al 74% (fonte ExportPlanning). Gli acquisti cinesi di minerale di ferro sono, infatti, così significativi che la quotazione al CME è rappresentativa del mercato cinese: il contratto rispecchia le importazioni cinesi al porto di Shanghai. La Cina inoltre assorbe circa l'86% delle esportazioni australiane, ne deriva quindi che tensioni tra questi due paesi possono provocare degli shock sul prezzo del minerale di ferro.
Nell’ultimo anno, infatti, a creare delle tensioni sul prezzo del minerale di ferro c’è stato uno scontro diplomatico ed economico tra Australia e Cina. Lo scorso anno la Cina ha bloccato le importazioni di minerale di ferro dall’Australia in quanto quest’ultima aveva preteso dei chiarimenti in merito alla dinamica dell’esplosione del Covid19, presente in Cina già dalla fine del 2019. La sospensione delle importazioni australiane ha costretto Pechino a cercar di soddisfare il proprio fabbisogno di minerale rivolgendosi agli altri player sul mercato, generando tensione dal lato della domanda internazionale. Le tensioni si sono acuite nei recenti mesi quando la Cina ha deciso di sospendere qualsiasi dialogo economico con l'Australia: da aprile 2020 a maggio 2021 la quotazione del minerale di ferro è aumentata in euro del +121% (in dollari +146%), mentre il prezzo doganale in euro del +51% (in dollari del +68%).
A giugno i rincari al CME, però, sembrano aver rallentato. La quotazione in queste settimane è rimasta sui livelli di maggio, che è prossima ai massimi storici (fonte: DailyDataLab).
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L'obiettivo di lungo periodo della Cina, che rientra nella strategia del piano quinquennale 2025, è quello di diventare meno dipendente dalle importazioni, aumentando la produzione domestica, consapevole di possedere una grande riserva di minerale di ferro, benché di qualità inferiore rispetto a quello australiano.
(1) Si intende il prezzo medio al quale l’Unione Europea importa minerale di ferro dal mondo.