Politica monetaria e prospettive di crescita economica, con l’incognita materie prime
Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 13 settembre 2021
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
LME Non Ferrosi Analisi settimanale LMEDINAMICA SETTIMANALE
La prima decade di settembre ha mostrato quotazioni in rialzo. La quotazione dell’indice LMEX è salita a quota 4429 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra, ma in rialzo. La chiusura settimanale è sopra le medie mobili a 10, 20 e 40 giorni (indicazione rialzista).
COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE
La Banca Centrale Europea ha rassicurato i mercati: per il momento è prevista soltanto una riduzione degli acquisti mensili di titoli di debito dei singoli stati, ma niente tapering. Dunque, la politica monetaria europea (così come quella della Federal Reserve statunitense) resta accomodante, e attenta a non intaccare le misure di sostegno alla crescita economica. Su questo fronte, il 2021 sta rimbalzando secondo le aspettative. L’inflazione per ora non desta eccessive preoccupazioni ed è attentamente monitorata.
Ciò è, in sostanza, quanto dichiarato da Christine Lagarde. E un’eventuale correzione di rotta non arriverà prima della prossima riunione di dicembre. I mercati hanno apprezzato questo scenario e lo spread BTP-Bund ha immediatamente registrato l’apprezzamento, passando da 109 a 103 punti.
Sull’opposta costa dell’Atlantico, invece, Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno rivisto le stime sulla crescita dell’economia americana per il 2021, portandole da 6% a 5.7%. Il rallentamento dell’economia americana suscita timori, per il possibile riverbero sull’economia mondiale, a cominciare da quella europea. Tra le cause del rallentamento è stata indicata la carenza di materie prime e di componenti (come i microprocessori), che incide sulla produzione di beni di numerosi settori (per esempio, l’automotive).
Lo stesso problema, del resto, interessa l’Europa, dove, secondo i dati Eurostat e Refinitiv, il 40% delle industrie manifatturiere denuncia carenze di materiali. Ciò ha due effetti molto negativi: innanzitutto, frena la produzione e fa salire i prezzi (inflazione), andando poi a fiaccare anche la domanda e, dunque, a far calare il PIL.
Per quanto riguarda l’Italia, si prevede un autunno di rincari anche per ragioni interne. Infatti, sono attesi super rincari per il gas, che faranno crescere il costo dell’energia elettrica per famiglie e imprese. La causa è l’aumento del prezzo del gas e dei diritti di inquinamento relativi alle emissioni di CO2, trattati alla borsa europea ETS. A questo si aggiunge pure la crescita del prezzo del petrolio, che si riverbera sul prezzo dei carburanti – va però sottolineato che questi aumenti sono frutto della crescita della domanda e delle limitazioni dal lato dell’offerta, che riguardano sia il gas sia il petrolio.
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