Crollano le quotazioni del greggio
La scoperta di una nuova variante Covid-19 genera timori sulla domanda globale di petrolio
Pubblicato da Donatella Talucci. .
Energetici Petrolio Analisi settimanale PetrolioLa scorsa settimana il prezzo del petrolio ha visto crollare le proprie quotazioni. Alla chiusura di venerdì 26 novembre il Brent ha raggiunto il valore di 72.7 dollari al barile (-6.2$), l’Oman/Dubai di 70.2 dollari al barile (-6$), mentre il WTI di 68.2 dollari al barile (-8$).
Grafico 1: Andamento prezzo del petrolio |
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Martedì il governo americano, intimorito dall'impennata dei costi del petrolio e dall'inflazione diffusa, ha annunciato il rilascio di 50 milioni di barili di greggio dalla sua riserva strategica, non ottenendo però l’effetto desiderato sui mercati petroliferi.
Ciò che invece ha creato tensioni è stata la notizia della diffusione della nuova variante Covid-19.
Le preoccupazioni per l’emergere di una nuova variante stanno infatti colpendo significativamente i prezzi del petrolio. La scorsa settimana le quotazioni dei prezzi del greggio sono crollati del 10%, registrando così la caduta più forte da aprile 2020. Ciò pone l’attenzione sulla sensibilità dei mercati petroliferi alle notizie legate al coronavirus, soprattutto considerando l'esperienza negativa del 2020.
Difatti, la scoperta della nuova variante Omicron rischierà di offuscare le trattative previste, inizialmente per il 30 novembre e poi posticipate al 2 dicembre, tra il cartello petrolifero dell'Opec e i suoi alleati, il cui piano originario era la possibilità di aumentare la produzione di oltre 400.000 barili al giorno da gennaio 2022.
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Il timore che la nuova variante possa portare alle forti restrizioni della mobilità, come accaduto precedentemente, e a una conseguente minore domanda di petrolio, potrebbe spingere l’OpecPlus a rivedere i propri piani di offerta.
Gli analisti hanno già previsto che il mercato del petrolio sarà in eccedenza nei primi mesi del 2022 e l'eccesso potrebbe gonfiarsi di oltre 1 milione di barili al giorno nei primi mesi del nuovo anno se la strategia degli Stati Uniti e degli altri paesi alleati, di rilasciare sul mercato ulteriori 60 milioni di barili al giorno, andrà avanti.