Metalli non ferrosi: fattori rialzisti e fattori ribassisti
Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 29 novembre 2021
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
LME Non Ferrosi Analisi settimanale LMEDINAMICA SETTIMANALE
La scorsa settimana la quotazione dell’indice LMEX è scesa a 4414 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra e in ribasso. La chiusura settimanale è a cavallo delle medie mobili a 10, 20 e 40 giorni. Nel complesso ne deriva un’indicazione ribassista per il breve termine.
COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE
La scorsa settimana, in pochi giorni, si è assistito a rialzi generalizzati dei prezzi dei metalli, seguiti subito dopo da un ritracciamento che li ha pressoché azzerati. Mentre la spinta rialzista è stata effetto delle recenti iniziative del governo cinese per prevenire un ulteriore rallentamento della crescita economica e dei buoni dati sull’economia statunitense, a frenare l’entusiasmo dei mercati sono state le notizie sulla pandemia.
La situazione dei metalli non ferrosi quotati all’LME è dunque la seguente:
- backwardation
- deficit tra domanda e offerta
- le scorte di metalli nei magazzini LME sono sui minimi annuali.
Questi tre fattori sono tutti favorevoli al rialzo dei prezzi dei metalli. A ciò è possibile aggiungere due ulteriori fattori rialzisti: i problemi nella supply chain globale e gli alti costi energetici.
Tra i fattori ribassisti, invece, si può considerare certamente la pandemia, con la nuova variante sudafricana che spaventa i listini di tutto il mondo. E, anche se non si sono ancora visti lockdown generalizzati né fermi degli impianti produttivi, sta già risalendo il tasso di incertezza, che può frenare consumi e spostamenti.
A livello macroeconomico, la crescita mondiale, nel 2022, sarà senz’altro inferiore a quella (eccezionale) del 2021 – e ciò varrà anche per la Cina, che ha già manifestato segnali di rallentamento economico nel corso di quest’anno.
Per quanto riguarda le commodity energetiche, nei giorni scorsi ha fatto discutere l’iniziativa degli Stati Uniti e di altri paesi (come Cina, India e Giappone) che hanno sfidato l’OPEC immettendo sul mercato parte delle loro riserve strategiche, nel tentativo di far scendere i prezzi del greggio.
Sullo sfondo, c’è la risalita del Dollar Index, che si trova sui massimi da luglio 2020. Di contro, l’euro contro la valuta americana è ai minimi da 18 mesi. Normalmente, quando il dollaro si apprezza agisce da freno al rialzo alle quotazioni delle commodity. Nel corso del 2021, però, questa correlazione non ha funzionato sempre.
Mettendo insieme tutti questi fattori, i prezzi delle commodity in generale e dei metalli in particolare, a dicembre, potrebbero mostrare storni significativi e un’elevata volatilità.
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LA REAZIONE DEI MERCATI
CRB Index: in ribasso.
BDI-Noli marittimi: in rialzo.
LMEX Index-Metalli non ferrosi: in ribasso.
Acciaio: HRB world in ribasso, CRC world in ribasso.
Metalli preziosi: in forte ribasso.
Petrolio: in ribasso.
Gas naturale: in ribasso quello europeo, in rialzo quello americano.
Dollar Index: in rialzo.