Prezzi materie prime e politiche monetarie

I cambiamenti annunciati delle politiche monetarie hanno influenzato solo il prezzo dei preziosi

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Tassi di Cambio Energetici LME Alimentari Congiuntura

Dopo diversi anni di performance poco brillanti, le materie prime sono nuovamente le indiscusse protagoniste dei mercati finanziari, fornendo ai propri investitori dei rendimenti stellari. Il rimbalzo dell'economia globale dopo il crollo del primo semestre del 2020 ha condotto ad un forte aumento della domanda di risorse naturali, e, ormai, non passa giorno che non si senta parlare di rincari di ogni genere. Ci sono, tuttavia, ulteriori elementi a sostegno di tale dinamica. Le sfide che stanno interessando il lato dell'offerta, che vanno dalla pandemia fino ai sotto-investimenti, passando per le interruzioni delle global supply chain, non hanno fatto altro che accelerare l'impennata dei prezzi.
Malgrado l’andamento di diversi futures suggeriscano che i guadagni futuri potranno essere più modesti, persistono una serie di fattori, come, la green transistion e il cambiamento climatico, che probabilmente porteranno venti di coda strutturali per i prezzi delle commodities nei prossimi anni.
In questo constesto di high volatility ed incertezza, la settimana che si chiude ha visto le principali banche centrali annunciare cambiamenti nelle loro politiche monetarie. Può essere utile verificare quali sono stati gli effetti sui prezzi finanziari delle materie prime. I prezzi considerati sono quelli delle principali borse mondiali quali il London Metal Exchange (LME), l’International Continental Exchange (ICE) e il Chicago Mercantile Exchange (CME).

Il tema caldo della settimana

Sui mercati finanziari la settimana appena trascorsa ha avuto come osservate speciali le attesissime Press Conference della Federal Reserve (FED), Banca d'Inghilterra (BoE) e Banca Centrale Europea (BCE). L’ultimo meeting della FED si è concluso con una sterzata della politica monetaria più aggressivo di quanto inizialmente atteso. Dopo che il Governatore della banca centrale americana Jerome Powell ha ammesso la natura non transitoria dell’inflazione, l’obiettivo primario della banca è diventato quello di riportare il sentiero dei prezzi sotto controllo. In questo contesto Powell ha annunciato il raddoppio del ritmo di riduzione degli acquisti di titoli (ora di -30 miliardi al mese) al fine di terminare il tapering1. Anche la Bank of England sembra intenzionata a seguire un tragitto del tutto simile, annunciando l’incremento del suo tasso di interesse di riferimento di 15 punti base, portandolo allo 0.25% . È il primo istituto centrale tra i membri del G7 ad alzare i tassi. Più cauta è stata la decisione della BCE che, pur mantendo i tassi attorno allo zero, ha annunciato lo stop dello schema di stimolo pandemico, denominato "Pandemic emergency purchase programme" (PEPP), entro marzo.

Grossa occasione per i Preziosi

A seguito dei tre appuntamenti "clou" della settimana, il prezzo dell’oro è sicuramente quello che sta estendendo maggiormente i propri guadagni, romperendo i massimi delle ultime settimane.

Prezzo giornaliero Oro LME, (1000)$ per Oncia Troy
Prezzo giornaliero Oro LME, (1000)$ per Oncia Troy

Sia il prezzo spot che il prezzo future dell'oro quotato al LME hanno chiuso la settimana in deciso recupero, con un rialzo in due giorni superiore al 2%. Secondo gli analisti, la combinazione di bassi tassi di interessi reali, scesi al di sotto l'1%, e di un dollaro più debole2 , hanno fatto da volano a quest’ultimo rally dell'oro, considerato storicamente un bene rifugio. Il recente calo registrato dal dollaro ha fornito ulteriore supporto anche ad altri mercati dei preziosi: tra mercoledì e giovedì il prezzo spot dell'argento è salito dello 4.7% mentre quello della polvere di palladio del 6.9%.
Tuttavia è ancora incerto se questo andamento favorevole possa protrarsi nel breve-medio periodo. Infatti, in un contesto di solida crescita e con la prospettiva di una normalizzazione della politica monetaria le materie prime cicliche dovrebbe essere avvantaggiate rispetto a quelle difensive, come i preziosi.

Alimentari: frena il prezzo del frumento

Sul fronte dei beni alimentari è da segnalare il brusco calo delle quotazioni sul Frumento al CME. Come si osserva dal grafico, nella giornata di mercoledi 15 dicembre, il prezzo future con consegna a sei mesi è sceso a 765 dollari per bushel, mentre il prezzo spot è arrivato a 756.


Prezzo giornaliero Frumento CME, $ per Bushel
Prezzo giornaliero Frumento CME, $ per Bushel

Il prezzo del frumento sembra essere stato trascinato al ribasso dalle aspettative di grandi forniture in arrivo provenienti dall'Australia. Secondo alcuni osservatori, tuttavia, gli elevati prezzi dei fertilizzanti e la recrudescenza dei problemi con la catena di approvvigionamento potrebbero far lievitare le quotazioni del prodotto nei prossimi sei mesi.

Energetici: WTI chiude in recupero

Chiudiamo il focus sui prezzi riportando la quotazione del prezzo del petrolio WTI.
Dopo aver raggiunto il minimo settimanale di 70.7 dollari per barile, il prezzo spot del WTI è tornato a recuperare terreno a seguito di un calo più ampio del previsto delle scorte statunitensi che, di conseguenza, dovrebbe portare il WTI ad un rimbalzo più deciso durante le prossime sedute.

Prezzo giornaliero WTI CME, $ per Barile
Prezzo giornaliero WTI CME, $ per Barile

1. Il tapering è uno strumento di politica monetaria che prevede la progressiva riduzione degli acquisti mensili di titoli aggiuntivi fino ad arrivare al solo rinnovo di quelli in scadenza.
2. Il tasso di cambio dollaro-euro ha chiuso la settimana finanziaria con un deprezzamento del -0.5%.