Analisi di prezzo delle pelli bovine
Gli aumenti di prezzo registrati nell’ultimo anno sembrano non aver colpito il comparto delle pelli bovine
Pubblicato da Donatella Talucci. .
Fibre Tessili Pelli e Cuoio Congiuntura
Le informazioni che provengono dai diversi paesi segnalano che è in atto una fase di rallentamento nei livelli di attività economica. Dopo il forte rimbalzo tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021, molti sistemi industriali hanno accusato un progressiva decelerazione dei ritmi di crescita, come effetto sia dell'aumento dei prezzi delle materie prime che dei numerosi interventi di restrizione anti-Covid.
A fronte del rallentamento dei livelli di attività, sui mercati internazionali il mese di marzo si è caratterizzato per una significativa espansione dei prezzi delle materie prime, trainati principalmente dal comparto degli energetici. Al di là delle variazioni più recentemente registrate, non vi è dubbio alcuno che i prezzi delle commodity siano mediamente su dei livelli molto elevati.
Fa eccezione il comparto delle pelli che, nel periodo più recente, i prezzi del segmento appaiono essersi stabilizzati.
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I maggiori incrementi tendenziali sono riconducibili, di gran lunga, ai prezzi delle pelli bovine conciate allo stato umido (+45.9%, ma in attenuazione), seguite da pelli gregge bovini fresche (+25.7%) e da pelli bovine conciate allo stato secco (+21.8%), mentre i prezzi delle pelli bovine conciate e trattate appaiono stabili, sugli stessi livelli dello scorso anno.
Il grafico che segue riporta le serie di prezzo delle pelli bovine (fresche) sul mercato europeo, americano e cinese confrontati con il prezzo di vendita all’ingrosso delle pelli bovine sul mercato americano elaborato dal Fondo Monetario Internazionale.
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La visualizzazione in indice permette di eliminare l’effetto di scala e quindi di facilitare il confronto. Da una prima analisi, è osservabile come i prezzi delle pelli gregge seguano la stessa dinamica a livello mondiale. Dopo il calo registrato a partire dal 2015 fino alla metà del 2020, gli indici hanno segnato una modesta ripresa, seppur ancora inferiori ai livelli del 2018. In particolare, l’indice UE ha registrato un +27% rispetto allo scorso anno, mentre l’indice delle vendite all’ingrosso elaborato dal FMI, fermo a novembre 2021, segna una ripresa di oltre il 60%.
Anche il mercato delle pelli conciate registra un analogo andamento. Nonostante gli indici USA e UE presentino dei livelli più altri rispetto a quello della Cina, la dinamica generale riflette un comparto in lieve ripresa e un cambio di rotta rispetto al trend osservato nel periodo 2016-2020. Gli indici USA e UE nel marzo 2022 hanno rispettivamente registrato una variazione tendenziale di +25% e +22%, mentre quello cinese, fermo a novembre 2021, un +30%.
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Nel complesso quindi, il comparto delle pelli non ha subito gli elevati incrementi di prezzo che invece hanno caratterizzato i mercati delle plastiche o dei ferrosi. È probabile che ciò sia dovuto alla domanda di commercio mondiale che negli ultimi anni ha subito una forte contrazione. Solo nel 2021 si è assistito a una lieve ripresa (+21% rispetto al 2020).
La diminuzione della domanda di pelli trova la sua ragione probabilmente in una modifica delle scelte dei consumatori con l’ascesa del fast fashion e quindi dell’utilizzo di materiali poco costosi, o di bassa qualità.