I timori sulla crescita globale frenano la corsa dei prezzi delle commodity

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 26 aprile 2022

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

La scorsa settimana la quotazione dell’indice LMEX è scesa a quota 4864,90$.
L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra ma in ribasso. La chiusura settimanale è al di sotto delle medie mobili a 10,20,40 gg. Nel complesso ne deriva un’indicazione ribassista per il breve termine. La volatilità è in discesa ma sempre su livelli molto alti. Tra i metalli non ferrosi quotati all’LME a livello di spread tra cash e tre mesi prevale il contango.
I mercati dei metalli non ferrosi cominciano a scontare che la durata della guerra non sarà breve e che le ricadute sull’economia globale saranno negative e perciò ci potrà essere una contrazione della domanda. Inoltre, temono gli effetti recessivi del covid in Cina.

COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE

il quadro geopolitico
Nelle giornate del 20 e 21 aprile si è tenuto a Washington l’ultimo vertice del G-20 finanziario, durante il quale il tema dell’invasione Russa ai danni dell’Ucraina ha inevitabilmente fatto capolino. Non appena il ministro delle finanze di Mosca Anton Siluanov ha preso la parola, il segretario al Tesoro americano Janet Yellen e il suo omologo ucraino Serhiy Marchenko hanno abbandonato l’incontro, seguiti da diversi ministri e governatori fra i quali il presidente della Bce Christine Lagarde. La richiesta di espellere la Russia dal forum, avanzata a più riprese dal presidente americano Joe Biden, si inserisce proprio in questo contesto, con i governi dei paesi Occidentali che collaborano sinergicamente per isolare e punire la Russia e il presidente Vladimir Putin. Nel frattempo, fra i paesi del G20 è emersa la preoccupazione per le stime di un rallentamento globale dell’economia, soprattutto per i paesi più poveri dove si temono anche carestie alimentari. Tra i pochi risultati raggiunti al summit, c’è l’intesa preliminare a istituire un fondo globale per la prevenzione delle pandemie che dovrebbe essere gestito dalla Banca Mondiale.
In Europa si discute ancora di come arrivare ad interrompere la dipendenza su petrolio e gas russo. Infatti, prima di interrompere le forniture, occorre trovare altri fornitori altrimenti si rischia di fermare le industrie manifatturiere. L’Italia sta facendo da apripista negli accordi di fornitura di gas e petrolio con i produttori africani come quelli già firmati con l’Algeria, Angola, Congo.

La reazione dei mercati
Guardando i principali indici dei mercati delle commodity si può osservare che la dinamica dei prezzi di lungo e medio termine rimane rialzista. Nel breve invece si vede un rallentamento del rialzo che riflette le preoccupazioni degli operatori circa la minore crescita economica a livello globale, Cina inclusa, stimata dall’FMI e non solo e il rialzo del tasso d’inflazione come non si vedeva da decenni.
In Europa, soprattutto nel comparto manifatturiero, le preoccupazioni aumentano per gli ostacoli e le ricadute negative sul commercio, dovuti alle sanzioni varate dalla UE contro la Russia, che faranno mancare tante materie prime (petrolio e gas) e semilavorati importanti (ghisa) per la produzione di prodotti finiti. Guardando le quotazioni del petrolio e del gas si nota infatti che sono ancora su livelli alti ma lontani dai massimi raggiunti dopo lo scoppio della guerra. Lo stesso dicasi per i metalli non ferrosi. L’alluminio, ad esempio, registra un prezzo più basso di 900 $/ton rispetto ai massimi di inizio marzo. Su tutti i mercati resta alto anche il livello di volatilità, complicando l’attività dei buyer.
Secondo quanto riportato da JP Morgan, il rialzo dei prezzi delle materie prime non è finito e vi sarà un ulteriore balzo nel prossimo futuro. Infatti, l’allocazione di risorse finanziarie sulle materie prime rimane superiore alla media storica dai massimi raggiunti nel 2008 o nel 2011, sostenendo la dinamica dei prezzi. Nel breve termine la discesa delle quotazioni può continuare stante la situazione di stallo sia del conflitto ucraino che dei contagi in Cina. Ci si aspetta ribassi significativi su tutti i principali comparti delle materie prime a cominciare da quello dei metalli non ferrosi come dimostra il prezzo del rame sotto i 10000 $/ton.

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LA REAZIONE DEI MERCATI
CRB Index: in ribasso.
RICI Index: in leggero ribasso.
GSCI Index: in ribasso
BDI Index-Noli marittimi: in leggero rialzo.
Container Index: leggermente in ribasso.
ETS-CO2: in rialzo.
Petrolio Brent e WTI: in leggero ribasso.
Gas naturale TTF: in ribasso.
Costo energia Italia: stabile.
LMEX-Metalli non ferrosi: in leggero ribasso.
Metalli preziosi: in ribasso.
Dollar Index: in rialzo.
Euro: in ribasso.