La grande speculazione

Mai così elevate le occasioni per speculare sui prezzi dei beni della chimica di base

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L'attuale anomalia dei mercati

Uno dei capisaldi della teoria economica è la forte relazione esistente tra i costi medi di produzione e i prezzi di vendita. A seconda della forma di mercato, questa relazione può risultare una quota oppure un'uguaglianza, generando nel primo caso extra-profitti. Questa relazione, tuttavia, richiede tempo, generalmente non breve, per realizzarsi. Nel breve periodo, invece, si possono avere situazioni in cui tra prezzi e costi medi non sembra esservi alcuna relazione. Questo appare il caso di molti mercati di beni di base in Europa dall'inizio della pandemia ad oggi.

La possibilità di un disallineamento nel breve periodo tra costi medi e prezzi crea le condizioni perchè aumentino i comportamenti speculativi. Questa affermazione richiede di qualificare che cosa si intende con comportamenti speculativi e, soprattutto, quali sono gli effetti, positivi o negativi, che essi possono avere sul funzionamento dei mercati. La definizione più consolidata è quella data da Nicholas Kaldor in un suo saggio del 1939: "attività di acquisto (o vendita) di beni con la prospettiva di vendita (o acquisto) a una data successiva, avendo come motivo l'aspettativa di un cambiamento dei prezzi". Alla base del comportamento speculativo vi è quindi l'attesa di variazioni future dei prezzi del bene oggetto della transazione.

Effetti della speculazione sul funzionamento dei mercati

Un acceso dibattito ha caratterizzato il giudizio sugli effetti della speculazione. Ad un estremo si collocano coloro che, sulle orme di Einaudi, ritengono che i comportamenti speculativi siano positivi per il sistema economico perchè consentono ai soggetti che vogliono coprirsi (gli hedgers) di trasferire ad altri soggetti (gli speculatori) il rischio legato all'incertezza sul futuro. All'estremo opposto si collocano coloro che vedono i pericoli dovuti all'esistenza di "noise trader", ossia operatori scarsamente informati che sono mossi da comportamenti imitativi più che da valutazioni razionali. Una presenza significativa di questi operatori può portare ad una volatilità dei prezzi così elevata da espellere dal mercato gli operatori razionali, aggiungendo incertezza a quella naturale di formazione dei prezzi.
Gli aspetti potenzialmente negativi dovuti all'esistenza di noise trader risultano largamente aumentati dalla possibilità che le informazioni sui mercati siano manipolate da gruppi di interesse, orientando i prezzi nella direzione voluta.

Speculazioni sui mercati reali

Dal dopoguerra, la gran parte dei comportamenti speculativi si sono verificati sui mercati finanziari e sul mercato immobiliare. Storicamente, hanno riguardato spesso anche i mercati reali delle materie prime e dei beni intermedi di base, producendo casi di studio di cui è ricca la storia economica. Tra i più noti, la carestia di cotone (The Lancashire Cotton Famine) che colpì l'industria cotoniera inglese a causa del blocco delle importazioni delle materie prime dagli Stati Confederati del Sud nel corso della guerra di secessione americana (1861-1865) e dall'accaparramento realizzato dai trader inglesi.
I casi documentati sui mercati reali hanno sempre riguardato speculazioni relativamente isolate. Mai hanno riguardato contemporaneamente una molteplicità elevata di prodotti, come è il caso attuale sul mercato della chimica di base europea.

Come spesso accade sui mercati reali, i comportamenti speculativi sono prevalentemente attuati dai distributori che hanno meno vincoli di relazione con gli utilizzatori finali. Una possibile misura degli effetti di questi comportamenti può essere ricavata dal confronto tra i prezzi rilevati alla dogana, frutto di transazioni tra operatori con simile potere contrattuale, e i prezzi rilevati tramite panel (in questo caso della Camera di Commercio di Milano) di operatori specializzati che, generalmente, riportano i prezzi riguardanti le transazioni tra distributori e utilizzatori finali.

Utilizzando questa metodologia, nella parte che segue misureremo l'intensità di questi comportamenti sul mercato europeo dei beni della chimica organica di base. Analizzeremo prima i prezzi di due alcol; quindi quello di quattro acidi organici e infine i prezzi di due acetati.

Speculazioni sui mercati degli alcol

Nei grafici che seguono è riportato il confronto tra il prezzo doganale e il prezzo panel di due alcol: Propanolo (o alcol n-propilico) e Butanolo (o alcol n-butilico).

Prezzo alcol (euro per tonnelata)
Prezzo Propanolo Prezzo Butanolo

Dall'analisi di questi grafici, risulta chiaramente il tentativo di manipolare le informazioni di mercato sui prezzi del Propanolo già nella primavera del 2020, quando iniziò a circolare la notizia di possibili forti aumenti nel consumo mondiale di alcol isopropilico, come disinfettante per le mani. In pochi mesi le dichiarazioni di prezzo salirono da meno di 1000 euro alla tonnellata a quasi 3000 euro. La speculazione non ebbe però successo e già verso la fine dell'anno le dichiarazioni erano tornate verso i 1000 euro alla tonnellata. Nei primi mesi della pandemia anche i prezzi doganali aumentarono significativamente, sostenuti dal forte incremento della domanda mondiale, ma il livello massimo raggiunto fu solo di 1500 euro/ton.

I tentativi di speculazione sul Butanolo sono più recenti, relativi alla primavera 2021, quando le richieste di prezzo segnalate dal panel sono passate in pochi mesi da meno di 1000 euro a quasi 3000 euro per tonnellata. Anche in questo caso i prezzi inizialmente richiesti non sono stati accettati dal mercato e nei mesi successivi sono ridiscesi verso i 2000 euro. Parallelamente i prezzi doganali hanno registrato dall'inizio del 2021 una fase di significativa crescita per poi stabilizzarsi negli ultimi mesi ad un livello prossimo a 1700 euro.

Speculazioni sui mercati degli acidi organici

I quattro grafici di seguito riportati segnalano come comportamenti speculativi stiano attualmente caratterizzando il prezzo degli acidi organici.

Prezzo acidi organici (euro per tonnelata)
Prezzo Acido acetico Prezzo Acido acrilico
Prezzo Acido adipico Prezzo Acido citrico

Per il prezzo dell'acido acrilico e dell'acido adipico l'avvio della fase di crescita si è registrata tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021. Questa crescita è continuata nei mesi successivi fino a superare, nei prezzi dichiarati dal panel, i 2600 euro per l'acido adipico e i 3000 per l'acido acriclico.
Più recente, e più concentrato nel tempo, è stato l'aumento registrato dall'acido acetico. Nei prezzi panel, nell'arco di un solo mese (aprile 2021), è passato da 660 euro/ton ad oltre 1300 euro.
Ancora più recente e molto intensa è la crescita del prezzo panel dell'acido citrico, passato dai 1350 euro/ton di giugno 2021 agli attuali 4200.
Questi aumenti trovano corrispondenza in paralleli aumenti dei prezzi doganali, la cui intensità è tuttavia decisamente minore. Il quadro che se ne ricava è dell'esistenza di fattori di mercato che portano ad una generalizzata crescita dei prezzo degli acidi organici. Questi fattori, tuttavia, sono stati tali da giustificare aumenti, in termini annui, dell'ordine del 40-60%, e non di oltre il 100% come emerge dai prezzi panel, con una punta che supera il 200% per l'acido citrico.

Speculazioni sui mercati degli acetati

Di seguito è riportato il confronto tra la dinamica e i livelli dei prezzi di due acetati: l'acetato di etile e l'acetato di n-butile.

Prezzo acetati (euro per tonnelata)
Prezzo Acetato di etile Prezzo Acetato di butile

Dall'analisi di questi due grafici emerge chiaramente la fase di forte crescita che ha caratterizzato i prezzi di questi due acetati dall'inizio del 2021, registrata uniformemente dai prezzi panel e dai prezzi doganali. Tuttavia, mentre alla fine del 2021 la crescita dei prezzi doganali si è interrotta, quella dei prezzi panel è proseguita fino a superare i 2500 euro per l'acetato di etile e i 3000 euro per l'acetato di n-butile. Il tentativo di influenzare il mercato tramite la manipolazione delle informazioni sui prezzi non sembra però essere riuscito. Nei mesi più recenti i prezzi panel sono crollati per entrambi gli acetati, allineandosi perfettamente ai prezzi doganali.

Conclusioni

Il confronto tra i prezzi dichiarati da un panel di specialisti (probabilmente riguardanti anche richieste di prezzo e non solo prezzi effettivi) e i prezzi doganali (certamente più corrispondenti a transazioni effettive di mercato) consente di documentare come dall'inizio della pandemia si siano registrate più fasi di comportamenti speculativi sui prezzi dei prodotti chimici organici di base. Attualmente questi sembrano rientrati nel caso degli alcol e degli acetati, mentre rimangono particolarmente intensi nel caso degli acidi.