Outlook World Bank: i trend delle materie prime tra guerra e pandemia
Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 2 maggio 2022
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
LME Non Ferrosi Analisi settimanale LMEDINAMICA SETTIMANALE
La scorsa settimana la quotazione dell’indice LMEX è scesa a quota 4831$.
L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra ma in ribasso.
La chiusura settimanale è al di sotto delle medie mobili a 10,20,40 gg.
Nel complesso ne deriva un’indicazione ribassista per il breve termine.
La volatilità è in discesa ma sempre su livelli molto alti.
Tra i metalli non ferrosi quotati all’LME a livello di spread tra cash e tre mesi prevale il contango.
I mercati dei metalli non ferrosi cominciano a scontare che la durata della guerra non sarà breve e che le ricadute sull’economia globale saranno negative e perciò ci potrà essere una contrazione della domanda. Inoltre, temono gli effetti recessivi del covid in Cina.
COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE
Nel suo ultimo report, diffuso nei giorni scorsi, la Banca Mondiale ha esaminato l’impatto della guerra in Ucraina sui mercati delle materie prime. L’analisi condotta evidenzia in modo puntuale come lo scoppio della guerra abbia sconvolto i mercati delle materie prime, in particolare le merci per cui Russia e Ucraina risultano essere importanti produttori ed esportatori a livello mondiale come petrolio, gas, metalli, fertilizzanti, grano e altri cereali. L’incertezza del conflitto ha fatto subito salire il tasso di volatilità dei prezzi delle commodity a livelli altissimi, rendendo ancora più complicato il compito dei buyer delle aziende manifatturiere.
La guerra è piombata sui mercati ancora alle prese con le conseguenze della pandemia di covid-19, che, in un primo momento, ha determinato un crollo della domanda e degli investimenti, con conseguente rallentamento della crescita economica globale, seguito da un rimbalzo dei consumi che ha mandato in tilt l’offerta e le catene di approvigionamento a partire dalla secontà metà del 2020.
Un altro elemento che appare chiaro dall’analisi di BM è che l’evoluzione dei trend dei mercati delle commodity è strettamente legata alla durata della guerra: sia per quanto attiene il rapporto tra domanda e offerta sia in merito alla dinamica dei prezzi, che in gran parte saranno mediamente più alti nel 2022 rispetto al 2021 e rimarranno elevati anche nel biennio 2023-2024.
Infatti, i prezzi dell'energia e degli altri comparti aumenteranno rispettivamente del 50% e del 20% nel 2022, prima di ritirarsi leggermente nel 2023, stabilizzandosi su dei livelli molto più elevati rispetto a quanto stimato nella previsione precedente.
Per quanto riguarda il comparto dei metalli industriali si prevede che i prezzi aumenteranno di circa il 16% nel 2022 rispetto al 2021, mentre diminuiranno leggermente nel 2023, pur rimanendo su livelli storicamente elevati. Inoltre, si prevede che i prezzi del nichel e dell'alluminio aumenteranno rispettivamente del 52% e del 38%, specchio del ruolo occupato dalla Russia come fornitore e della natura ad alta intensità energetica della produzione di alluminio.
I rischi al rialzo per la previsione dei prezzi riguardano in maniera preponderante dalla possibilità di un peggioramento delle tensioni geopolitiche. Tuttavia, non si esclude che i cambiamenti nei modelli commerciali possano continuare anche dopo la fine della guerra.
I fattori ribassisti per i prezzi sono legati alla possibilità di ulteriori focolai di COVID-19 in Cina con conseguenti lockdown nelle città industriali più importanti e nella stessa Pechino, unitamente ad un più ampio rallentamento della crescita globale.
Dai massimi pluriennali raggiunti il 7 marzo scorso (reazione all’inizio della guerra in Ucraina), il rame e l’alluminio quotati all’LME registrano flessioni rispettivamente del 5.4% e 21%. In termini assoluti, il prezzo del rame è sceso di 531 €/ton e l’alluminio di 774 €/ton.
Guardando alle due valute più importanti a livello globale- dollaro ed euro- vediamo che il primo da inizio anno è cresciuto di quasi il 9% e il secondo invece ha perso circa l’11% ed è sui minimi di marzo 2017.
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LA REAZIONE DEI MERCATI
CRB Index: stabile.
RICI Index: in leggero rialzo.
GSCI Index: in rialzo.
BDI Index-Noli marittimi: in leggero rialzo.
Container Index: leggermente in ribasso.
ETS-CO2: in ribasso.
Petrolio Brent e WTI: in leggero ribasso.
Gas naturale TTF: in leggero rialzo.
Costo energia Italia: stabile.
LMEX-Metalli non ferrosi: in ribasso.
Metalli preziosi: stabile l'oro, in ribasso l'argento .
Dollar Index: in rialzo.
Euro: in ribasso.