Cresce l’incertezza e i mercati tremano: gli alert delle banche centrali

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 16 maggio 2022

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

la scorsa settimana l’indice LMEX è scesa a quota 2750 $. La chiusura settimanale è al di sotto delle medie mobili a 10,20,40 gg. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona ipervenduto il che lascia spazio alla possibilità di rimbalzo nei prossimi giorni.
Nel complesso ne deriva un’indicazione ribassista per il breve termine. La volatilità è in discesa ma sempre su livelli molto alti.

Tra i metalli non ferrosi quotati all’LME a livello di spread tra cash e tre mesi prevale il contango. I mercati dei metalli non ferrosi cominciano a scontare che la durata della guerra non sarà breve e che le ricadute sull’economia globale saranno negative e perciò ci potrà essere una contrazione della domanda. Inoltre, temono gli effetti recessivi del covid in Cina.

COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE

È ormai noto che secondo la maggior parte degli analisti nel 2022 l’economia mondiale crescerà di meno. Considerato il clima di sfiducia, inevitabilmente gli indici delle principali Borse internazionali sono tutti in negativo dal Dow Jones, Dax e Mib fino ad arrivare a Hong Kong e Shanghai. In forte flessione anche gli indici delle Borse Merci. Quello del London Metal Exchange relativo ai metalli non ferrosi è in ribasso rispetto ad inizio anno. Sui mercati valutari, si segnala il crollo della valuta europea che contro il dollaro è arrivata a cambiare 1.04 e c’è già chi scommette che entro l’estate si arriverà alla parità. Se da lato delle esportazioni questa può essere considerata una buona notizia, dal lato delle importazioni implica che pagheremo più caro i beni che acquistiamo all’estero e di cui non possiamo fare a meno, come i prodotti energetici ed alimentari che sono al centro della guerra in Ucraina.

Lo scorso giovedì è scattato un nuovo campanello d’allarme, quando il Governatore della Federal Reserve americana - Jerome Powell - ha dichiarato di non poter garantire il contenimento dell’inflazione senza far scattare una recessione. La Banca Centrale europea sta ragionando su come muoversi per evitare la stagflazione, sebbene la Presidente Christine Lagarde continua a ribadire che in momenti come questi occorre la massima cautela, mettendo in allerta gli investitori sull’immobilità dell’istituto.
Infatti, le Banche Centrali più importanti del mondo per mesi hanno etichettato l’attuale incremento dei prezzi come un evento transitorio, tuttavia ora che l’inflazione è considerata persistente, gli istituti sono costretti ad intervenire con forza sui tassi, rischiando di soffocare una crescita economica già circondata da incognite. La guerra in Ucraina sta facendo danni in termini umanitari, economico e geopolitici. I paesi dell’est europeo sono tutti in fermento e vedono nella Unione Europea e nella Nato, i loro porti sicuri. Per la Russia di Putin questo non va bene perché secondo lui minaccia la sicurezza del suo paese. Per ora vediamo solo un mondo in disordine che vive in un clima di elevata incertezza. E l’incertezza si sa è il nemico più temuto dai mercati. L’incertezza genera volatilità sui mercati e l’altalena dei prezzi è il sintomo più tangibile della confusione. Una crisi come quella del 2008 sembra più vicina.

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LA REAZIONE DEI MERCATI
CRB Index: in leggero ribasso.
RICI Index: in leggero ribasso.
GSCI Index: in leggero ribasso.
BDI Index-Noli marittimi: in rialzo.
Petrolio Brent e WTI: in leggero rialzo.
Gas naturale TTF: in leggero ribasso.
Costo energia Italia: in leggero ribasso.
LMEX-Metalli non ferrosi: in ribasso.
Metalli preziosi: in ribasso.
Dollar Index: in leggero rialzo.
Euro: in ribasso.