Prezzi dei metalli condizionati dagli eventi in Ucraina e Cina
Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 23 maggio 2022
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
LME Non Ferrosi Analisi settimanale LMEDINAMICA SETTIMANALE
La scorsa settimana la quotazione dell’indice LMEX è salita sopra quota 4559.5 $. La chiusura settimanale è risultata a cavallo delle medie mobili a 10, 20, 40 gg. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra e in rialzo.
Nel complesso ne deriva un’indicazione potenzialmente rialzista per il breve termine. La volatilità è in discesa ma sempre su livelli molto alti.
Tra i metalli non ferrosi quotati all’LME, a livello di spread tra cash e tre mesi prevale il contango.
I mercati dei metalli non ferrosi cominciano a scontare che la durata della guerra non sarà breve e che le ricadute sull’economia globale saranno negative e perciò ci potrà essere una contrazione della domanda. Inoltre, temono gli effetti recessivi del covid in Cina.
COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE
La scorsa settimana si sono susseguite diverse notizie che hanno avuto un impatto sulla volatilità dei mercati, da quelli finanziari a quelli delle commodity.
La prima notizia che ha avuto effetti rialzisti è arrivata dalla Cina. La Banca Popolare Cinese, per sostenere la sua economia in evidente stato di rallentamento, ha ridotto il tasso di finanziamento a 5 anni e ha lasciato invariato quello a 3, non seguendo quindi la FED nel rialzo dei tassi per combattere l’inflazione.
Inoltre, sempre dalla Cina, è arrivata la notizia del ritorno alla quasi normalità del Porto di Shanghai che ora funziona al 90%, grazie alla decisa riduzione dei contagi.
I dati pubblicati ieri dall’Institute of international Finance (Iif), nel rapporto trimestrale Global debt monitor, mostrano un mondo sempre più indebitato. A fine marzo il debito complessivo globale ha raggiunto il livello record 305 trilioni di dollari, in particolare quello di Cina e USA ha registrato le crescite maggiori, mentre in calo quello dell’Unione Europea.
Ma a crescere è non solo il debito pubblico dei singoli Stati ma anche quello corporate, esasperato dalla corsa dei prezzi delle materie prime. Finora le aziende hanno scaricato il maggior costo sui prezzi al consumo contribuendo all’aumento dell’inflazione e inevitabilmente a ridurre il potere di acquisto.
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LA REAZIONE DEI MERCATI
CRB Index: in leggero rialzo.
RICI Index: stabile.
GSCI Index: in leggero ribasso.
BDI Index-Noli marittimi: in leggero rialzo.
Petrolio Brent e WTI: in leggero rialzo.
Gas naturale TTF: in ribasso.
Costo energia Italia: in leggero ribasso.
LMEX-Metalli non ferrosi: in leggero rialzo.
Metalli preziosi: in rialzo (tranne il palladio).
Dollar Index: in ribasso.
Euro: in rialzo.