Aumentano i tassi d'interesse. Indice LMEX instabile

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 25 luglio 2022

.

LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

Dinamica settimanale (18 - 25 luglio)

Andamento non ferrosi

 

Andamento dei singoli metalli non ferrosi

  • Rame: Nella settimana scorsa i prezzi del rame hanno chiuso in rialzo, appena sotto quota 7400 $/ton. Gli stock LME sono saliti, lo spread tra spot e future è in contango.
  • Nichel: Nell’ultima settimana i prezzi del nichel hanno chiuso in rialzo, appena sopra quota 21000 $/Ton. La volatilità è un po' scesa ma rimane su livelli molto alti. Gli stock LME sono sui minimi pluriennali, mentre si registra uno spread tra spot e future in contango.
  • Alluminio: I prezzi dell’alluminio primario hanno chiuso in rialzo e sono saliti sotto quota 2400 $/Ton, mentre le scorte LME sono sui minimi pluriennali. Il tasso di volatilità è alto ma in discesa. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Alluminio secondario: Prezzi ufficiali dell’alluminio secondario stabili. La volatilità su questo mercato è molto alta durante le fasi intraday. Gli stock LME sono in leggero rialzo ma ancora su valori molto bassi. Lo spread tra spot e future è a zero.
  • Zinco: I prezzi dello zinco sono saliti sopra quota 3200 $/Ton. Gli stock LME sono in ribasso e sui minimi. Spread tra prezzo spot e future in backwardation.
  • Piombo: Prezzi del piombo sopra quota 2000 $/Ton mentre la volatilità è scesa. Gli stock LME sono risultati in ribasso e vicini ai minimi pluriennali. Spread in backwardation.
  • Stagno: Prezzi dello stagno in discesa. Stock LME in rialzo e sui massimi annuali, mentre lo spread tra spot e future è in backwardation.

Commento Macroeconomico

A livello economico, a rendere torrida questa estate, c’è l’inflazione alta come non si vedeva da molti anni e l’alto prezzo dei prodotti energetici che in Europa è diventata la prima emergenza.
In questo contesto vanno inquadrati gli eventi più importanti della settimana scorsa che hanno avuto rilevanza per i mercati.
Cominciamo con la notizia che riguarda la BCE. Finalmente è arrivato il primo consistente rialzo dei tassi d’interesse, dopo 11 anni, di mezzo punto. Finisce quindi l’epoca delle politiche monetarie generose anche in Europa dopo che la FED l’aveva fatta finire negli USA qualche mese fa. Il provvedimento della BCE è passato all’unanimità così come anche l’altro provvedimento noto come scudo antispread per evitare che i mercati “possano aggredire” paesi con una certa fragilità nei conti pubblici (vedi il caso Grecia 2011-2012).
L’Italia ha un debito pubblico altissimo e ci si chiede se ciò basterà per ridurre l’inflazione. Molti analisti hanno seri dubbi che il solo intervento delle Banche centrali (FED e BCE) possa fermare l’inflazione così elevata. Le cause sono tante e non sempre legate alla massa monetaria in circolazione. Ad esempio per raffreddare i costi di petrolio e gas occorre che finisca la guerra. Questo doppio provvedimento la BCE l’ha preso nel momento in cui in Italia si apriva la crisi di governo dopo le dimissioni del premier Mario Draghi non più sostenuto da tre partiti della maggioranza (M5S, Lega e Forza Italia).
La reazione dei mercati è stata negativa con lo spread BTP/Bund arrivato fini a quota 248 per poi scendere a 237. Il rendimento del BTP è arrivato al 3,6% (agli stessi livelli della Grecia). A gennaio era a quota 135. Piazza affari ha perso oltre il 2%. Per ora l’euro non ha reagito e ha proseguito il recupero contro il dollaro.
Adesso il governo dimissionario (che resterà in carica per gli affari correnti) dovrà correre su vari fronti a cominciare da quello del PNRR se non si vogliono perdere i miliardi stanziati dalla UE (21 miliardi la seconda tranche per gli obiettivi raggiunti entro giugno e altri 19 entro dicembre se si raggiungono altri 55 obiettivi ).

Mosca e Kiev, con la mediazione del leader turco Erdogan, hanno raggiunto un accordo sullo sblocco del grano fermo da mesi nei sylos ucraini. Non è l’inizio del percorso di pace tra Russia e Ucraina ma è una buona notizia soprattutto per i paesi africani che si trovano in piena emergenza alimentare proprio a causa del conflitto. Sempre dalla Russia arriva la notizia che il gasdotto Nord Stream è stato riattivato (ma solo al 40%). Ora si spera in una diminuzione del prezzo del gas.

Dalla Cina arrivano notizie poco rassicuranti da Shanghai (primo porto a livello mondiale) che rischia un nuovo lockdown per i test di massa relativi al Covid-19. Da giorni le cancellazioni in calendario sulle tratte Transpacifico, Transatlantico, Asia-Nord Europa e Mediterraneo viaggiano a ritmo sostenuto con ripercussione negative sul commercio mondiale delle merci per via dell’allungamento delle consegne di cui si lamentano le aziende italiane e non solo.

Vuoi restare aggiornato sull’andamento dei mercati delle commodity?
Iscriviti gratuitamente alla newsletter PricePedia!

Visualizza le ultime newsletter Pricepedia

La reazione dei mercati


Variazioni dei principali indici rispetto alla settimana precedente

CRB Index: in ribasso.
RICI Index: in rialzo.
GSCI Index: in ribasso.
BDI Index-Noli marittimi: in ribasso.
Petrolio Brent: in rialzo.
Gas naturale TTF: in ribasso.
LMEX-Metalli non ferrosi: in aumento.
Dollar Index: in leggero rialzo.
Metalli preziosi: in ribasso.