Scende il prezzo del gas ma i mercati temono la recessione
Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 19 settembre 2022
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
LME Non Ferrosi Analisi settimanale LMEDinamica settimanale
Andamento dei singoli metalli non ferrosi
- Rame: Nella scorsa settimana i prezzi del rame si sono mossi al ribasso, scendendo sotto quota 7800 $/Ton, mentre scendono gli stock LME. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
- Nichel: Nella settimana scorsa i prezzi del nichel hanno chiuso in ribasso con la chiusura sotto quota 24.000 $/Ton. La volatilità è un po' salita e rimane su livelli molto alti. Gli stock LME sono sui minimi pluriennali. Lo spread tra spot e future è in contango.
- Alluminio: I prezzi dell’alluminio primario hanno chiuso in ribasso e sono rimasti sotto quota 2300 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
- Alluminio secondario: Prezzi dell’alluminio secondario sono ancora stabili. Durante il giorno sulla piattaforma Select dell’LME, vi sono pochissimi scambi. La correlazione dei prezzi tra alluminio primario e secondario è scesa. Gli stock LME sono in leggero rialzo ma ancora su valori molto bassi. Lo spread tra spot e future è a zero e praticamente senza scambi..
- Zinco: La settimana scorsa i prezzi dello zinco sono scesi sotto quota 3200$/Ton. Gli stock LME sono in ribasso e sui minimi. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
- Piombo: Nella settimana scorsa i prezzi del piombo sono scesi portandosi sotto quota 1900 $/Ton. Gli stock LME sono risultati in ribasso e vicini ai minimi pluriennali. Spread ancora in backwardation.
- Stagno: Nell’ultima settimana i prezzi dello stagno sono scesi, mentre gli stock LME sono in rialzo e sui massimi annuali. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
Commento Macroeconomico
Nella settimana scorsa i prezzi dei metalli non ferrosi sono scesi in sintonia con la discesa dei principali indici delle materie prime. Anche il prezzo del gas quotato sulla Borsa TTF è sceso con riflessi positivi sulla bolletta del gas dei paesi europei a cominciare dall’Italia, ma ciò non significa che le tensioni siano al punto di arrivo.
La discesa dei prezzi degli indici delle commodity ci dice che sui mercati resta l’incertezza elevata per una recessione che nel 2023 colpirà l’economia mondiale anche se in misura diversa nelle principali aree geografche e nei principali paesi.
Nella settimana scorsa in l’Uzbekistan si è svolto il vertice annuale della Sco (Shanghai Cooperation Organization). Due giorni di incontri in plenaria e soprattutto di bilaterali tra 15 leader che rappresentano metà della popolazione mondiale e più di un quarto della sua economia.
Tra i temi trattati figura l’intenzione dei vari partecipanti di sostituire o quanto meno ad affiancare il dollaro come moneta di scambio delle merci con altre monete come lo yuan cinese, già molto usato. Tra i tanti vertici bilaterali ha fatto molto parlare quello tra il presidente cinese Xi Ji Ping e quello russo Putin, in cui i due leader hanno ribadito la loro amicizia di ferro. Dall’altro lato quindi, i leader di USA ed Europa (UE) devono osservare con molta attenzione la crescente cooperazione fra i paesi dell’altro mondo, senza commettere l’errore di sottovalutarli.
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La reazione dei mercati
Variazioni dei principali indici rispetto alla scorsa settimana
CRB Index: in ribasso.
RICI Index: in ribasso.
GSCI Index: in ribasso.
BDI Index-Noli marittimi: in rialzo.
Petrolio Brent: in ribasso.
Gas naturale TTF: in ribasso.
LMEX-Metalli non ferrosi: in ribasso e sotto quota 3700 punti.
Dollar Index: in leggero rialzo.
Metalli preziosi: in ribasso.