Come stabilizzare il PUN a 200 euro/MWh
I mercati dell’energia in Italia stanno attraversando una finestra in cui è possibile stabilizzare il PUN a 200 euro/MWh. Ma bisogna fare presto
Pubblicato da Luigi Bidoia. .
Caro energia Gas Naturale Energia Elettrica Strumenti e MetodologieIl Consiglio Europeo del 20-21 ottobre 2022 ha adottato alcune misure importanti sul problema del caro energia che lasciano sperare di non vedere più un prezzo all'ingrosso PUN dell'energia elettrica ai livelli di agosto 2022 (550 euro/Mwh nella media del mese). Il Consiglio ha, infatti, dato mandato alla Commissione Europea di presentare con urgenza decisioni concrete sulle seguenti misure:
- un corridoio dinamico e temporaneo al prezzo del gas, che impedisca transazioni sul territorio UE al di fuori di questi limiti;
- l'acquisto congiunto di gas per un volume equivalente al 15% della capienza dei siti di stoccaggio;
- un nuovo parametro di riferimento del prezzo del gas, possibile sostituto del prezzo quotato al TTF, punto di scambio virtuale e borsa del gas olandese;
- la definizione di possibili meccanismi di finanziamento comune;
- un temporaneo tetto al prezzo del gas acquistato dalle centrali elettriche a gas.
Di questi diversi punti, il più importante è l'ultimo, che consente di disaccoppiare il prezzo dell'energia elettrica dal prezzo del gas. La sua importanza è data da due fatti:
- questa misura è già stata sperimentata con successo da Spagna e Portogallo. E' generalmente indicata come soluzione "iberica" ed ha prodotto risultati positivi, riconosciuti anche dalla Commissione Europea.
- se introdotto in questa fase, evita il pericolo di stravolgimento del mercato elettrico, temuto da alcuni analisti e studiosi.
Fase favorevole ad un price cap al gas delle centrali
Grazie ad una serie di fattori, l'UE sta sperimentando in questi giorni una abbondanza di gas.
Il gas prodotto e importato supera il gas consumato e molti siti di stoccaggio sono saturi. Questa abbondanza di
gas si sta traducendo in prezzi sempre più bassi.
Lo scorso venerdi 21 ottobre, il prezzo sui mercati del "giorno prima" e del "fine settimana" dei principali punti di scambio virtuali europei è risultato inferiore a 50 euro/MWh, con un prezzo minimo di 25.6 euro al punto di scambio ZTP belga e un massimo di 47.4 all'austriaco CEGH VTP.
Nello stesso giorno, il prezzo al Punto di Scambio Virtuale (PSV) italiano è stato di 29.1 euro per le erogazioni di questo fine settimana e di 49.1 euro per le erogazioni programmate per lunedì 24 ottobre.
Se si analizza la serie storica del prezzo del gas italiano, è ovvio che stiamo attraversando una finestra con prezzi all'ingrosso inaspettatamente bassi.
Prezzo del gas all'ingrosso al PSV italiano (Euro/MWh)
Il prezzo nell'ultima settimana è risultato, infatti, costantemente sotto alla soglia degli 80 euro, che sembra essere la soglia oltre la quale il mercato perde di efficienza (si veda l'articolo Fondamentali del mercato del gas ). L’analisi della dinamica del prezzo del 2021-2022 segnala, infatti, come, fino a 80 euro, le forze che hanno mosso il mercato sono riconducibili alla interazione di domanda e offerta sul mercato fisico. Il prezzo ha superato questa soglia solo quando la guerra del gas tra Russia e Europa ha iniziato a condizionare fortemente le aspettative degli operatori al mercato TTF olandese.
A fronte di questo prezzo del gas inaspettatamente basso, il prezzo all'ingrosso PUN dell'energia elettrica è risultato sia mercoledì che venerdì sotto i 200 euro/MWh, livello che nessun analista aveva mai immaginato di poter rivedere
prima della sperata fine del conflitto in atto in Ucraina.
Il prezzo del PUN per i consumi elettrici di oggi, domenica 23 ottobre, è al livello quasi “normale” di 104 euro/MWh, a fronte di un consumo elettrico inferiore di solo il -22% rispetto ai consumi di venerdì. E’ l’offerta marginale delle centrali a gas, necessaria per garantire la disponibilità di elettricità nei giorni lavorativi che condiziona pesantemente il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica.
Relazione tra prezzo gas e PUN
In Italia, la relazione tra prezzo del gas al PSV e prezzo del PUN è più che una relazione economica. Essa è quasi una relazione matematica, che può essere estratta tramite una semplice regressione lineare tra le due serie[1]. La relazione è la seguente:
1) PUN = 22.9 + 2.3*PSV.
Nel grafico che segue è riportato il prezzo storico del PUN e il prezzo teorico calcolato tramite la 1).
E' evidente come questa equazione sia in grado di calcolare perfettamente il prezzo del PUN dell'energia elettrica a partire dal prezzo del gas rilevato al punto di scambio italiano PSV.
Durata della finestra e tipo di intervento
L'attuale finestra temporale favorevole non durerà a lungo, essendo in parte dovuta alle temperature elevate di questo inizio d'autunno. Sempre ieri, i contratti future per consegne nel mese di novembre e dicembre al punto di scambio TTF sono risultati rispettivamente di 114 e 146 euro/MWh.
Intervenire ora sul prezzo del gas pagato dalle centrali a gas significa quindi stabilizzare il mercato alla situazione attuale in cui il mercato è in equilibrio con un prezzo del gas inferiore a 80 euro.
L'intervento in termini di sussidi alle centrali a gas potrebbe scattare per prezzi del gas superiori a questo livello e aumentare progressivamente per scaglioni, fino ad arrivare ad una percentuale massima di costo del gas sussidiato. Questa percentuale massima potrebbe essere inferiore al 100%, per mantenere l'incentivo delle centrali a gas ad utilizzare in modo ottimale il gas acquistato.
Sussidiando quindi solo una parte degli impianti di produzione di energia elettrica, si otterrebbe il beneficio di ridurre il prezzo dell’energia elettrica per tutti gli utenti. Una simulazione fatta sulla curva d’offerta
di energia elettrica sul mercato del giorno prima italiano relativa alle ore 20 del 7 ottobre 2022
(Disaccoppiamento ed Extra Profitti)
ha segnalato come
il costo complessivo del sussidio alle centrali a gas risulterebbe relativamente contenuto, soprattutto se confrontato con il costo necessario per abbassare il prezzo dell’energia elettrica intervenendo a valle attraverso sussidi agli utilizzatori finali.
Conclusioni
Le alte temperature di questo inizio d’autunno hanno aperto una finestra per disaccoppiare il prezzo dell’energia elettrica dal prezzo del gas, senza stravolgere il mercato elettrico, consentendo alle imprese del settore di operare esattamente nelle stesse condizioni in cui stanno operando da una settimana. Viene meno, quindi, una delle obiezioni che hanno fino ad ora impedito che l’UE introducesse questa misura.
Per quanto riguarda la seconda obiezione avanzata alla soluzione "iberica", ossia che un abbassamento delle tariffe può portare ad un maggiore consumo elettrico, essa sembra senza fondamento, dato che un prezzo del PUN a 200 euro/MWh risulterebbe superiore di oltre 3 volte il PUN medio del quinquennio precedente alla pandemia. E’ evidente che questo livello continuerà a spingere tutti gli utilizzatori a cercare il massimo dell’efficienza energetica. Prezzi ancora più alti non porterebbero alcun ulteriore beneficio.
Infine, per quanto riguarda la terza obiezione che teme che interventi attuati solo da alcuni stati membri dell’Unione (Spagna e Portogallo hanno già introdotto questa misura) potrebbero modificare la competitività relativa delle imprese UE, essa perde di valore se si considera che i prezzi del gas del 2022 hanno già modificato il posizionamento competitivo all’interno dell’Unione, penalizzando quelle imprese localizzate in paesi con mix energetico sbilanciato verso i consumi di gas.
[1] La regressione è relativa al periodo compreso dal 1 gennaio 2021 al 21 ottobre 2022, considerando i soli giorni lavorativi.