Casi Covid e notizie dall’Ucraina invertono la rotta del rame

Doctor Copper Says: le dinamiche del prezzo del rame per monitorare l’economia

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Dopo la fase di rialzo della prima metà di novembre, nel corso della settimana in via di chiusura il prezzo del rame ha invertito la sua rotta. Come si nota dal grafico di seguito, dopo il picco raggiunto venerdì 11 novembre, negli ultimi giorni il prezzo ha mostrato un ribasso tanto al London Metal Exchange (LME) che allo Shanghai Futures Exchange (SHFE): i prezzi in euro hanno registrato un calo del -4.5% al LME e del -5.2% alla borsa cinese, dopo un incremento del 7.9% e del 6.5% nella prima parte del mese.

Le ragioni del dietrofront

Gli eventi che questa settimana hanno pesato sul prezzo del rame riguardano tanto questioni geopolitiche quanto sviluppi legati alla pandemia.

Sul primo fronte, la notizia che ha scosso i mercati nella giornata di martedì riguarda un missile made in Russia che ha colpito il territorio polacco, portando alla morte di due persone. Se le iniziali supposizioni facevano temere un’escalation del conflitto in Ucraina, facendo quindi crescere le preoccupazioni geopolitiche e pesando sull’appetito per il rischio degli investitori, le ultime dichiarazioni del leader polacco e della NATO hanno parzialmente placato i timori iniziali. L’ipotesi attualmente considerata più plausibile è quella di un incidente, dovuto ad un missile lanciato dalle forze ucraine in difesa del paese dagli attacchi russi.

Il secondo tema che negli ultimi giorni ha pesato sul prezzo del rame è la prosecuzione della salita dei casi Covid in Cina, maggiore consumatore della commodity su scala mondiale. La nuova ondata del virus sta infatti cominciando a generare timori di un effetto negativo sulla domanda, in relazione alla possibile imposizione di nuove restrizioni, ma anche sulla generale performance economica del paese.
Si inverte quindi la tendenza osservata sui mercati la scorsa settimana, quando l’annuncio di un allentamento delle restrizioni aveva più che compensato la notizia dell’aumento dei casi, e i festeggiamenti degli investitori avevano portato al rialzo il prezzo del rame allo SHFE.

La FED frena le speranze dei mercati

Ai festeggiamenti dei mercati della scorsa settimana avevano a loro volta contribuito le speranze di un rallentamento della politica monetaria restrittiva della FED, a fronte di un’inflazione USA più bassa delle attese nel mese di ottobre.
Al contrario, le recenti dichiarazioni di vari esponenti dell’istituto centrale hanno messo in chiaro come sia ancora presto per cantare vittoria, e che un’inflazione più bassa delle attese non sia sufficiente a garantire un’inversione di tendenza nella dinamica dei prezzi. James Bullard ha dichiarato come sia attualmente prematuro parlare di una pausa nel rialzo dei tassi, che dovrebbero essere portati almeno al 5-5.25%, rispetto all’attuale 3.75-4%.

Le notizie di questa settimana hanno quindi notevolmente rallentato l’indebolimento del dollaro e la fuga dal safe haven cominciata la scorsa settimana, garantendo una relativa stabilità al cambio con l’euro.

Focus Cina: economia in rallentamento?

Guardando più da vicino ai recenti sviluppi dell’economia cinese, che come abbiamo visto influenzano la dinamica del prezzo del rame, si notano segnali di crescita ma anche alcuni elementi di attenzione.

I dati di ottobre del National Bureau of Statistics of China segnalano, per la produzione industriale, un incremento del 5% su base tendenziale, a fronte invece di una contrazione di mezzo punto percentuale per le vendite al dettaglio di beni di consumo, con buona probabilità penalizzate dalla risalita dei casi Covid già alla fine di ottobre. Segnali di rallentamento anche sul fronte dell’export, che il mese scorso ha registrato una contrazione del 7.5% su base congiunturale, e dello 0.3% rispetto ad ottobre 2021, secondo i dati rilasciati dal General Administrator of Customs of the People's Republic of China. Nel mese di settembre, l’export del gigante asiatico aveva registrato un incremento del 2.5% su base congiunturale e del 5.7% su base tendenziale.
Segnali positivi giungono invece dalle iniziative di supporto del governo, come il recente annuncio di un piano in 16 punti volto a supportare un settore immobiliare in difficoltà, player significativo sul fronte del rame.

Per l’economia cinese, il quarto trimestre sembra quindi essere cominciato con l’obiettivo di proseguire un cammino di ripresa, che però fatica a consolidarsi. La possibile inversione di rotta sul fronte della zero-Covid policy potrebbe però fornire nuovi spazi per coniugare la crescita economica ad una pandemia non ancora sconfitta.