Il PUN sta nuovamente crescendo: solo colpa del prezzo del gas?
In Spagna funziona bene il disaccoppiamento tra il prezzo dell'energia da quello del gas, stabilizzando il prezzo dell'energia elettrica in un intorno di 110 euro/MWh
Pubblicato da Luigi Bidoia. .
Caro energia PUN Gas Naturale Strumenti e Metodologie
E' ancora possibile che il 24 novembre nella riunione straordinaria del Consiglio Energia, i paesi UE e la Commissione raggiungano un accordo per l'allargamento all'Unione della soluzione iberica [1] al disaccoppiamento dei prezzi del gas e dell'energia elettrica.
Alcuni segnali sono confortanti; altri un po' meno. Tra i segnali positivi c'è sicuramente un cambiamento delle valutazioni critiche della Commissione rispetto ai possibili risultati ottenibili con la soluzione iberica; tra i segnali negativi, la volontà della Commissione di considerare la soluzione iberica di sussidi alle centrali a gas una misura aggiuntiva da attuarsi solo in aggiunta al quella di riduzione dei ricavi delle imprese inframarginali. Un segnale parzialmente negativo è quello relativo alla volontà della Commissione di convergere il 24 novembre verso l'introduzione di un tetto al prezzo del gas alla borsa TTF. Nella proposta della Commissione, questo tetto sarebbe posto ad un livello sufficientemente elevato da non modificare la normale operatività del mercato. Esso sarebbe comunque tale da evitare le situazioni del tutto anomale verificatesi alla fine del mese di agosto, quando il prezzo del gas superò i 300 euro/MWh.
Dopo che per due settimane, tra la fine di agosto e l'inizio di settembre, il prezzo del gas in Europa è risultato inferiore a 50 euro/KWh, grazie al completo riempimento dei siti di stoccaggio e ai bassi consumi di gas, si è ora velocemente ritornati verso i 100 euro/MWh.
Parallelamente sono aumentati i prezzi all'ingrosso dell'energia elettrica in Italia, ma non in Spagna, come risulta da grafico qui riportato.
Confronto tra il prezzo dell'energia elettrica all'ingrosso in Italia e Spagna
Come emerge dal grafico, in pochi giorni il PUN (Prezzo Unico Nazionale) dell'energia elettrica in Italia è passato da livelli prossimi a 100 euro/KWh a valori superiori ai 250 euro/KWh. All'opposto, il prezzo all'ingrosso dell'energia elettrica in Spagna ha continuato ad oscillare intorno ai 110 euro/KWh, grazie alla misura introdotta di sussidi erogati alle centrali a gas.
Può essere utile, in vista della riunione straordinaria del Consiglio Energia del 24 novembre, considerare le più recenti valutazioni effettuate dalla Commissione sulla soluzione "iberica", contenute nel recente Non-Paper – Policy Options to Mitigate the Impact of Natural Gas Prices on Electricity Bills[2].
I punti caratterizzanti questo "non paper" sono:
- un livello del prezzo del gas oltre il quale scattano i sussidi, ottimale per mantenere elevato l'incentivo a ridurre i consumi, è di 100-120 euro/MWh. Quello spagnolo (40-60 euro/MWh) è troppo basso;
- la riduzione del prezzo del gas dovuta ai sussidi alle centrali a gas dovrebbe essere aggiuntiva alla misura di un tetto al prezzo dell'energia elettrica venduta dalle imprese inframarginali;
- i sussidi alle centrali a gas potrebbero non soddisfare due obiettivi che la Commissione ritiene fondamentali:
- evitare un aumento del consumo di gas;
- evitare di esportare i benefici a paesi extra-UE (Svizzera e Regno Unito);
- sono significative le preoccupazioni che la misura iberica possa portare benefici diversi tra stati dell'Unione, in funzione:
- dell'incidenza della produzione elettrica da centrali a gas;
- del saldo netto dei flussi di energia elettrica da centrali a gas;
- della quota di forniture di energia elettrica normata da contratti a lungo termine;
- gli Stati membri possono adottare autonomamente misure di questo tipo, nel rispetto delle norme dell'UE in materia di aiuti di Stato e garantendo che il commercio transfrontaliero tra Stati membri non sia limitato;
- la misura iberica non è la soluzione di lungo periodo ottinmale al disaccoppiamento del prezzo dell'energia elettrica da quello del gas. La soluzione ottimale è la costruzione di un nuovo sistema, tramite l'introduzione di contratti di lungo periodo che remunerino le fonti rinnovabili e le altre tecnologie in base ai loro reali costi di produzione. Il ruolo principale delle centrali a gas in un tale nuovo sistema sarebbe quello di controbilanciare la volatilità delle rinnovabili, operando in un mercato a breve termine.
Conclusioni
Ad di là dei giudizi espressi dalla Commissione Europea e da alcuni paesi,
la soluzione iberica è una soluzione che può essere introdotta nell'immediato, con benefici certi.
Alcuni dubbi, inoltre, possono essere superati combinandola con interventi mirati
a favore degli utilizzatori finali più deboli.
Ad esempio si potrebbe utilizzare la soluzione iberica per bloccare il prezzo dell'energia elettrica ad un livello sufficientemente elevato (200 euro/MWk ?, equivalente a sussidiare le centrali a gas per prezzi del gas superiori agli 80 euro/MWh) per poi intervenire ad abbassare il costo dell'energia (100 euro/MWh ?) solo per le famiglie a minor reddito, tramite interventi di sostegno diretti. In questo caso il prezzo all'ingrosso elevato (pari a 4 volte il prezzo medio dell'energia elettrica nel quinquennio 2014-2019) sarebbe una garanzia che il mercato riceva chiaramente il segnale di scarsità del bene, spingendo tutti gli utilizzatori a ricercare il massimo risparmio energetico possibile. Inoltre, il prezzo del gas oltre il quale scatterebbero i
sussidi (80 euro/Mwh) sarebbe sufficientemente elevato da non snaturare la convenienza relativa delle diverse tecnologie, spingendo in ogni caso verso il minor consumo possibile di gas per la generazione elettrica.
Naturalmente questo intervento andrebbe, in Italia, in sostituzione degli attuali crediti d'imposta, che hanno costi elevati e coprono solo una parte delle imprese, quelle con potenza installata maggiore o uguale a 16.5 Kw.
Una soluzione mista (soluzione iberica più sostegno delle famiglie più deboli), avrebbe il grande vantaggio di
tagliare tutti gli eccessi
che hanno stravolto l'economia italiana, ed Europa, nel corso di questa estate,
senza modificare l'attuale sistema elettrico, dando certezza alle imprese di un costo massimo e riducendo gli oneri a carico del bilancio pubblico.
[1] Il tema del disaccoppiamento tra prezzo dell'energia elettrica e prezzo del gas è stato già trattato in alcuni articoli, a cui si rimanda:
- 24 agosto 2022: Aiuti e caro energia, in cui sono descritte le prime misure ipotizzate a livello UE;
- 12 settembre 2022: Stabilizzazione dei prezzi al TTF come obiettivo primario UE, con l'analisi delle anomalie registrate dal prezzo del gas alla borsa TTF olandese;
- 9 ottobre 2022: Disaccoppiamento ed Extra Profitti, con la descrizione delle varie ipotesi in discussione presso la Commissione UE per disaccoppiare il prezzo dell'energia elettrica da quello del gas;
- 15 ottobre 2022: Prezzo del gas al PSV sotto i 100 euro/Mwh, con una descrizione del funzionamento della borsa TTF olandese e del Punto di Scambio Virtuale (PSV) italiano;
- 17 ottobre 2022: Si attenua il caro energia, ma a scapito dei livelli di attività industriale, con un approfondimento tra prezzi del gas al TTF olandese e al PSV italiano;
- 23 ottobre 2022: Come stabilizzare il PUN a 200 euro/MWh, in cui viene messa in risalto la finestra temporale che si era creata per fissare a 200 euro/MWh il prezzo dell'energia elettrica;
- 6 novembre 2022: "Tope al gas" iberico: i motivi che ne hanno impedito l'allargamento all'UE, con l'analisi delle motivazioni che stavano impedendo l'allargamento della soluzione iberica all'intera UE.