Prezzi dei carburanti, tra aumenti di accise e timori di scarsità
Il rischio di forti aumenti dei prezzi dei carburanti è reale, ma le probabilità di realizzazione sono limitate
Pubblicato da Luigi Bidoia. .
Caro energia Benzina Gasolio Strumenti e MetodologieL’aumento delle accise sui carburanti ha un elevato grado di razionalità economica, soprattutto se finalizzato al finanziamento della riduzione degli oneri sul costo del lavoro. Il problema del caro carburanti ha però molti altri aspetti, due dei quali meritano un approfondimento. Il primo riguarda eventuali speculazione lungo la catena del valore dal prezzo del petrolio al prezzo alla pompa. Il secondo riguarda le possibili conseguenza sui prezzi all’ingrosso dei carburanti del divieto dell’UE di importare carburanti dalla Russia, previsto entrare in vigore il 5 febbraio 2023.
Speculazione su prezzo dei carburanti
La catena del valore dei carburanti dal petrolio all'erogazione alla pompa è forse una tra le più trasparenti e maggiormente monitorate in Italia. Questa trasparenza si è ulteriormente ampliata con la decisione del governo di monitorare giornalmente il prezzo alla pompa dei carburanti. Con le informazioni disponibili e con un alcune ipotesi tecniche è facile calcolare la dinamica dei margini di raffinazione e distribuzione complessivi che i diversi operatori (raffinatori e distributori) applicano sul prezzo del petrolio. Nel grafico che segue è riportata la serie storica di questi margini in Italia dall’inizio del 2004 a dicembre 2022[1]. Nel grafico è riportato, per confronto, anche il prezzo del petrolio Brent per barile, trasformato in euro/barile.
Dall’analisi del grafico emergono questi fatti:
- il valore medio negli ultimi 9 anni dei margini è stato del 22% del prezzo del Brent. Nella seconda metà del 2022 il livello dei margini si è avvicinato al 30%.
- storicamente i margini tendono a muoversi in controtendenza rispetto al prezzo del petrolio: calano quando questo aumenta e crescono quando esso diminuisce. Queste dinamiche riflettono la maggior volatilità del prezzo finanziario del Brent rispetto ai prezzi fisici dei carburanti agli utenti finali.
- attualmente i margini sono solo leggermente superiori a quando sarebbe logico attendersi sulla base della loro evoluzione storica e dei livelli del prezzo del petrolio.
Complessivamente non sembrano esservi, quindi, comportamenti anomali, soprattutto se si considera che esiste la possibilità che il blocco delle importazioni di carburanti dalla Russia possa portare nei prossimi mesi ad una scarsità di carburanti in Italia e più in generale nella UE. PricePedia associa a questa ipotesi di scarsità una bassa probabilità di realizzarsi, come descritto nelle parti che seguono di questo articolo e come risultata dalle previsioni PricePedia pubblicate la scorsa settimana. Tuttavia la possibilità di aumenti, anche significativi, non è nulla. Rientra quindi nei comportamenti normali di una economia di libero mercato, un aumento di scorte lungo la filiera, per fronteggiare un’eventuale scarsità di carburante dei prossimi mesi. E' questo aumento di scorte che sta sostenendo il prezzo all'ingrosso dei carburanti, leggermente superiore di quanto suggerirebbero livello e dinamica del prezzo in euro del petrolio.
Possibile scarsità di carburanti in Europa
Nei grafici che seguono è riportata la situazione degli scambi internazionali della UE di benzina e gasolio[2]. I primi due grafici a linea riportano il confronto tra i livelli delle esportazioni e importazioni UE dei due prodotti e consentono una valutazione del deficit commerciale UE. Nei successivi due istogrammi sono riportati i principali paesi (intra ed extra UE) che esportano benzina e gasolio sul mercato UE.
Scambi internazionali UE di carburanti
BENZINE | GASOLIO basso contenuto zolfo |
Scambi commerciali UE | Scambi commerciali UE |
2021: Principali esportatori nella UE | 2021: Principali esportatori nella UE |
Dall'analisi di questi grafici emerge chiaramente che il rischio maggiore di una possibile scarsità di prodotto, riguarda il gasolio. Per questo prodotto non solo la Russia è di gran lunga il primo paese esportatore nella UE, ma, soprattutto, l'UE presenta un significativo deficit commerciale. In altre parole l'UE produce meno gasolio di quanto ne consuma, e fino al 2022 ha importato gasolio dall'estero, in prevalenza dalla Russia (oltre 20 milioni di tonnellate annue di gasolio a basso contenuto di zolfo), per poter soddisfare i propri bisogni. Viceversa per le benzine, la Russia è solo il terzo paese da cui importano i paesi UE e, sopratutto, l'UE ha un elevato saldo commerciale: ossia produce di più di quanto consuma, esportando l'eccesso all'estero. Per la benzina quindi, l'azzeramento delle importazioni dalla Russia potrebbe essere facilmente riequilibrato da una minor esportazione dell'UE.
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Il problema riguarda quindi principalmente il gasolio ed è su questo che si concentrerà la nostra attenzione
Il commercio mondiale di gasolio e ruolo della Russia
Il grafico che segue riporta la dinamica della quantità esportate di gasolio (inclusi altri oli medi e pesanti[3]) dai principali paesi esportatori nel mondo. Nel grafico non sono riportate le esportazioni della UE perchè sono in larga parte interne all'Unione e quindi poco influenti dal punto di vista del saldo degli scambi tra le diverse aree del mondo. L'area che maggiormente esporta gasolio è rappresentata dai paesi asiatici (tra cui alcuni paesi produttori di petrolio come la Malesia, ma soprattutto paesi industrializzati come India, Corea del Sud, Cina, Taiwan e Giappone). Anche in questo caso però molte delle esportazioni di questi paesi avvengono all'interno della stessa area asiatica, influenzando solo in via indiretta il resto del mondo. Nel caso del mercato mondiale del gasolio il confronto competitivo è viceversa particolarmente intenso tra Russia, Usa e paesi del Medio Oriente e Nord Africa (MENA: Middle East and North Africa). I dati sono riportati come serie mensile della cumulata dei 12 mesi precedenti in modo da avere una dimensione annua del fenomeno.
Quello che emerge chiaramente da questi dati è una netta sostituzione sul mercato mondiale del prodotto russo con gasolio americano e gasolio proveniente dall'area MENA (soprattutto paesi del Golfo). Da questa estate, le esportazioni mondiali dell'area MENA hanno superato quelle russe. Importante, dal punto di vista degli equilibri del commercio mondiale, è la netta ripresa in atto delle esportazioni mondiali degli Stati Uniti.
Quindi il commercio mondiale nel corso del 2022 ha già iniziato ad aggiustarsi rispetto ad una riduzione delle esportazioni russe.
Per comprendere quello che potrà accadere in Italia e nella UE nei prossimi mesi può essere utile una analisi di quanto già successo sul mercato degli Stati Uniti.
Blocco delle importazioni dalla Russia: il caso americano
Fino al 2021 la Russia è stato di gran lunga il primo esportatore di gasolio sul mercato americano. Dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia le esportazioni russe hanno iniziato a diminuire rapidamente fino ad annullarsi nell'estate. Come risulta dal grafico qui riportato, in termini di cumulata degli ultimi 12 mesi, il crollo delle importazioni russe è stato repentino. A fronte di questo crollo sono aumentate le importazioni dal Messico e soprattutto dall'area MENA. Anche la produzione interna americana di gasolio è aumentata significativamente, tanto da consentire, come abbiamo visto nel grafico precedente, agli Stati Uniti di aumentare le loro esportazioni verso il mondo.
Questa ricomposizione dell'offerta di gasolio sul mercato americano ha avuto degli effetti sul prezzo finanziario del gasolio quotato al Chicago Mercantile Exchange (CME) In grafico che segue mette a confronto il prezzo spot (per consegne al mese successivo) con il prezzo future per consegne a 12 mesi. Dalla fine di febbraio 2022, il mercato ha registrato una significativa situazione di backwardation, già presente nei mesi precedenti. Il prezzo del gasolio spot è quasi raddoppiato nei primi mesi in cui sono iniziate a crollare le importazioni dalla Russia, per poi riaggiustarsi e infine diminuire negli ultimi mesi quando è stato chiaro che anche nel beve periodo sul mercato americano non sarebbe venuto meno il gasolio del blocco delle importazioni dalla Russia. In questo periodo gli aumenti del prezzo del future con consegne a 12 mesi sono stati molto più contenuti, segnalando l'opinione prevalente presso gli operatori finanziari che il mercato americano del gasolio sarebbe riuscito a riassorbire in breve tempo lo shock del crollo delle importazioni dalla Russia.
Tutti i tentativi di sfruttare la situazione per forti aumenti del prezzo sono avvenuti solo sui prezzi spot e sono rientrati nel giro di pochi giorni.
L'analisi di quanto avvenuto sul mercato americano a fronte del crollo delle importazioni di gasolio dalla Russia segnala che l'offerta sul mercato mondiale è in grado di riaggiustarsi senza elevate tensioni dal lato dei prezzi, almeno per quanto riguarda quelli finanziari quotati al CME.
Gasolio: un prezzo unico nelle due sponde dell'Atlantico
L'ultimo elemento di questa analisi che suggerisce una relativa tranquillità sul mercato europeo del gasolio in merito al prossimo blocco delle importazioni UE dalla Russia è l'elevata globalizzazione del mercato mondiale del gasolio. Quanto meno, mercato americano e mercato UE sono, tra loro, fortemente integrati. La dimostrazione è data dal quasi perfetto allineamento tra i prezzi finanziari al CME (Daily Data, trasformato in euro per tonellata) e i prezzi fisici alla dogana UE (Last Price), riportati nel grafico che segue.
Se il mercato americano fosse scollegato da quello UE, questi due prezzi non sarebbero allineati, come avviene nel caso, ad esempio del gas naturale, dove quello europeo è un multiplo di quello americano e seguono dinamiche, tra loro, del tutto diverse. L'allineamento tra i due prezzi e le dinamiche sul mercato USA segnalano come il mercato mondiale del gasolio comprenda una vasta area composta da Nord America, Europa, Medio Oriente e Nord Africa commercialmente integrata, dove eventuali squilibri di singoli paesi tendono ad essere assorbiti da movimenti della domanda e offerta dell'intera area.
Conclusioni
Il venire meno delle importazioni di gasolio dalla Russia porterebbe ad una elevata scarsità di prodotto sul mercato UE, se l'Europa non fosse integrata con il resto del mondo. L'esistenza di una vasta area commerciale che integra quando meno Nord America, Europa, Medio Oriente e Nord Africa, lascia supporre che lo shock dal lato dell'offerta possa essere assorbito in tempi relativamente brevi. Questa valutazione sembra inoltre essere confermata dalle aspettative degli operatori finanziari che trattano i contratti sul gasolio al CME.
Pur ritendolo possibile, questa analisi ci porta a ritenere poco probabile un forte aumento nei prossimi mesi
del prezzo del gasolio sul mercato UE e italiano, in particolare. Nell'attuale scenario PricePedia, il prezzo del gasolio per autotrazione dopo aver raggiunto in Italia un picco di 1.52 euro al netto Iva (1.86 al lordo) nel gennaio 2023, sostenuto dall'aumento delle accise, tenderà a diminuire a 1.46 alla fine del 2023, in linea con la diminuzione prevista del prezzo del petrolio, con solo
leggeri aumenti dei margini di raffinazione e distribuzione.
[1] La metodologia di questo calcolo è descritta in Previsioni dei derivati del petrolio: quale sarà l’andamento dei prezzi nel prossimo biennio?.
[2] Per quanto riguarda il gasolio, l’analisi riportata nel testo è svolta solo sul gasolio a minor contenuto di zolfo che rappresenta di gran lunga la percentuale maggiore di gasolio oggetto di scambi internazionali.
[3] i dati su commercio mondiale di tutti i paesi di gasolio (non contenente biodiesel) sono disponibili solo a livello di codice Harmonized System 271019 che raggruppa oli medi e pesanti. All'interno di questo aggregato, il gasolio è il prodotto con il peso di gran lunga maggiore.