Dal 2020 al 2023: i metalli tra continuità e cambiamenti
Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 13 febbraio 2023
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
LME Non Ferrosi Macroeconomia Analisi settimanale LMEDinamica settimanale
Andamento dei singoli metalli non ferrosi
- Rame: Nella scorsa settimana i prezzi del rame hanno chiusi in ribasso, sotto la soglia dei 9.000 $/Ton. Spread tra spot e future è in backwardation.
- Nichel: Scende anche il prezzo del nichel, che la settimana scorsa ha chiuso a 27.708 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
- Alluminio: Questa settimana i prezzi dell’alluminio primario sono scesi rispetto alla scorsa settimana, posizionandosi sui 2.435 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
- Alluminio secondario: Ancora stabili a 2.087 $/Ton i prezzi dell’alluminio secondario. Lo spread tra spot e future è in contango.
- Zinco: Prezzo dello zinco in discesa. La settimana scorsa le quotazioni sono scese, toccando i 3.119 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
- Piombo: Terza settimana consecutiva dei prezzi in calo: la chiusura di venerdì ha visto i prezzi del piombo scendere sotto i 2.100 $/Ton. Spread in contango.
- Stagno: In calo anche i prezzi dello stagno, che questa settimana hanno chiuso al di sotto dei 28.000 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
Commento Macroeconomico
Dopo un 2022 altalenante, anche il 2023 si prospetta un anno ricco di sfide per il mercato delle materie prime.
Dal 2020 ad oggi tre cigni neri hanno determinato le diverse fasi Orso e Toro dei mercati dei metalli che monitoriamo attraverso l’indice LMEX dei metalli non ferrosi quotati all’LME.
Nel 2020 scoppia la pandemia covid19 (1° cigno nero). L’indice LMEX, già in ribasso, accelera la fase ribassista (orso) e a marzo tocca i minimi dal 2016. Nel 2020 la crescita economica globale crolla e nel 2021 rimbalza.
Da qui parte un lungo rialzo dei prezzi (toro) che tocca il suo massimo assoluto a marzo 2022.
Il mese precedente era scoppiata la guerra in Ucraina (2°cigno nero) a seguito dell’invasione russa.
Essendo la Russia un grande produttore ed esportatore di metalli tra cui alluminio, rame, nichel, i prezzi prima s’impennano e poi scendono e a ottobre 2022 tornano ai valori del febbraio 2021. La Russia è anche un grande produttore ed esportatore di gas naturale di cui i paesi europei, Italia inclusa, sono grandi importatori. Lo scoppio delle sanzioni e il blocco dell’export di prodotti russi da parte di UE, USA e altri paesi, impattano molto sull’offerta e creare uno squilibrio tra domanda e offerta. Questo porta un rialzo dei prezzi e innesta una spirale inflazionistica (3°cigno nero) che impatta su tutto il mondo.
Da novembre 2022 riparte una fase rialzista dei prezzi che si arresta nel gennaio 2023 quando le Banche Centrali di tutto il mondo, a cominciare da FED e BCE, scendono in campo per frenare l’inflazione a doppia cifra e alzano i tassi d’interesse dando avvio ad una politica monetaria restrittiva.
Cosa succederà nel 2023 ai prezzi delle materie prime in generale e a quelli dei metalli in particolare?
Vi sono attualmente diversi fattori, sia ribassisti che rialzisti, che influenzano i mercati:
Fattori ribassisti: minore crescita economica, inflazione alta, dollaro forte, aumento dei prezzi alti di gas e petrolio, restrizioni al commercio mondiale (stimato in flessione) in seguito a politiche nazionaliste come il progetto IRA- Inflation Reduction Act- in America e il Chips Act Europeo nell’Unione Europea e provvedimenti similari in Cina.
Fattori rialzisti: maggiore domanda di metalli trainati dalla transizione green che impatta positivamente sulla domanda da parte di settori importanti come generazione energia da fonti rinnovabili, automotive e costruzioni.In Cina, ad esempio, la domanda di metalli è trainata dall'ambizioso processo di decarbonizzazione dell'economia. Secondo Goldman Sachs, tra il 2022 e il 2030 la vendita dei veicoli elettrici in Cina crescerà dell'80%, mentre la capacità di energia rinnovabile dovrebbe più che raddoppiare. Di riflesso, la richiesta sul mercato nazionale per rame e alluminio crescerà rispettivamente del 55% e del 91%.
Infine, da non sottovalutare, il ruolo dei grandi Fondi d’Investimento (Finanza) che dirottano nei metalli capitali ingenti per cercare protezione dall’inflazione.
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La reazione dei mercati
Variazioni dei principali indici rispetto alla scorsa settimana
CRB Index: in aumento.
GSCI Index: in aumento.
BDI Index-Noli marittimi: in calo.
Petrolio Brent: in aumento.
Gas naturale TTF: in leggero calo.
LMEX-Metalli non ferrosi: in calo.
Dollar Index: in aumento.