Prezzo degli oli lubrificanti in calo dai massimi storici del 2022

Negli ultimi due anni in Europa, le materie prime energetiche sono state oggetto di un rally dei prezzi dalla portata storica: dalla fase iniziale della pandemia da Covid-19, in cui i prezzi sono diminuiti per il drastico calo della mobilità e di conseguenza della domanda di prodotti energetici, alla fase successiva in cui si è avuta una forte ripresa della domanda che ha sostenuto la risalita dei prezzi. Dato il ruolo della Russia quale fornitore di materie prime energetiche per l'Europa, la guerra scoppiata con l'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe russe ha portato a nuovi aumenti dei prezzi, che hanno toccato livelli di massimo assoluto.
Tale dinamica ha contraddistinto anche i prodotti derivati delle materie prime energetiche, come nel caso degli oli lubrificanti.

Gli oli lubrificanti sono derivati dal processo di distillazione del petrolio e vengono utilizzati in diversi settori industriali per ridurre l'attrito e l'usura delle componenti meccaniche.
A seconda delle componenti in cui è richiesto l'utilizzo, gli oli vengono trattati con additivi chimici al fine di ottenere alcune proprietà desiderate, quali viscosità, resistenza all'ossidazione, dissipazione del calore, eccetera.
Nel grafico che segue vengono illustrate le serie di prezzo, in euro per tonnellata, degli oli lubrificanti.

Dal grafico emerge la dinamica comune che caratterizza il prezzo degli oli lubrificanti. In tutte e quattro le serie illustrate, si possono distinguere due diverse fasi:

• fase iniziale, che va dal 2012 al 2020, in cui i prezzi risultano relativamente stabili. In particolare, nel 2020, a differenza di altre materie prime energetiche come ad esempio il petrolio, non si è verificato un crollo dei prezzi, piuttosto un andamento in linea con gli anni precedenti;
• fase attuale, iniziata nel 2021, in cui i prezzi hanno raggiunto livelli di massimo storico. In questa seconda fase, l'andamento risulta maggiormente in linea con quello degli altri prodotti energetici, caratterizzato dalla ripresa della domanda alimentata dall'allentamento delle misure di lockdown, imposti per far fronte al contagio da Covid-19. Nel corso del 2022, si sono registrati ulteriori aumenti di prezzo. Soltanto nell'ultimo trimestre dell'anno scorso, si è assistito ad una prima debole inversione di rotta.

Per quanto riguarda i livelli di prezzo, essi risultano diversi tra le serie analizzate. Ciò dipende dai diversi utilizzi in cui tali prodotti vengono impiegati e dalle diverse proprietà e requisiti che devono rispettare. Nonostante i prodotti condividano la stessa base di composizione (oltre il 70% in peso di oli di petrolio o di minerali bituminosi), il differenziale tra i livelli di prezzo dipende dagli additivi con cui gli oli vengono trattati, al fine di conferire le proprietà richieste dall'utilizzo specifico. A presentare i livelli più elevati sono gli oli per motore. Rispetto a questi ultimi, gli oli idraulici risultano meno costosi. Seguono gli oli bianchi, utilizzati nella produzione di cosmetici, detergenti e nel settore tessile. Infine, i livelli più bassi sono registrati dagli altri oli lubrificanti, prodotto in cui sono compresi gli oli di base destinati a subire ulteriori trasformazioni chimiche.

Conclusioni

Negli ultimi anni si è assistito a un forte aumento dei prezzi delle materie prime energetiche e dei prodotti più a valle dei processi industriali da esse derivati. Nel caso degli oli lubrificanti gli aumenti hanno portato a livelli di prezzo storicamente elevati. Tale dinamica sembra essersi invertita nell'ultimo trimestre del 2022 e sta proseguendo in modo relativamente lento, se confrontato con la diminuzione osservata del prezzo del petrolio, principale feedstock, arrivato attualmente al di sotto dei livelli di febbraio 2022.
Tutte le informazioni disponibili concorrono a indicare che la fase di riduzione del prezzo degli oli lubrificanti iniziata nei mesi scorsi possa proseguire anche nel prossimo futuro.