Gli effetti della globalizzazione sull'offerta di materie prime
La crescita della numerosità dei paesi esportatori consente di contenere gli effetti dovuti alla riduzione dell'offerta da parte di alcuni concorrenti
Pubblicato da Luigi Bidoia. .
Mercati Concorrenziali Sanzioni UE alla Russia Determinanti dei prezzi
Ad un anno dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e dopo 10 pacchetti di sanzioni UE
contro il regime di Putin, si intravedono segnali di una possibile vittoria dell'Europa nella guerra economica in atto con la Russia. Molti istituti internazionali stimano, dopo quella accusata nel 2022, una riduzione del PIL russo significativa anche nel 2023, a causa dei costi della guerra e delle sanzioni UE. Ma soprattutto è risultata inefficace l'arma di ricatto russa, basata sulla elevata dipendenza dell'economia europea dalle importazioni di materie prime dalla Russia.
Quest'arma non ha funzionato per molti motivi, dall'inverno con temperature mediamente elevate, alle azioni di risparmio energetico. Ma una determinante fondamentale è stata l'esistenza di un ampio e concorrenziale mercato mondiale delle materie prime che, a fronte di prezzi in Europa maggiori che in altre aree del mondo, ha consentito di sostituire le importazioni di materie prime dalla Russia con importazioni da altri paesi.
Il possibile esito della guerra economica tra UE e Russia riafferma l'importanza di un libero mercato internazionale di materie prime, quale strumento di protezione dal rischio di una loro carenza. La diversificazione delle fonti di materie prime è certamente una strategia fondamentale di sicurezza degli approvvigionamenti di materie prime, quando i mercati sono poco globali e concorrenziali. Essa perde parzialmente di importanza quando l'offerta di materie prime sul mercato internazionale è formata da una pluralità di paesi, in competizione tra loro.
A questo riguardo è utile prendere in esame come nell'ultimo quarto di secolo l'offerta sui mercati internazionali è andata arricchendosi di concorrenti. Al fine di considerare come concorrenti paesi in grado di offrire sul mercato internazionale un'offerta significativa, la numerosità dei concorrenti è stata calcolata considerando i paesi in grado di esportare sopra una data soglia la materia prima considerata.
Numero paesi con esportazioni superiori ad una soglia
Tra le materie prime considerate solo per il petrolio la numerosità dei concorrenti è raddoppiata; in tutti gli altri casi l'aumento è stato molto maggiore, con un massimo per il gas, che ha visto passare il numero di concorrenti in grado di esportare almeno 5 miliardi di dollari all'anno di gas naturale e GNL da 1 (la Russia) a ben 17.
Anche se si considera che molti dei nuovi concorrenti possono essere più vulnerabili a crisi geopolitiche o alle calamità naturali e pandemie, la crescita della loro numerosità ha certamente aumentato la disponibilità e la diversità delle materie prime a livello globale.
L'elevato numero di concorrenti presenti nel 2022 sul mercato mondiale delle materie prime dà conto dei risultati ottenuti specificatamente per l'analisi dei prezzi UE di:
- energia (si veda l'articolo Prezzi delle materie prime energetiche: l'impatto delle sanzioni alla Russia);
- prodotti chimici (si veda l'articolo Prezzi delle materie prime chimiche: l'impatto delle sanzioni alla Russia).
Non sembrano quindi esservi dubbi che il ricatto della Russia basato sulla sua elevata quota di importazioni UE di materie prime sia risultato poco efficace, grazie alla presenza sul mercato internazionale di una pluralità di paesi concorrenti, in grado di offrire materie prime sostitutive a quelle di origine russa.
Questo risultato porta a considerare in modo più positivo (o meno negativo) il processo di globalizzazione che ha caratterizzato lo sviluppo del commercio mondiale dall'ultimo decennio del secolo scorso. Esso ha certamente aumentato la sicurezza nell'approvvigionamento di materie prime e sostenuto la crescita economica mondiale. Va, tuttavia, osservato come un giudizio complessivo sulla globalizzazione non può prescindere dalla sua capacità o meno di generare anche sviluppo sociale, evitando che forme di dumping sociale ed ambientale si traducano in una crescita di disuguaglianze e inquinamento.