I prezzi del comparto energetico riprendono la discesa dopo la breve interruzione della scorsa settimana

Analisi settimanale delle commodity energetiche

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Gas Naturale

Alla chiusura di venerdì 17 marzo sul mercato del gas naturale si sono registrati i seguenti livelli di prezzo1:

  • TTF Olanda 42.9 €/MWh (-10 €/MWh)
  • HenryHub USA 7.6 €/MWh (-0.3 €/MWh)
  • NBP Regno Unito 41 €/MWh (-11.2 €/MWh)
  • JKM Asia 42.3 €/MWh (-3.3 €/MWh)
  • PSV Italia 46.4 €/MWh (+5 €/MWh)

Grafico 1: Andamento prezzo del gas naturale TTF e confronto tra i mercati finanziari

Dopo una breve pausa, riprende la discesa delle quotazioni nel comparto energetico: dopo il rimbalzo del 10 marzo, i prezzi hanno perso nuovamente circa il 19% del loro valore, tornando in linea con il trend di medio-lungo periodo.
La fine dell’inverno è arrivata con un bilancio sorprendentemente positivo per l’Europa, che vede i propri stoccaggi a livelli massimi storici per il periodo (eccezion fatta per l’anno anomalo del 2020) nonostante la mancanza delle importazioni dalla Russia. Ad oggi la percentuale di riempimento si aggira nell’intorno del 57%. Con il cambio di stagione, gli sbalzi di temperatura avranno un effetto sempre più marginale nell’andamento del mercato: si pensi che il 18 marzo è stata la prima giornata stagionale in cui gli stoccaggi di gas hanno registrato un aumento netto dei loro livelli. Alla luce dell’attuale situazione, con i prezzi che stanno oscillando su cifre molto competitive, potremmo assistere a un aumento della domanda per i settori altoconsumanti come quello della produzione di fertilizzanti e di prodotti chimici.

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Petrolio

Lo scorso venerdì il Brent è stato quotato a 73 $ al barile (-9.8 $), il WTI ha chiuso a 66.7 $ al barile, registrando una riduzione rispetto alla scorsa settimana di -9.9 $ e infine l’Oman/Dubai che ha registrato un livello di 71.8 $ al barile (-9 $).

Grafico 2: Andamento prezzo del petrolio

Continua la discesa dei prezzi del petrolio. Nel corso dell’ultima settimana entrambi i principali benchmark (Brent e WTI) si sono mossi al ribasso a causa dell'aumento delle preoccupazioni della domanda degli Stati Uniti, scaturita dagli incombenti aumenti dei tassi di interesse che minacciano di frenare la crescita. Di conseguenza, i futures del greggio di riferimento hanno perso più del 3% solo nella giornata lunedì 20/03. I futures del Brent e del WTI hanno chiuso la scorsa settimana in calo dell'11.9% e del 10.8% su base annua, tra i timori del settore bancario e del rischio recessione. L’elevata volatilità dei prezzi ha spinto alcuni paesi dell'OPEC a chiedere un incontro per provare a stabilizzare i mercati. Il Primo Ministro iracheno Mohammed Shia al-Sudani e il Segretario Generale dell'OPEC Haitham Al Ghais hanno sottolineato la necessità che i Paesi produttori ed esportatori di petrolio si coordinino per ridurre le fluttuazioni.
Capitolo extra-UE: secondo Baker Hughes, il totale degli impianti di perforazione negli Stati Uniti è salito a 751 questa settimana, con un aumento di 8 unità rispetto alla settimana precedente e un incremento di 90 unità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Carbone Termico

Infine, la scorsa settimana il carbone termico spot Europa è stato quotato a 126.6 €/Ton, registrando una lieve flessione pari a -0.9 €/Ton, mentre il prezzo del carbone termico spot Australia ha chiuso a 162.9 €/Ton, registrando una flessione più marcata, pari a -12.1 €/Ton.

Grafico 3: Andamento prezzo del carbone termico Europa

Secondo i dati di Kpler le importazioni europee di carbone termico presso i terminali di importazione ARA potrebbero crollare di oltre il 40% a marzo rispetto al mese di febbraio. Ciò è dovuto alle scorte ancora elevate e la costante riduzione della domanda che limitano gli arrivi delle navi. Le consegne ai principali hub di importazione dell'Europa nord-occidentale sono state provvisoriamente fissate a circa 0,65 Mton, in calo rispetto ai 2,1 Mton di febbraio e con una riduzione di oltre l'80% rispetto allo stesso mese del 2022. I fondamentali che hanno provocato questo crollo della domanda sono attribuibili ad un inverno relativamente mite e un'aggressiva rincorsa all’accumulo di scorte nel periodo pre-invernale. Ciò ha permesso ai terminali portuali dell'ARA di raggiungere la scorsa settimana il doppio dei livelli registrati nello stesso periodo dell'anno precedente, pari a 5,37 Mton.
Sul totale delle importazioni del mese di marzo in Europa, la Colombia risulta essere il maggior fornitore, con 0,57 Mton, anche se in calo dell'11% rispetto al mese di febbraio, mentre il Sudafrica ha esportato 0,08 Mton, anch’esso in calo rispetto al mese precedente, dove si registrava un import di 0,17 Mton.
Al momento infine non sono state registrate consegne in arrivo questo mese dagli Stati Uniti, dall'Indonesia e dall'Australia.


1. Il prezzo del gas naturale nei diversi mercati finanziari fa riferimento al prezzo registrato venerdì 17 marzo 2023. Il valore in parentesi indica la differenza con il venerdì precedente.