Incertezza e volatilità rimangono sulla scena

Doctor Copper Says: le dinamiche del prezzo del rame per monitorare l’economia

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Dopo lo shock bancario delle scorse settimane, che ha inevitabilmente pesato anche sul prezzo del rame, negli ultimi giorni sono giunti segnali di ripresa dal Doctor Copper, a fronte di un progressivo allentamento delle tensioni sui mercati finanziari.
Tra gli aggiornamenti si segnala, in particolare, l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. Più in generale, sono giunti dalle autorità europee segnali di rassicurazione, benchè volatilità e incertezza continuino a presidiare la scena finanziaria.

Guardando in particolare al prezzo del rame, vediamo come il prezzo in dollari, tanto al London Metal Exchange (LME) che allo Shanghai Futures Exchange (SHFE), ha segnato un recupero di oltre il 3% rispetto ai valori di chiusura della scorsa settimana: i prezzi sono quindi tornati sui valori medi dello scorso mese.

Prezzo del rame al LME e allo SHFE

Insieme alle rassicurazioni sul fronte bancario, hanno contribuito a sostenere il prezzo del rame un dollaro in indebolimento e segnali positivi dalla domanda cinese.

News dalla Cina

Continuano a giungere segnali di miglioramento da parte della domanda cinese di rame. Si conferma infatti, anche questa settimana, una riduzione delle scorte allo SHFE.
Si segnala inoltre un incremento dello Yangshan copper premium nella seconda metà di marzo, che suggerisce un aumento della domanda di rame importato in Cina. Trattasi infatti di un premium, pagato in aggiunta al prezzo di riferimento del rame LME, per il rame raffinato da sdoganare e importare in Cina attraverso l'area doganale di Yangshan a Shanghai.

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Gli eventi finanziari

Tra gli eventi finanziari della settimana, l’attesa riunione della Federal Reserve americana ha dominato la scena. In linea con le aspettative dei mercati, la FED ha optato per un rialzo dei tassi d’interesse della politica monetaria di 25 punti base: i tassi USA sono quindi arrivati al range di 4.75%-5%, il più elevato dal 2007. Giunge dall’istituto centrale il messaggio di una lotta all’inflazione che prosegue, benchè in uno scenario di accresciuta incertezza.

Così come nell’ultimo incontro della BCE di metà marzo che ha aumentato i tassi di 50 punti base, anche in questo caso non è stata definita con chiarezza una linea in merito ai futuri aumenti dei tassi: un ulteriore incremento è infatti passato dall’essere certo (come dichiarato a febbraio) all’essere possibile, come emerge dai comunicati stampa degli ultimi due incontri della FED. Per il momento, invece, si esclude un taglio dei tassi per l’anno in corso, come emerso dalle dichiarazioni di Powell.

Anche la FED, così come la BCE la scorsa settimana, ha voluto sottolineare la solidità del sistema bancario del paese, al fine di salvaguardare il market sentiment.

La reazione dei mercati

In questo quadro, il dollaro ha reagito segnando un indebolimento, e rendendo quindi il rame più attraente per i dententori di altre valute. In particolare, nella giornata di ieri il cambio con l’euro ha toccato quota 1.09 USD per EUR, per poi scendere a 1.07 nella giornata odierna, tornando su livelli di inizio febbraio.

Sul fronte safe haven, continua invece il rialzo dei prezzi di oro e argento, confermando una linea dei mercati di tutela dal rischio.