Prezzo del carbone verso livelli più normali

Dopo aver raggiunto nella seconda metà del 2022 livelli impensabili, anche il prezzo del carbone sta lasciandosi alle spalle la sua peggior crisi

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Caro energia Carbone Determinanti dei prezzi

È difficile avere una valutazione non distorta di quanto intenso è stato lo shock dei prezzi del gas in Europa nel 2022, senza un confronto con i prezzi degli altri prodotti energetici e senza un'analisi di lungo periodo.
Il grafico che segue mette a confronto il prezzo, dal 1960 ad oggi, del petrolio, del gas e del carbone espressi in termini di dollari per TEP[1]. Al fine di consentire un confronto intertemporale, i prezzi sono stati tradotti in termini reali, depurandoli dalla dinamica dei prezzi al consumo dell'economia americana.

	Prezzi reali dei prodotti energetici

L'analisi di questo grafico consente di evidenziare alcuni fatti importanti:

  • dal dopoguerra al 2021, il prodotto energetico che ha causato i diversi shock energetici è sempre stato il petrolio; i prezzi degli altri prodotti energetici hanno sostanzialmente seguito i prezzi del petrolio, svolgendo, soprattutto il carbone, un effetto calmieratore;
  • nel 2022, come noto, lo shock energetico è partito dal gas naturale europeo. L'intensità di questo shock non ha paragoni con gli altri shock energetici del dopoguerra;
  • diversamente dal passato, nell'ultimo ciclo il carbone termico ha svolto solo marginalmente una funzione calmieratrice dello shock, arrivando in alcuni giorni a superare il prezzo del petrolio a parità di potere calorifero, segnando una forte anomalia tra i prezzi relativi dei diversi prodotti energetici.

L'intensità dello shock dei prezzi del gas ha offuscato l'altro fattore di novità del 2022, rappresentato dall'altrettanto eccezionale aumento del prezzo del carbone, su cui merita soffermarsi.

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Mercato mondiale del carbone

Il mercato mondiale del carbone è significativamente diviso in due aree mondiali. La prima riguarda l'Europa; la seconda riguarda l'Asia e l'Australia. L'area dominante negli scambi internazionali è di gran lunga la seconda. Le importazioni di carbone dell'Asia sono oltre 5 volte quelle della UE. Il mercato asiatico è guidato dall'India, con 270 milioni di tonnellate importate, seguita dal Giappone (210 milioni) e dalla Cina (153 milioni). Anche la Corea del Sud è un grande importatore di carbone: con 133 milioni di tonnellate si avvicina alle importazioni dell'intera UE.

Il lato dell'offerta sul mercato asiatico è dominato dall'Australia, di gran lunga il primo esportatore al mondo con oltre 500 milioni di tonnellate nel 2022, seguito dall'Indonesia (300 milioni) e dalla Russia ( 160 milioni).
Il primo fattore che ha sconvolto il mercato del carbone nel 2022 è stato naturalmente l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e le sanzioni che ne sono seguite. Il carbone esportato dalla Russia è stato uno dei primi prodotti sanzionati dai paesi che sono intervenuti a sostegno dell'Ucraina: l'Ue, in primis, ma anche il Giappone. Il grafico che segue riporta la dinamica delle importazioni dalla Russia di queste due aree ed evidenzia il crollo delle importazioni della Russia.

Importazioni di carbone dalla Russia di UE e Giappone
Importazioni di carbone dalla Russia di UE e Giappone

 

A fonte delle riduzione del carbone importato dalla Russia, l'UE e il Giappone si sono rivolti ad altri paesi produttori per sostenere i consumi che in entrambe le aree, complice l'aumento dei prezzi del gas, stavano aumentando.
L'Ue è riuscita a sostituire più facilmente il minor carbone importato dalla Russia, aumentando gli arrivi da Stati Uniti, Colombia, Kazakistan e Sud Africa. Il Giappone ha, viceversa, incontrato maggiori difficoltà a sostituire le minori importazioni dalla Russia, a causa della crisi energetica scoppiata nell'estate 2022 in Australia. Sul mercato asiatico si è generato uno squilibrio tra domanda e offerta di carbone che ha portato il prezzo dei future con sottostante il prezzo delle esportazioni dal porto di Newcastle in Australia al livello record di 458 dollari alla tonnellata il 5 settembre 2022.
Il confronto tra i prezzi dei future, con sottostanti il prezzo Newcastle e il prezzo CIF delle importazioni a Rotterdam, segnala chiaramente come l'area di maggiore squilibrio tra domanda e offerta nella seconda metà del 2022 sia stato il mercato asiatico. Nella media degli ultimi 10 anni, il differenziale tra i prezzi del carbone Newcastle e quello Rotterdam è stato mediamente inferiore a 10 dollari. Nel secondo semestre del 2022 questo differenziale è stato pari a 100 dollari, a causa della maggior pressione della domanda sul mercato asiatico.

Prezzi finanziari del carbone
Prezzi finanziari del carbone

Nei mesi scorsi questo differenziale si è progressivamente ridotto, scendendo nei giorni più recenti a 40 dollari, progressivamente con l'uscita del sistema energetico australiano dalle difficoltà del 2022. E' probabile che anche nel prossimo futuro si registri una ulteriore riduzione di questo differenziale, attraverso riduzioni del prezzo Newcastle (Australia Spot) più significative del prezzo Rotterdam (Europa Spot).


[1] La sigla TEP (tonnellata equivalente di petrolio) è una unità di misura energetica usata in economia. Essa è pari all'energia termica ottenibile dalla combustione di una tonnellata di petrolio.